L'organizzazione bibliotecaria in provincia di Modena: vent'anni di biblioteche a Modena. Ravenna: Longo, 1996. 124 p. (Strumenti bibliografici; 9). ISBN 88-8063-079-2. L. 25.000.
Il Centro provinciale di documentazione di Modena ha compiuto da poco vent'anni, e ha festeggiato dando alle stampe questo volume a pił mani, apparentemente di interesse locale. Si tratta infatti di una ricostruzione dei progetti realizzati in questo lungo periodo dall'istituto incaricato per legge del coordinamento territoriale, a partire dai primi passi negli anni Settanta, attraverso svolte importanti come la configurazione in istituzione a seguito della legge 142 e la firma di convenzioni con le biblioteche locali, fino ad arrivare ai giorni nostri.
In primo luogo, l'esame del percorso del Centro permette di leggere in dettaglio vent'anni di vita delle biblioteche modenesi - comunali, statali, private, scolastiche - sotto l'aspetto non della loro vita interna ma dei rapporti di collaborazione finalizzati a obiettivi concreti; le difficoltà tecniche e organizzative della cooperazione sono ben note a tutti i bibliotecari, che perci= possono trovare utili gli spunti di riflessione derivanti dalla lettura di esperienze consolidate. In particolare, il saggio di Ugo Bulgarelli, L'organizzazione bibliotecaria modenese: i sistemi, analizza il tratto caratterizzante dell'esperienza provinciale modenese: la scelta dei sistemi bibliotecari intercomunali come perno della rete dei servizi e supporto alle biblioteche minori. Claudio Botti, a sua volta, in La rete informativa: storia, organizzazione, tecnologia, dà conto delle scelte tecnico-informatiche e dei progetti di sviluppo in questo ambito.
Secondo e forse ancor maggiore motivo di interesse del volume, è il metodo di analisi applicato dal saggio iniziale di Giorgio Montecchi, La biblioteca pubblica come istituzione della comunità: siamo infatti davanti a una seria e minuziosa ricostruzione storica, basata sui documenti e applicata a un periodo molto recente. Il lavoro di scavo e ricomposizione è tipico della ricerca storico-archivistica, ma è originale la sua applicazione agli anni pił vicini della nostra storia: così nella penna di Montecchi verbali, relazioni, regolamenti assurgono alla dignità di documenti d'archivio, anche se reperiti nei registri di protocollo e nei cassetti delle scrivanie. Analogo è il metodo, anche se applicato a un ambito programmaticamente ristretto, seguito da Ubaldo Fraulini e Raffaella Manelli per il loro saggio a due mani, L'istituzione Centro di documentazione attraverso la lettura dei suoi regolamenti.
Meris Bellei, Servizio biblioteche del Comune di Modena