[AIB] Associazione italiana biblioteche. Bollettino AIB 1996 n. 4 p. 459-460
RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Pat Oddy. Future libraries, future catalogues. London: Library Association, 1996. XI, 180 p. ISBN 1-85604-161-1. £ 35.


L'autore dirige la divisione di catalogazione della British Library e ha fatto parte della commissione per la revisione delle AACR dal 1992 al 1996. È sua convinzione e tesi fondamentale del volume che la biblioteca virtuale sia una chimera, inseguita dai bibliotecari presi dal miraggio di offrire accesso a tutto, a tutti e gratis. In realtà questa seduzione potrebbe essere fatale per i valori professionali dei bibliotecari: è necessario piuttosto ripensare ai valori e alle strategie per realizzarli all'interno del clima sociale ed economico attuale. In particolare, scopo del libro è contribuire a questa analisi osservando il cuore della biblioteca e cioè il suo catalogo. Per immaginare il futuro della catalogazione bisogna innanzitutto guardare alla collezione futura della biblioteca e a come dovrà essere strutturato il catalogo per essere il più efficiente possibile. Tutto questo nell'era dell'informazione e della comunicazione ma anche nel preciso contesto sociale economico e politico entro cui vive la biblioteca.

Il primo capitolo, infatti, analizza il contesto sociale inglese e il ruolo giocato dalle biblioteche il cui scopo primario è appunto quello di fornire informazioni ma anche l'accesso ai contenuti di una collezione organizzata in un modo sistematico. Al giorno d'oggi parrebbe che la biblioteca elettronica via Internet sia l'unico modello proponibile per la biblioteca futura, ma questo, secondo l'autore, è assolutamente irrazionale e semplicistico, e in particolare non tiene conto dei costi e delle reali ricadute sociali. Mentre obiettivo delle biblioteche deve essere l'avanzamento della conoscenza e lo sviluppo sociale, oggi esse sono sempre più distratte dalle pressioni di un ambiente orientato al mercato e dalla esplosione dell'informazione. Al contrario proprio nell'organizzazione del materiale e della conoscenza sta la grande differenza tra le biblioteche e il mondo virtuale di Internet. In particolare, il linguaggio controllato del catalogo migliora e approfondisce le possibilità di accesso alle informazioni e al sapere.

Assumendo che scopo precipuo del catalogo sia l'accesso al contenuto fisico e intellettuale della biblioteca, l'autore espone una rassegna degli strumenti indicizzatori possibili, quali ad esempio gli stessi indici dei libri, accessi analitici al contenuto della letteratura periodica, banche dati in CD-ROM appositamente create, ecc., sottolineando il fatto che finora le biblioteche hanno sempre mancato di dare l'accesso analitico alle proprie collezioni. Nel tentativo di dimostrare che le biblioteche rispondono a esigenze di controllo finanziario e di contenimento dei costi fornendo accessi rapidi ed esaustivi alle voci specifiche, stiamo impoverendo il valore di mercato dei nostri sistemi organizzati, nello stesso tempo non esprimendo l'intero potenziale delle nostre collezioni. È fondamentale invece investire nel futuro.

La biblioteca vive per servire la sua comunità di utenti: il bibliotecario organizza le informazioni in modo che possano essere usate e nel processo di quell'uso si acquisisce la conoscenza, conoscenza di cui beneficia l'intera comunità. Gli studiosi del mercato sono invece maggiormente soddisfatti dal concetto della biblioteca elettronica che focalizza l'attenzione non sulla comunicazione della conoscenza ma sulla ricerca individuale dell'informazione, essi vedono i bibliotecari come information brokers. Noi bibliotecari stiamo perdendo la comprensione della funzione collocativa del catalogo e come esso deva interagire con la collezione classificata per consentire l'accesso al contenuto fisico e intellettuale della biblioteca.

Catalogare è l'attività nella quale i bibliotecari usano informazioni per aiutare a creare informazione circa altre informazioni. È un'arte che mette insieme l'approccio analitico scientifico degli standard bibliografici con la glossa interpretativa delle politiche applicative. I costi della catalogazione dovrebbero via via abbassarsi grazie alla catalogazione partecipata, all'uso degli standard e al progressivo declino della catalogazione originale. Il modello da perseguire nel futuro è quello di una catalogazione originale fatta una volta per tutte, per tutti i cataloghi individuali delle biblioteche dove l'informazione locale sul posseduto deve essere completata dalle ricerche su cataloghi collegati a livello nazionale e internazionale. Si potrebbe anche arrivare a immaginare un organismo di catalogazione unico e internazionale. Per creare questo sistema di accesso bibliografico è necessario che vi sia un approccio comune e uno sviluppo continuo degli standard, ma soprattutto i sistemi bibliografici e tecnici devono essere liberati dalle pastoie di una base dati locale isolata. Cooperazione a tutti i livelli è il grande obiettivo del prossimo decennio anche nella revisione di standard come le AACR e il formato MARC, che forse potrebbe essere sostituito dallo SGML.

La riflessione dell'autore sul catalogo nell'era digitalizzata si chiude con un invito a ristudiare il passato, riscoprendo i principi di base dell'organizzazione della conoscenza e il modo in cui catalogo e collezione interagiscono indipendentemente dai supporti su cui il contenuto intellettuale viene ospitato. Nonostante i tagli economici subiti ormai da tutte le biblioteche, grandi e piccole, in tutto il mondo, egli auspica che la qualità non venga mai meno, anzi possa essere migliorata mediante l'identificazione della sua essenza.

Luisa Buson, Centro di ateneo per le biblioteche, Università di Padova