RECENSIONI E SEGNALAZIONI

National libraries 3: a selection of articles on national libraries, 1986-1994, edited by Maurice B. Line & Joyce Line. London: Aslib, 1995. VII, 303 p. (Aslib reader series; 10). ISBN 0-85142-3426. £ 56.


In un'epoca in cui il concetto di biblioteca virtuale/biblioteca universale va diffondendosi a macchia d'olio, affermandosi ovunque, ha ancora senso parlare di biblioteche nazionali, ossia di grandi istituzioni deputate a raccogliere, conservare e diffondere il patrimonio librario di una nazione? Dipende. È evidente che inteso in un'accezione tradizionale il ruolo di questi istituti è sottoposto a dura prova, scricchiola, e finisce per non reggere alle sollecitazioni imposte dalle nuove metodologie e tecnologie di diffusione dell'informazione. E la risposta in tal caso è quasi certamente negativa o perlomeno dà adito a consistenti interrogativi circa la loro ragion d'essere.

I motivi di questa crisi vengono ben messi in evidenza nel saggio di Maurice Line contenuto nel volume (National libraries in a time of change): crescita esponenziale dei materiali pubblicati, problemi di conservazione, aumenti continui delle spese e difficoltà di ottenere un equilibrato rapporto costi/benefici, necessità di adattarsi e convertirsi alle nuove tecnologie e di offrire prodotti e servizi diversificati.

Tuttavia lo stesso Line ci indica varie possibili soluzioni - in vari casi già attuate - per la definizione dei compiti di una biblioteca nazionale "ideale" in un'"epoca di cambiamenti": conservare un campo molto ampio di funzioni senza assolverle però tutte in modo completo e soddisfacente; ridurre questo campo di azione e garantire l'assolvimento di uno o due compiti principali in modo ottimale; mantenere o addirittura estendere il ventaglio delle funzioni con il supporto di finanziamenti pubblici o con integrazioni provenienti dal settore privato.

Il costante aumento delle pubblicazioni e soprattutto la diversificazione dei materiali che ne costituiscono il supporto, non più limitati all'ambito cartaceo ma con una sempre maggiore incidenza del formato elettronico e del non book, pongono poi notevoli problemi, anzitutto di scelta della forma da acquisire (qualora la pubblicazione presenti delle alternative) e in seconda battuta di conservazione, dislocazione e lettura.

La conclusione di Line è che il dibattito non dovrebbe interessare tanto la definizione di ruoli e compiti delle biblioteche nazionali quanto soprattutto incentrarsi sulla loro ragione e necessità d'essere, su cosa esse rappresentano e sui perché, sui motivi per i quali dovrebbero continuare a svolgere le attività che tutti dichiarano di loro competenza.

Siamo partiti dall'articolo di Maurice Line (che dell'opera è anche uno dei curatori) perché ci è sembrato che ben riassumesse lo spirito e i contenuti di questo volume, che è il terzo in ordine cronologico (i primi due sono del 1979 e del 1985) della serie dedicata alla raccolta miscellanea di articoli sulle biblioteche nazionali di tutto il mondo. L'arco temporale coperto nel caso specifico va dal 1986 al 1994.

Nell'introduzione vengono dichiarati i criteri di selezione che hanno portato alla scelta dei saggi, non essendo stato ovviamente possibile coprire integralmente la produzione di articoli su un tema così vasto e trattato. Partiti da un primo nucleo di 150 articoli i curatori hanno operato una riduzione a una cinquantina, all'interno dei quali è stata effettuata la scelta finale dei 35 pubblicati.

Vari sono stati i criteri di selezione: gli articoli dovevano anzitutto coprire il maggior numero di argomenti; sono stati poi in linea generale, salvo giustificati motivi, eliminati quelli su biblioteche già trattate nei volumi precedenti; si è cercato inoltre di assicurare la più vasta copertura geografica, compatibilmente con i due criteri precedenti. Importante, infine, la considerazione della rilevanza del tema trattato nel momento in cui gli articoli sono stati scritti: ciò ha portato a non privilegiare gli articoli più recenti ma quelli che meglio riflettessero situazioni e problemi di un periodo particolare. Condicio sine qua non il fatto che i testi fossero redatti in inglese o francese.

Il risultato finale è un volume suddiviso in tre parti, con un'importanza crescente attribuita alle sezioni. Se infatti la prima parte (General) si compone di cinque articoli di carattere introduttivo o generale, già la seconda (Special aspects) assume maggiore rilevanza portando a nove il numero dei contributi, dedicati a vari temi, dalla cooperazione ai servizi, al deposito legale, alla politica delle acquisizioni. Ma è la terza parte (National libraries in different regions and countries) a svolgere il ruolo principale, occupando da sola circa due terzi del volume con una ventina di articoli suddivisi secondo un criterio geografico che ha portato a qualche squilibrio, con una penalizzazione evidente delle aree africana e americana e una palese situazione di privilegio, come forse naturale, per l'Europa. Particolare interessante la presenza di due saggi raggruppati sotto la notazione geografica Mondo arabo.

Pur nell'impossibilità di entrare in un'analisi puntuale dei diversi contributi, ci sembra doverosa una breve segnalazione per l'articolo di Eric Wainwright dall'emblematico titolo The national library in an electronic age: dinosaur or catalyst (1993), che ben riassume la difficile epoca di transizione che sta interessando questa particolare tipologia di biblioteche, introducendo numerosi spunti di riflessione sulle funzioni loro proprie e sulle strategie da adottare nel prossimo futuro.

Franco Toni, Biblioteca nazionale centrale di Roma