Chris Batt. Information technology in public libraries. 5th ed. London: Library Association, 1994. IV, 169 p. ISBN 1-85604-115-8. £ 26.


Chris Batt, responsabile delle biblioteche e dei musei della municipalità di Croydon, presenta, in questa quinta edizione, una rassegna ampia e approfondita dello stato dell'automazione nelle biblioteche del Regno Unito.

L'opera è basata sui risultati di questionari sull'argomento sottoposti alle biblioteche nell'arco di dieci anni, commentati nella prima parte del libro e presentati attraverso tabelle molto dettagliate nelle appendici che lo completano.

Il primo capitolo è dedicato a quelle che sono le funzioni vitali della biblioteca: prestito, catalogazione e acquisizioni. Primo dato interessante è il raddoppio del numero delle biblioteche che risultano passate al prestito automatizzato: dal 1983 al 1993, 137 su 168 enti interpellati. Solo in Irlanda non si è verificato nessun cambiamento dal 1991, sebbene siano disponibili dei sistemi adattabili alle necessità di biblioteche di piccole dimensioni, presenti ad esempio in alcune biblioteche scozzesi. Dal quadro delineato risulta evidente che per le biblioteche in cui la gestione del prestito e del catalogo sono ancora completamente manuali sarà sempre pił difficile adeguarsi alle nuove tecnologie.

La crescita dei sistemi di catalogazione automatizzata, già evidenzata nella precedente edizione dell'opera, è confermata dai dati attuali e riguarda soprattutto quelle biblioteche che possiedono sistemi integrati col prestito. Pił facilitato risulta essere il passaggio dall'automazione del prestito a quella del catalogo piuttosto che il contrario.

Notevole è anche l'incremento degli OPAC: da 7 nel 1985 a 83 nel 1993, indice di una maggiore attenzione alle esigenze dell'utenza.

Nel settore delle acquisizioni, lo sviluppo pił significativo riguarda la diffusione dello standard EDI, che facilita i rapporti con i diversi fornitori attraverso un formato standardizzato. Per quanto riguarda l'ambito delle tecnologie finalizzate al servizio informazioni, nonostante l'incremento di banche dati su CD-ROM, raddoppiate fra il 1989 e il '91, in crescita pił lenta tra il '91 e il '93, l'autore evidenzia una minore disponibilità finanziaria. Finora le spese sostenute per le fonti di informazione elettronica restano ai margini delle spese di una biblioteca.

Oltre a queste considerazioni di carattere finanziario viene sottolineata la necessità di una formazione adeguata dello staff che si occupa dell'assistenza al lettore; nel testo vengono inoltre riportati i dati relativi all'uso interno e alla disponibilità diretta al pubblico delle basi dati su CD-ROM. Nonostante l'incremento di questi nuovi strumenti di ricerca, dai dati rilevati risulta che per le informazioni di maggiore attualità ci si rivolge ai collegamenti in linea, per i quali viene richiesto generalmente un rimborso delle spese sostenute. Interessante è la parte del testo che tratta del prestito di software, che risulta generalmente in diminuzione, tranne che per i software tipo Amiga nel settore ludico ed educativo e per quelli legati a progetti dell'open learning. Gli alti costi non permettono infatti alle biblioteche pubbliche di continuare ad offrire questo servizio, se non per settori molto specifici e peculiari dell'ambito bibliotecario come appunto quello dell'open learning, che rappresenta un importante sviluppo nel futuro delle biblioteche pubbliche.

La ricerca esamina anche la diffusione di software in ambito amministrativo, per lo pił progettati per l'utilizzo in rete, anche se talvolta la complessità di gestione porta l'utente a preferire la modalità stand alone. In questi ultimi anni le reti amministrative si sono estese anche agli uffici periferici, così che le biblioteche possono attingere a sistemi di automazione d'ufficio molto potenti.

Nel quarto capitolo si confrontano i dati di ciò che è stato pianificato con ciò che effettivamente è stato realizzato. L'automazione dei processi di acquisizione del materiale risulta essere fra quelle che vengono maggiormente pianificate, anche se la loro realizzazione dipende soprattutto dalla diffusione dello standard EDI, che si prevede aumenterà in poco tempo. Pił in generale l'autore si sofferma sui dati relativi ai cambiamenti delle procedure lavorative con i conseguenti risultati di maggiore efficienza nella gestione dei servizi.

Molto interessanti sono le riflessioni conclusive che Batt ci riporta nell'ultimo capitolo, dove ripercorre il cammino fatto dall'automazione a partire dalla metà degli anni Sessanta, con i primi tentativi di catalogazione e di circolazione del documento, attraverso gli anni Settanta con l'uso di cataloghi su microfilm, fino alla situazione attuale della realtà inglese che presenta 137 authorities automatizzate e, probabilmente, non esiste biblioteca che non abbia un suo progetto di automazione.

Questo excursus è completato da un brano conclusivo che prefigura la realtà dell'automazione nelle biblioteche inglesi nel 2013, vent'anni dopo la ricerca svolta, in cui in modo molto realistico l'autore immagina l'evoluzione delle tecnologie e i servizi offerti al cittadino. "Innanzitutto la circolazione dell'informazione è ormai interamente gestita da una rete nazionale, la National Information Network, comunemente nota come "the Net", che rende direttamente accessibili da casa le numerose fonti informative. Tuttavia esistono ancora biblioteche tradizionali e lettori che, orientandosi tra gli scaffali, coltivano il piacere della lettura, rifiutando le alternative tecnologiche.

Grandi novità sono dovute alla diffusione dei nuovi supporti: esistono CD-ROM che contengono, suddivisi per materie prevalentemente scientifiche, fino a 50 titoli di libri; grazie alla rete e al formato standard utilizzato dagli editori, i lettori interessati possono contattare direttamente i fornitori i quali scaricano il libro scelto direttamente sul computer di casa.

Per quanto riguarda il servizio informazioni, sempre meno il personale dà direttamente la risposta: la figura del bibliotecario è sostituita ormai da quella dello specialista mediatore dell'informazione, che anche da casa può rispondere direttamente alle richieste dell'utente.

Si è giunti a una maggiore distinzione dei ruoli fra biblioteche pubbliche e settore commerciale basata su un rapporto di collaborazione pił chiaro: la biblioteca fornisce informazioni e nello stesso tempo è una vetrina dei nuovi prodotti.

Nonostante la possibilità di usufruire dei servizi della rete da casa, molte persone si recano ancora in biblioteca a consultare le basi di dati perché si trovano pił a loro agio in un ambiente tranquillo e anonimo o perché possono direttamente chiedere aiuto in caso di problemi di malfunzionamento.

Un'attività chiave rimane il prestito dei libri, mentre il servizio informazioni è cambiato in modo significativo: i rapporti con i fornitori sono pił chiari, vi è una maggiore cooperazione fra le biblioteche e le altre agenzie pubbliche, l'informazione viene divisa e fornita in modo pił efficace. La biblioteca pubblica rimane al suo posto anche come luogo fisico, mentre altri tipi di biblioteche e di servizi di informazione sono diventati luoghi virtuali, riversando tutte le loro risorse nelle basi di dati di tutto il mondo.

Concludendo, questo tipo di biblioteca pubblica rimane un punto chiave nella comunità locale, ma ancor pił rappresenta un nodo nella rete internazionale dell'informazione che raggiunge direttamente l'utente nella propria casa".

Questo studio sullo stato dell'automazione delle biblioteche pubbliche britanniche è corredato da appendici che riportano le tabelle con i risultati dei questionari. In realtà, è proprio su questa seconda parte che è costruito il testo, a commento di una quantità di dati molto specifici, utili per verificare oggettivamente l'uso di prodotti informatici, la diffusione delle procedure, la previsione degli sviluppi futuri in area britannica.

Alberta Dellepiane - Cinzia Nicoletti, Biblioteca civica Berio, Genova