Il panorama della letteratura professionale spagnola si è recentemente ampliato grazie alla nascita di una nuova rivista di biblioteconomia, pubblicata da una delle maggiori e più efficienti librerie commissionarie attive in Spagna e America Latina, la Puvill Libros S.A. di Barcellona. Si tratta di «Puvilibros: revista de biblioteconomía española», dalla periodicità mensile e il cui primo numero ha visto appunto la luce nel gennaio 1998.
La rivista è presentata quale strumento indispensabile per i bibliotecari. Spiace però constatare che tale premessa viene in gran parte smentita dalla natura stessa della pubblicazione. Chiunque abbia già una certa familiarità con la produzione editoriale spagnola rivolta al mondo delle biblioteche, può infatti rendersi immediatamente conto che «Puvilibros» in realtà non propone contributi critici originali, ma per buona parte riproduce su carta una rivista elettronica, il «Correo bibliotecario», bollettino informativo mensile emesso dalla Subdirección general de coordinación bibliotecaria (SGCB) del Ministerio de educación y cultura e caratterizzato da una vocazione eminentemente pratica e di servizio. Se il «Correo bibliotecario» viene in effetti citato da «Puvilibros» in controcopertina come collaboratore, in ogni caso il debito da parte della nuova pubblicazione nei suoi confronti va ben oltre. Nella sua prima e più consistente sezione, infatti, «Puvilibros» ricalca interamente il «Correo bibliotecario» di due mesi prima (consultabile alla pagina ftp://rabel.bcl.uva.es/pub/Correo_Bibliotecario [ora ftp://rabel.bcl.uva.es/pub/correo/], riproponendo fedelmente tanto la successione delle varie sezioni ("Noticias de la SGCB", "Biblioteca públicas del Estado", "Mundo bibliotecario", "Boletines oficiales", "Novedades editoriales", "Convocatorias") quanto soprattutto le notizie fornite, sempre esposte con estrema sinteticità.
Alla luce di quanto detto, risulta ovvio che «Puvilibros» per il momento non può certo aspirare a costituirsi quale punto di riferimento per i bibliotecari spagnoli, proprio in quanto privo di spunti di riflessione. È questa senza dubbio una pecca piuttosto grave, a cui sembra comunque che l'editore cercherà di porre rimedio nei numeri successivi, attraverso l'inserimento di alcuni elaborati originali e andando nella direzione di un maggior approfondimento delle questioni trattate. Va altresì detto che, almeno nella sua seconda sezione, intitolata "Información bibliográfica novedades editoriales", «Puvilibros» può comunque rivelarsi assai utile, seppure limitatamente all'ambito delle procedure di catalogazione. In queste pagine infatti non soltanto si dà conto di quelle che sono le pubblicazioni più recenti nei più svariati ambiti disciplinari, ma per ciascuna di esse viene data anche la descrizione catalografica completa delle stringhe dei soggetti (secondo il soggettario spagnolo). Se saranno ovviamente soprattutto i bibliotecari spagnoli a giovarsi di tale servizio, quest'ultimo potrà comunque essere sfruttato anche da coloro i quali operano in una qualsiasi biblioteca che attinga alla produzione editoriale della Spagna. A questo proposito, basti pensare all'indubbio vantaggio per quei catalogatori, anche italiani, che possono talora trovarsi in difficoltà al momento dell'inserimento in Indice della notizia per quanto riguarda la forma da adottare dei cognomi spagnoli, spesso composti.