Associazione italiana biblioteche. Bollettino AIB 1996 n. 4 p. 457-459
Catalogazione retrospettiva: esperienze nelle biblioteche del Lazio: atti della giornata di studio, Roma, 5 dicembre 1995, a cura di Gabriele Mazzitelli e Paul G. Weston. Roma: Associazione italiana biblioteche, Sezione Lazio, 1996. 118 p. ISBN 88-7812-034-0. L. 20.000 (L. 15.000 per i soci AIB).
Il 5 dicembre 1995 la Sezione Lazio dell'AIB ha organizzato una giornata di studio che ha coinvolto bibliotecari di biblioteche piccole e grandi, di proprietà privata e pubblica, generali e specializzate, con l'obiettivo di tentare un primo, sommario bilancio di esperienze laziali circa i progetti e le procedure del trasferimento su supporto elettronico delle informazioni bibliografiche dei cataloghi cartacei esistenti e, in diversi casi, della catalogazione di fondi correnti o mai censiti. Gli atti sono stati pubblicati con celerità in considerazione dell'interesse dei contributi presentati e dell'attualità della tematica, ampiamente dibattuta anche sulle pagine degli ultimi numeri del nostro "Bollettino" e sulla quale l'IFLA ha pubblicato delle raccomandazioni (Guidelines for retroconversion projects, "IFLA journal", 16 (1990), n. 1, p. 32-36). Il volume offre più di quanto annunci il titolo: descrive una tematica centrale degli anni Novanta nella concretezza del lavoro bibliotecario di una regione che può contare su un elevato livello professionale dei bibliotecari e su una cooperazione per certi versi insospettata, altrove enunciata o smarrita. Risalta l'accorta regia del convegno: interventi concisi, circoscritti, chiari, ricchi di informazioni. La catalogazione retrospettiva, scrive Paul G. Weston, curatore scientifico dell'incontro, "ha richiesto [...] studi preliminari, indagini sulla disponibilità di dati e tecnologie, il coinvolgimento di personale specializzato e di giovani da addestrare". Le biblioteche hanno adoperato tre metodologie: la ricatalogazione originale dei documenti, la catalogazione derivata (che ha tratto beneficio anche dalla BNI su CD-ROM) e la scansione ottica delle schede. L'accento è posto sulla seconda (tema caro a Weston, affrontato in La catalogazione derivata, Città del Vaticano: Biblioteca apostolica vaticana, 1993). L'autore cita inoltre un promettente esperimento condotto dall'Università di Padova di cattura di notizie bibliografiche provenienti dalla Library of Congress, da accettare con entusiasmo perché "potrebbe contribuire al superamento di un certo isolamento" di cui hanno mostrato di soffrire le biblioteche italiane, dovuto a problemi linguistici, catalografici e tecnologici. Catalogare di prima mano un libro su dieci, ricorda Weston in La catalogazione derivata, "è quanto avviene in un gran numero di biblioteche nord-americane". Ciò vale per i libri correnti che entrano nel circuito commerciale, meno o affatto per i libri a circolazione limitata, i libri presenti in fondi antichi e di documentazione territoriale, per i quali la Regione Lazio ha tuttavia pianificato una "catalogazione intensiva". Caterina Fasella, database editor di URBS (con A. Rita) illustra analiticamente le tecniche e le metodologie strategiche del ricupero, con riferimento esplicito all'esperienza di URBS, non trascurando di mettere in risalto l'occasione eccezionale che la riconversione rappresenta per il controllo di qualità del catalogo, con la correzione di errori e di inesattezze, soprattutto negli accessi, e la creazione di nuovi indici, come ricorda Gianfranco Crupi nel suo intervento alla fine del volume. (Errata corrige: non Amphiteatrus Flavius bensì Amphitheatrum Flavius. Obiezione: ma è proprio giusto formulare le voci di soggetto in italiano per i monumenti antichi che, per ammissione dell'autrice, "nei principali repertori di topografia antica della città [di Roma] vengono citati con il nome latino" e sono citati in latino anche nella letteratura contemporanea internazionale? Volendo usare l'italiano, perché non adottare allora l'epiteto medievale con cui l'Anfiteatro Flavio è maggiormente conosciuto, Colosseo, come vorrebbe il principio dell'uso linguistico?). Seguono vari contributi di esperienze romane e laziali e un panorama dei progetti europei. Andreina Rita parla di URBS, l'esperienza di catalogazione partecipata fra tredici biblioteche di istituti culturali e accademie scientifiche prevalentemente straniere con sede a Roma. Il catalogo deriva da notizie catturate in basi di dati e create mediante catalogazione originale ed è consultabile in rete all'indirizzo telnet://librs6k.vatlib.it. Giuseppe Tabarelli parla del progetto URBE, la rete cui aderiscono quattordici biblioteche di atenei pontifici. Marisa Santarsiero, responsabile della catalogazione alla Bocconi, illustra, in un contributo molto concreto, l'esperienza condotta nell'università milanese e, soprattutto, i programmi europei. Isa De Pinedo e Cristina Magliano riferiscono sulle esperienze e sui molti progetti di riconversione con SBN (BNI aggiornata periodicamente, progetto CUBI, ecc.). Vincenzo Frustaci, responsabile SBN della Biblioteca Romana dell'Archivio Capitolino, presenta le caratteristiche dei fondi e il ruolo poco noto dell'istituto in cui lavora, incentrando il suo efficace intervento sulla catalogazione retrospettiva di una biblioteca che può definirsi "capostipite" per la rarità e la specificità delle sue raccolte di argomento romano. Nicoletta Campus Longo parla con grande ricchezza di informazioni della pianificazione catalografica - dalle scelte tecniche (software CDS/ISIS dell'Unesco) alle modalità di reclutamento del personale - compiuta dalla Soprintendenza ai beni librari della Regione Lazio. La Regione si muove con determinazione e costanza (come riconosce Frustaci nel suo intervento) nell'interesse di tutte le biblioteche presenti nel territorio, delle comunali in primo luogo, ma anche delle ecclesiastiche, ricche di fondi antichi e preziosi (1/6 del sec. XVI, 2/6 del XVII, 3/6 del XVIII, più due incunaboli), spesso prive di personale, risorse finanziarie, strumenti tecnici e bibliografici e "diffidenti nei confronti della pubblica amministrazione". In questo campo è stata necessaria la catalogazione originale dei documenti, i cui record (circa 6000 che presto arriveranno a 14.000) sono stati archiviati con il programma EDAN (un applicativo CDS/ISIS) in una base di dati che sarà messa a disposizione di altre biblioteche simili, le quali potranno godere dei vantaggi della catalogazione derivata. La Regione sostiene inoltre la partecipazione di molte biblioteche a SBN e la conversione dei cataloghi cartacei in cataloghi elettronici, dando priorità alle biblioteche aderenti a sistemi bibliotecari.
Seguono esperienze diverse fra loro, ma tutte interessanti, di biblioteche universitarie (Marco Di Cicco, Tor Vergata; Marisa Di Bisceglie, Biblioteca interdipartimentale "Giordano Giacomello" di Scienze chimico-farmaceutiche della Sapienza; Adelaide Piccolomo e Angelo Bardelloni, Biblioteca di matematica della Sapienza; Gianfranco Crupi, Biblioteca Angelo Monteverdi-Centro interdipartimentale per gli studi filologici, linguistici e letterari della Sapienza) e l'intervento conclusivo e realisticamente suggestivo di Carla Basili che s'interroga su Internet come strumento per la catalogazione retrospettiva, "una fucina di idee e di innovazione, che potrebbe dar luogo a soluzioni e modificazioni non ancora prevedibili anche per la concezione stessa del catalogo di biblioteca".
Com'è ricordato da diversi relatori (Weston e Crupi in particolare), il passaggio al catalogo in linea non può che avvenire sulla base di un progetto che richiede studio, attenzione e, direi, rispetto per i cataloghi tradizionali e per la funzione storica che continuano ad assolvere. La cattura tecnica dei dati e la cumulazione delle registrazioni deve essere sempre abbinata al controllo di qualità delle informazioni per evitare il più possibile situazioni assurde. Questi progetti cooperativi ci permetteranno finalmente di conoscere il patrimonio bibliografico italiano, di cui ancora ignoriamo l'entità (cfr. l'utilissimo Notizie dall'arcipelago di Claudio Di Benedetto, Wetherby: The British Library Document Supply Centre, 1995)?
Mauro Guerrini, Università di Udine