CyberHound's guide to Internet databases, Gwen Turecki editor, Marc Faerber associate editor. Detroit: Gale research, 1996. XL, 1062 p. ISBN 0-7876-0935-8. £ 75.


La nuova edizione della Gale guide to Internet databases cambia nome ma resta probabilmente il più accurato repertorio cartaceo (versione ridotta dell'elettronico CyberHound online raggiungibile gratuitamente presso http://www.thomson.com /cyberhound/homepage.html [non più disponibile da agosto 1997]) delle principali banche dati disponibili gratuitamente in rete, affiancandosi all'ormai classico repertorio di banche dati commerciali in linea e su supporto portatile dello stesso editore (Gale directory of databases), disponibile a pagamento anche in linea e su CD-ROM.

L'obiettivo dichiarato della guida (CGID) è quello di ordinare e valutare il più ampio numero di repertori, dizionari e banche dati bibliografiche, a testo completo, numeriche, grafiche, audio, video e software che un solo volume, benché di ragguardevoli dimensioni, potesse contenere, scegliendole fra le più utili e utilizzate e trascurando singole risorse come OPAC, mailing lists, newsgroups e homepages istituzionali non raccolte in più ampi "contenitori".

Per ciascuna delle 2750 risorse individuate ed elencate in ordine alfabetico di titolo vengono forniti (se disponibili, il che non sempre avviene) numerosi dati - scanditi in una scheda chiaramente interpretabile - fra cui: denominazioni ufficiali e alternative dell'archivio e dell'organizzazione che lo cura o ospita; modalità ed eventuali costi (rarissimi) di accesso; finalità dell'archivio; soggetto e tipologia dei dati contenuti; copertura linguistica, geografica e temporale; frequenza di aggiornamento; presenza di help in linea e altra documentazione; esistenza di formati alternativi (carta, CD-ROM, nastri, online commerciale, ecc.); possibilità di interrogazione con operatori booleani o altri metodi, e una valutazione in stellette (da una a quattro) complessiva e articolata in content (esaustività, unicità, affidabilità e aggiornamento), design rating (efficacia di grafica ed elementi audio e video, estetica, creatività) e technical merit (facilità di navigazione, possibilità di effettuare ricerche specifiche, presentazione logica delle informazioni, frequente manutenzione dei links).

Numerosi indici (quelli delle organizzazioni e delle persone coinvolte, con e-mail, quello degli archivi disponibili anche su altri supporti, quello dei quasi 2000 soggetti e il master index di tutti i quasi 12.000 nomi propri e titoli significativi inclusi nelle schede degli archivi) e alcuni elenchi supplementari (una bibliografia ragionata di 74 guide introduttive a Internet in inglese, un glossario di 360 termini relativi a Internet e una Directory of subject directories di 160 "WWW documents that function as directories (with hypertext links) to many other WWW sites and documents on a particular topic" con relativi URL e ordinata in 25 ampi soggetti) arricchiscono ulteriormente l'opera.

Pochi i rimandi descrittivi, in gran parte sostituiti dalle numerose forme alternative presenti nelle registrazioni e regolarmente indicizzate, e numerosi invece quelli semantici dell'indice per soggetto, peraltro non riuscitissimo nella scelta delle intestazioni, talvolta fuori fuoco o eccentriche benché dichiarino di ispirarsi a quelle della Library of Congress.

Prevalentemente americano pur senza trascurare completamente le risorse del resto del globo - ma d'altronde questa è oggi la realtà di Internet - il repertorio Gale, incomparabilmente superiore alla paccottiglia raccogliticcia dei vari Cerca Internet, Internet directory e Internet tour che infestano le nostre edicole (con la parziale eccezione delle Internet yellow pages di Tecniche nuove), conferma la serietà professionale dell'editore e costituisce uno strumento professionale più che dignitoso per ogni bibliotecario, ma trova nella selezione delle fonti il suo difetto principale.

Nonostante le dichiarazioni iniziali sono presenti anche singole risorse difficilmente includibili nella categoria dei repertori o delle banche dati, come molti siti istituzionali e addirittura singoli libri (Zen and the art of the Internet, naturalmente), mentre mancano invece quasi completamente i cosiddetti motori di ricerca e gli altri indici generali di Internet che della funzione repertoriale sono la quintessenza, tanto da essere talvolta chiamati metarisorse. Sfuggono anche i motivi che hanno indotto i curatori a separare i 160 titoli della directory of subject directories dagli altri, spesso simili, della sequenza principale. D'altronde il loro compito non era facile, visto che in rete le tipologie di fonti informative cui siamo abituati mutano, sfumano i propri confini e si ibridano l'una con l'altra, con risultati non sempre di facile definizione. Tutti concorderebbero, non solo per il nome, sulla natura di database dell'Internet movie database http://www.cm.cf.ac.uk/movies (CGID n. 1297), mentre su quella della James Bond movie page http://www.dur.ac.uk/~dcs3pjb/jb/jbhome.html (CGID n. 1339) potrebbero sorgere dei dubbi: singolo documento multimediale a testo completo? raccolta di documenti autonomi? repertorio? URLografia? banca dati sui generis? pubblicità?

A causa della vastità e della rapidità di evoluzione delle fonti informative disponibili in rete numerosi sono purtroppo anche i settori trascurati o poco aggiornati per cui risulta indispensabile rivolgersi alla versione elettronica di CGID. Del tutto insufficiente è ad esempio, su carta, la scelta di risorse relative a biblioteche e biblioteconomia.

Uno strumento cartaceo come CGID può tuttavia mantenere una certa validità anche per il controllo di risorse volatili come quelle fornite da Internet, per la possibilità di essere consultato anche in assenza del collegamento online e per la maggiore possibilità di un "colpo d'occhio" complessivo che permetta di familiarizzare bibliotecario e utente alle nuove dimensioni informative reticolari, purché si sia sempre ben consapevoli del suo carattere meramente introduttivo e "di assaggio" e non gli si attribuisca l'utopico ruolo di "catalogo generale di Internet".

Per riassumere si potrebbe dire che quel che si trova su CGID è molto ben descritto e abbastanza ben indicizzato, ma che non si può mai esser sicuri di quello che ci troveremo (e soprattutto di quello che non ci troveremo).

Riccardo Ridi, Biblioteca della Scuola normale superiore di Pisa


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