Jean-Pierre Lardy. Recherche d'information dans Internet: outils et méthodes. Paris: ADBS, 1996. 96 c.: ill. (Collection Sciences de l'information. Série Recherches et documents). ISBN 2-901046-79-7. FF 175.
Con questo nuovo volume l'Association française des professionnels de l'information et de la documentation presenta un strumento di impiego immediato per documentalisti e bibliotecari. La forma è quella tipica della letteratura grigia al fine di poter abbreviare i tempi di pubblicazione e di evitare una discrepanza fra i dati riportati nell'opera e quelli reali. L'obiettivo dell'autore è principalmente quello di fornire poche ed essenziali linee guida per orientarsi nella navigazione in Internet. Infatti nonostante l'apparente facilità del mezzo telematico, data essenzialmente dalle interfacce via via sempre più amichevoli, non è possibile sottacere le continue difficoltà incontrate dall'utilizzatore che regolarmente si cimenta nella ricerca di informazioni nella rete.
L'autore sottolinea una delle caratteristiche più evidenti dello sviluppo di Internet: il fatto che la rete, riprendendo una celebre citazione di André Maurois, sia assimilabile ad un "auberge espagnole" dove si trova soltanto ciò che vi si è portato. La rete telematica internazionale è cioè eterogenea in modo eclatante: su alcuni argomenti si può trovare fin troppo, su altri invece c'è il silenzio assoluto. Questa peculiarità è dovuta precipuamente alla provenienza universitaria dei suoi primi utilizzatori, i quali hanno avuto e hanno tuttora la possibilità di inserire informazioni e di usufruirne, seguendo le proprie necessità e quindi privilegiando o trascurando determinati settori culturali.
È altrettanto necessario evidenziare che da questa peculiarità deriva peraltro una ricchezza immensa: infatti la libera diffusione di documenti e informazioni, al di fuori delle leggi di frontiera e di mercato, ha favorito lo scambio senza fini di lucro di idee, di servizi e di risorse, e ha dato vita a un esercito di anonimi volontari che si dedicano a migliorare la rete e a immettere un sempre maggior numero di testi, immagini e programmi. In questo mare magnum, in cui non è facile orientarsi nonostante la diffusione dei servers Web, che permettono tramite i collegamenti ipertestuali di arrivare più rapidamente e miracolosamente alle risorse, si è avvertita la necessità di avere dei cataloghi che censiscano e consentano di individuare ciò che è realmente disponibile sulla rete.
Lardy distingue tra due principali strumenti di ricerca, definiti "umani" e "automatici"; i primi sono costituiti da guide e liste tematiche (molto interessante, detto per inciso, il sito CyberDewey che organizza tutti i siti censiti in base alla omonima classificazione) che forniscono indirizzi e varie informazioni, nonché da carte geografiche cliccabili che danno accesso diretto alle risorse di un determinato luogo. Questi mezzi necessitano di un aggiornamento costante e quindi rischiano di diventare obsoleti e inutilizzabili se sono trascurati. Al contrario gli strumenti automatici, i cosiddetti motori di ricerca, forniscono sempre delle informazioni attendibili poiché periodicamente percorrono la rete per immagazzinare dati che poi formeranno delle banche dati interrogabili. Tuttavia non sempre questi mezzi di indagine risultano superiori a quelli curati da tecnici. Chiunque abbia infatti utilizzato uno qualsiasi dei motori di ricerca, avrà avuto modo di rilevare che non sempre i risultati, per quanto numericamente consistenti, sono pertinenti o comunque perfettamente rispondenti alla ricerca effettuata. Ciò deriva dal fatto che spesso i termini introdotti per la ricerca compaiono nell'URL o nella descrizione della risorsa, ma in un contesto non coincidente con l'indagine impostata. Per questo motivo è comunque importante riuscire a combinare i due strumenti di ricerca per avere risultati migliori.
Bisogna sottolineare quanto sia importante nel recupero dell'informazione il ruolo del professionista che opera delle scelte determinanti nell'analisi e nell'uso delle risorse messe a disposizione dalle nuove tecnologie. E proprio l'ADBS ha messo in atto in anni recenti un programma organico di qualificazione e di formazione diretto a coloro che operano nell'ambito della documentazione. Dal 1994 l'ADBS infatti, in conformità con la norma internazionale sulla qualità ISO 9000 e con quella europea EN 45013, ha cominciato ad applicare una procedura di certificazione dei livelli di competenza dei professionisti dell'informazione, documentalisti in primis, ma anche bibliotecari che grazie alla biblioteca virtuale ed elettronica svolgono sempre più il ruolo di mediatori dell'informazione.
Sarebbe quindi auspicabile che anche nel nostro paese si iniziasse a mostrare una reale attenzione alle prerogative professionali dei documentalisti e dei bibliotecari, i quali spesso non riescono a veder riconosciute adeguatamente le loro capacità professionali.
Giulia Pili, Centro bibliotecario della Facoltà di ingegneria, Università di Pisa