Hemalata Iyer. Classificatory structures: concepts, relations and representation. Frankfurt/Main: Indeks Verlag, 1995. 229 p. (Textbooks for knowledge organization; 2). ISBN 3-88672-501-4. DM 42.80.


Il campo di indagine prescelto da questo volume è la rappresentazione della conoscenza intesa come organizzazione delle informazioni, dalla sua genesi nella mente umana alla sua esplicitazione nei sistemi di trattamento dell'informazione. I processi di categorizzazione del sapere, connaturati alle fasi di apprendimento della conoscenza, si traducono nella realizzazione di strumenti di consueto utilizzo nell'esperienza professionale di bibliotecari e operatori dell'informazione: schemi di classificazione documentaria, thesauri, sistemi di indicizzazione. Allo stesso modo, l'impianto relazionale che collega i concetti nella nostra configurazione mentale viene prodigiosamente riprodotto tramite i pił evoluti sistemi di intelligenza artificiale.

La familiarità con le strutture di partizione sistematica delle conoscenze finisce quindi per allineare lungo una medesima traiettoria di ricerca psicologi della cognizione e professionisti dell'informazione, parimenti impegnati a sondare la dinamica di richiesta e di recupero dei dati.

La tesi sicuramente pił accattivante prospettata dal testo è quella di una interdisciplinarità progressiva e marcata tra i diversi settori della conoscenza, a conferma di una eterna circolarità del flusso informativo e in adesione ai moderni concetti di rete, integrazione e condivisione dei dati. In questa dimensione intercomunicante di esperienze conoscitive, non si rivela dunque azzardato ipotizzare accostamenti tra discipline quali biotecnologia, astrofisica e geopolitica, ad esempio, aree di studio che solo una tradizione obsoleta perdura a confinare entro ambiti definiti privi di connessioni.

In tale contesto, i sistemi di classificazione documentaria si pongono a espressione della complessità della conoscenza nelle sue stratificazioni suscettibili di revisioni nel tempo, fermi restando l'impianto strutturale, l'agilità d'uso e l'accuratezza di metodo che ne governano l'articolazione. L'essenza stessa di questi sistemi riproduce i modelli cognitivi assunti dalla mente umana e fa proprio lo schema logico lungo il quale si articola il pensiero. Questa analogia di impronta costituisce una garanzia di stabilità e universalità per i vari linguaggi di indicizzazione e mantiene fede al naturale, fondamentale processo di raggruppamento dei concetti in base a caratteristiche comuni. Ulteriore elemento di vitalità degli strumenti terminologici strutturati è la costante tendenza verso l'incorporamento di voci appartenenti al patrimonio linguistico degli utilizzatori, cioè degli utenti dei sistemi di recupero dell'informazione.

Esposti i principi generatori della classificazione come applicazione diretta di un'attitudine mentale, si procede a descrivere la tipologia dei maggiori sistemi in uso, dopo aver tracciato un ipotetico asse che visualizza a un estremo la categoria degli schemi di tipo enumerativo e all'altro quella delle classificazioni a faccette. Tra questi due capi si situano i singoli schemi valutati in base al grado crescente di apparato sintetico: dalla Library of Congress Classification, maggiormente ancorata a un impianto enumerativo monolitico che non rende esplicita la combinazione degli elementi componenti la notazione, alla Colon Classification ideata da Ranganathan e rimasta fedele fin nella sua settima edizione, quella attuale, al modello analitico-sintetico della scomposizione concettuale. Tra questi due poli si dipana la graduatoria dei sistemi intermedi, a cominciare dalla Classificazione decimale Dewey, forse la pił diffusa in assoluto, originariamente sorta con una identità enumerativa ed evolutasi nell'arco di venti edizioni verso una fisionomia pił libera e dinamica, e la Classificazione decimale universale, derivata dalla stessa logica della Dewey, ma integrata anch'essa da tavole ausiliarie orientate a esprimere un pił alto grado di sintesi. Infine, decisamente ascrivibile all'area dei sistemi a faccette, di cui applica i principi di sintesi, è la Bliss Bibliographic Classification.

L'analisi in dettaglio dei singoli sistemi sfuma verso una rassegna comparativa dei pro e contro di ciascuno. Gli schemi governati dall'apparato sintetico risultano meno estesi; basti pensare all'unico volume della sesta edizione della Colon Classification, rispetto ai quaranta tomi della Library of Congress Classification. Altro elemento discriminante tra sistemi enumerativi e sistemi a faccette riguarda l'ospitalità dello schema di classificazione, quasi negata nei primi, dove l'ingresso di nuove voci è previsto solo a seguito di revisioni delle liste, mentre è ampiamente ammessa nella dinamica interna dei secondi. D'altra parte, se la notazione denuncia una certa complessità di lettura nei sistemi a faccette, che richiedono una conoscenza dei principi sottesi alla loro costruzione, l'andamento decimale degli schemi enumerativi risulta pił intellegibile anche agli inesperti.

A complemento della descrizione analitica dei diversi sistemi, ci si sofferma sulla sequenza delle fasi di realizzazione di uno schema a faccette, dalla raccolta dei termini da raggruppare in categorie preliminari, alle caratteristiche di suddivisione dei concetti, fino a prevedere un ordine di citazione e ad assegnare un codice alfanumerico alle faccette generate.

Ulteriori strumenti di controllo del linguaggio vengono presi in esame sotto il profilo sia semantico (definizione del termine e sue relazioni) che sintattico (morfologia, forma grammaticale del termine e posizionamento nella frase). Si fa riferimento, ad esempio, a schemi di classificazione di tipo gerarchico, contrassegnati da una sezione tesaurale comprensiva di relazioni semantiche di gerarchia (broader e narrower terms) e di affinità (related terms).

Rientrano a pieno titolo in questa summa dei linguaggi strutturati i sistemi di indicizzazione computerizzati come il PRECIS, fondato sulla logica degli operatori di ruolo che determinano le funzioni sintattiche delle parole all'interno di una stringa di soggetto, e il POPSI, basato sul modello della struttura profonda del linguaggio che individua categorie elementari di concetti (disciplina, entità, azione, proprietà) e termini modificatori che ne delineano il contesto semantico (spazio, tempo, ecc.).

Di indubbio valore innovativo è la valutazione degli schemi di classificazione quali strumenti di recupero dell'informazione nei cataloghi informatizzati. Sono infatti evidenziati i fattori che ne facilitano l'utilizzazione attraverso gli OPAC, soprattutto per i sistemi di classificazione a faccette. Tra di essi citiamo la possibilità di incorporare lo schema gerarchico nei sistemi in linea, la creazione di un'interfaccia in grado di tradurre le richieste in linguaggio naturale nel vocabolario controllato dell'indicizzatore e la previsione di ricerca per termine troncato anche per le notazioni.

Altre applicazioni della logica classificatoria trattate nel volume sono l'indicizzazione a catena creata da Ranganathan per derivare indici di intestazioni per soggetto da numeri di classificazione, un'applicazione che grazie a metodologie computerizzate ha prodotto strategie di ricerca impensabili tramite gli indici cartacei. Parallelamente, vengono illustrate le caratteristiche di sistemi prototipi, cioè di prospetti di interfaccia per testare l'uso di schemi di classificazione tradizionale nella ricerca sui cataloghi in linea.

Un ultimo raccordo viene istituito con i sistemi di intelligenza artificiale, un'area di studi strettamente collegata ai criteri di classificazione e rappresentazione delle conoscenze e in generale all'ambito delle scienze dell'informazione. Le applicazioni proposte riguardano la realizzazione di sistemi esperti e di programmi per calcolatori che simulano i processi cognitivi nei settori dell'information retrieval, del reference e dell'indicizzazione. Un esempio è rappresentato da PLEXUS, sistema esperto creato per guidare l'utente all'informazione dissolvendone le incertezze senza ricorrere all'ausilio di un intermediario. Responsabile di questa capacità di interpretare le richieste dell'utente è una categorizzazione semantica dei termini relativi a una ipotetica richiesta, in grado di puntare e offrire l'informazione desiderata.

Un'osservazione conclusiva riguarda l'utilizzazione di questo volume, indirizzato a un ampio raggio di professionisti: dagli organizzatori di attività didattica sui sistemi di organizzazione delle conoscenze, avvantaggiati da un ricco corredo di esercitazioni proposte in calce ai vari capitoli, fino agli esperti di progettazione di strumenti online per il recupero dell'informazione. Non ultimi gli indicizzatori, che potranno consolidare la propria preparazione grazie all'utile comparazione dei vari sistemi, al respiro interdisciplinare della trattazione, all'ampia bibliografia e alla generosa visualizzazione di esempi.

Elisabetta Poltronieri, Biblioteca dell'Istituto superiore di sanità