Associazione italiana biblioteche. Bollettino AIB 1996 n. 4 p. 455-456
A.C. Foskett. The subject approach to information. 5th ed. London: Library Association, 1996. xv, 456 p. ISBN 1-85604-048-8. £ 39.95.
"Abbiamo ancora necessità di capire la teoria del recupero dell'informazione, ora che tanto materiale è accessibile tramite il computer?". È questa la domanda che giustamente A.C. Foskett si pone e pone al lettore nel presentare questa rinnovata ed attesa edizione del suo fortunato manuale. La risposta, come subito l'autore afferma, non può che essere "un sonoro sì". È vero che l'impiego degli elaboratori ha modificato e potenziato i metodi di ricerca dei dati e dei documenti, è vero che le reti telematiche hanno ampliato l'ambito di tale ricerca a livello planetario, ma è anche vero che chi fa di quella ricerca la sua professione non può limitarsi, essendosi edotto sui diversi protocolli, a far colloquiare correttamente le macchine, affidando nel contempo la propria umana capacità di comunicare alla sola logica, elementare quantunque spesso utile, degli and, or e not. Molto più del vecchio bibliotecario, cui era sufficiente conoscere il linguaggio adottato dalla propria biblioteca, il moderno documentalista deve conoscere tutti i diversi linguaggi di indicizzazione, e la teoria che essi implicano. Ciò che infatti lo differenzia dall'utente, e ne giustifica l'esistenza come figura professionale, non è il "possesso" dei repertori, né tantomeno la possibilità, già ora tutt'altro che esclusiva, di accedere e navigare lungo le reti, ma proprio la padronanza di quegli strumenti logico-linguistici che consentono di interrogare tutti gli archivi disponibili nella forma più sofisticata e corretta, di interpretare i risultati dell'interrogazione e di graduarne l'esaustività e la precisione, in modo da fornire sempre una risposta qualitativamente e quantitativamente corrispondente alle esigenze conoscitive dell'utente.
Quello che appunto sorprende il lettore italiano è che il manuale di Foskett non appare affatto destinato, come sarebbe un testo analogo concepito in Italia, ai soli indicizzatori, ma a tutti i partecipanti al processo di trasmissione dell'informazione sui documenti, e quindi anche, prevalentemente, agli utilizzatori professionali degli indici per soggetto.
Questa quinta edizione, aggiornata fino agli sviluppi più recenti, è il frutto di un'ampia revisione della precedente (1982), pur nel rispetto di un impianto generale ormai collaudato. La prima parte è dedicata alla teoria, esposta con nitidezza e semplicità, ma con estremo rigore. Nei capitoli 1 e 2 sono definiti e discussi i concetti fondamentali, dei quali non è tollerabile né l'ignoranza né alcuna approssimazione d'uso: da quelli generalissimi (conoscenza, informazione, dato) a quelli più tecnici e più attinenti alla progettazione e alle prestazioni dei sistemi di information retrieval (richiamo, rilevanza, precisione, ecc.). È qui introdotto un concetto non nuovissimo, ma che poco si è affermato, soprattutto negli studi italiani, quello di futility point, da intendersi come la quantità massima di documenti tra i quali un utente è disposto a cercare quelli che effettivamente corrispondono alle sue esigenze di informazione. Già nel 1980 il futility point era stimato intorno a trenta, a conferma del fatto che è la precisione la caratteristica da accentuare nelle prestazioni dei sistemi di recupero, e non, come ancora tanti bibliotecari istintivamente ritengono, il richiamo, anche se quei bibliotecari continuano ad essere confortati nella loro opinione dalla prassi, ormai quasi insensata, di talune autorevoli istituzioni bibliotecarie (vedi, per la soggettazione, la Library of Congress).
Nei capitoli immediatamente successivi sono trattati i principi teorici dell'indicizzazione derivata e dell'indicizzazione assegnata, nonché, in un capitolo breve ma assai pregevole per l'efficacia divulgativa, i moderni sviluppi delle tecnologie applicate all'archiviazione e al trasferimento dell'informazione.
È proprio questa prima parte, che pure ripropone concetti non nuovi, quella più importante dell'intero manuale, poiché è dalla reale comprensione di quei concetti che dipendono la correttezza e il valore delle attività di indicizzazione e di ricerca, come anche della comunicazione tecnico-scientifica su quelle attività.
Nelle parti seconda e terza sono discussi i differenti sistemi e i principali linguaggi di indicizzazione precoordinata. Significativo, rispetto alla precedente edizione, il ridimensionamento e lo spostamento del capitolo sul PRECIS, che, non più in uso nella British national bibliography, è ormai trattato nel solo ambito della storia dell'indicizzazione verbale per soggetto, storia sulla quale comunque la logica del PRECIS è presumibile continuerà ad esercitare la sua influenza. Parimenti significativo è l'inserimento, tra quelli dedicati agli schemi generali di classificazione, di un nuovo capitolo sul Broad system of ordering, il più giovane di quegli schemi, promosso dall'Unesco nell'ambito del programma Unisist al fine di classificare non i singoli documenti, ma i "blocchi" di documentazione (periodici, serie) prodotti dalle diverse istituzioni che generano informazione.
Ampliata e riorganizzata, rispetto all'edizione precedente, appare la sezione successiva, nella quale sono descritti i principali thesauri utilizzati per l'indicizzazione dei documenti pertinenti al settore tecnico-scientifico, al settore socio-umanistico e, per la prima volta in questa edizione, alle arti visive e alla grafica.
Conclude il manuale la sezione The future, nella quale Foskett, trattando della digital library, riprende il discorso avviato nei primissimi capitoli: molto del materiale ora disponibile non ha un miglior accesso per soggetto che in passato, e gli studi dimostrano che, se i non pochi fallimenti nella ricerca in linea sono principalmente dovuti all'inadeguatezza della sola logica booleana, l'uso competente dei tradizionali dispositivi bibliografici permette ancora di ottenere dalla consultazione di un repertorio a stampa risultati spesso migliori di quelli prodotti da un'interrogazione online.
È, quello di Foskett, un ottimo manuale, la cui lettura, utilissima anche a chi si occupi da tempo dell'argomento, è resa piacevole dalla scorrevolezza e dalla facile intelligibilità del testo, nel quale affiora di tanto in tanto una sottilissima vena di humour.
Un solo appunto, anche se non marginale: manca completamente un accenno, se non un capitolo, sull'analisi concettuale dei documenti e sulla stessa nozione di subject. Questa assenza può forse essere spiegata dalla destinazione del manuale, ma non appare tuttavia opportuna. Le differenti potenzialità dei sistemi di recupero, infatti, non sono determinate solo dalle differenze tra i linguaggi utilizzati, ma anche e soprattutto dal diverso tipo di analisi cui i documenti sono sottoposti, e non va dimenticato, d'altra parte, che prima di essere tradotte nelle forme proprie di un particolare linguaggio di ricerca anche le richieste di informazione debbono essere analizzate, secondo principi che non possono non essere sostanzialmente corrispondenti a quelli applicati nell'analisi del contenuto dei documenti ai fini dell'indicizzazione.
Stefano Tartaglia, Università di Siena