RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Classification: options and opportunities, Alan R. Thomas editor. New York: The Haworth Press, 1995. 242 p. ISBN 1-56024-709-6. $ 49.95.


Il volume raccoglie sedici saggi di altrettanti studiosi di classificazione, sette dei quali docenti di biblioteconomia in università statunitensi e i rimanenti bibliotecari, cinque statunitensi, due britannici, uno irlandese (che firma insieme a un filologo olandese) precedentemente apparsi sul vol. 19 (1995), n. 3/4, di "Cataloging & classification quarterly". L'opera si rivolge agli studenti di classificazione e ai bibliotecari che nel corso della loro formazione professionale non hanno avuto l'opportunità di studiare l'ampiezza e la varietà delle classificazioni bibliografiche e vogliono superare l'approccio passivo e acritico degli schemi di classificazione, conosciuti e usati solo come strumenti per collocare i libri sugli scaffali. La raccolta si divide in cinque sezioni: Basic design consideration, Options within standard classification systems, Alternative classification systems, Combination platters and reclassification, Classification and the new technology. Nella prima Derek W. Langridge, docente per molti anni al Polytechnic of North London e membro del Classification Research Group, tratta magistralmente dei concetti base della classificazione: la struttura di una classificazione non è materia di esclusivo interesse teorico ma ha aspetti pratici importanti e difficilmente valutabili fuori dal contesto di uno schema specifico. Richiama, inoltre, la diversità del punto di vista statunitense, pragmatico, che considera la classificazione principalmente come uno strumento per la collocazione dei libri, e quello inglese (europeo) che utilizza la classificazione anche per la costruzione dei cataloghi; asserisce che uno schema specialistico non è mai uno schema specifico perché tutte le discipline hanno collegamenti con altre; critica l'impianto di Dewey e della Library of Congress Classification, eccessivamente pragmatica. Alan R. Thomas affronta sinteticamente il pensiero di Bliss. Bella Hass Weinberg parla della differenza fra la classificazione e i sistemi che vengono definiti information retrieval thesauri, basati sull'indicizzazione alfabetica per soggetto; la bilancia pende dalla parte dei thesauri perché offrono maggiore flessibilità e conseguente versatilità nella fase dell'indicizzazione e in quella della ricerca. Il saggio presenta anche concisi ma interessanti riferimenti storici, bibliografici e terminologici. Robert M. Losee scrive sui criteri di valutazione dell'adeguatezza degli schemi alle necessità di ogni biblioteca e Edmund C. Short sulla progettazione di uno schema di classificazione nel campo dell'educazione superiore. Nella seconda sezione Lois Mai Chan e Joan S. Mitchell spiegano rispettivamente le opzioni classificatorie di Dewey e di LC. Nella terza sezione Alan R. Thomas illustra la Bliss Classification, P. David Strachan e Frits M.H. Oomes la CDU, Karen M. Hsu le classificazioni usate dalle Research Libraries della New York Public Library, Jacquelyn Sapiie le reader-interest classifications, presentate come classificazioni generali e speciali, alternative a quelle maggiormente diffuse. Nella quarta sezione R. Conrad Winke parla dell'uso di più schemi di classificazione all'interno della stessa biblioteca, con riferimento alle biblioteche degli Stati Uniti; June D. Chressanthis dei motivi che possono sottendere la scelta di riclassificare la biblioteca con Dewey o con LC (ma esiste davvero la necessità di riclassificare intere collezioni? e in tutti i settori? e poi l'alternativa è solo fra DDC e LC?); Ling-Yuh W. (Miko) Pattie tratta della riclassificazione in un catalogo automatizzato. Nella quinta sezione Gertrude S. Koh affronta il tema delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e Ross Trotter espone le caratteristiche dell'edizione della DDC su CD-ROM.

Si ha l'impressione di trovarsi di fronte a un libro che raggiunge solo parzialmente gli obiettivi prefissati per il diverso spessore degli interventi e per l'estraneità di alcuni di essi alle finalità dell'opera, un'introduzione critica agli aspetti teorici della classificazione. Se la pubblicazione di questi saggi in "Cataloging & classification quarterly" era pienamente giustificata perché nessuno pretende che un fascicolo (seppure monotematico) offra saggi di uguale registro, lo è meno in un volume autonomo (seppure miscellaneo) perché il lettore, soprattutto inesperto, si aspetterebbe di trovare un filo unitario maggiormente definito e didatticamente fruttuoso nonostante la discontinuità della lettura. L'aspetto teorico della classificazione rimane in penombra e la tematica è circoscritta agli schemi di classificazione statunitensi (con qualche accenno a Bliss e CDU): come non aver dedicato neppure una breve trattazione alla Colon Classification di Ranganathan?

Per chi si occupi di classificazione, approfittiamo per segnalare anche il vol. 21 (1995), n. 2, di "Cataloging & classification quarterly", intitolato New roles for classification in libraries and information networks: presentations and reports from the thirty-sixth Allerton Institute, October 23-25, 1994, curato da Pauline Atherton Cochrane, con interventi di autorevoli studiosi fra i quali Lois Mai Chan (Classification, present and future) e Joan S. Mitchell (DDC 21 and beyond: the Dewey Decimal Classification prepares for the future).

Mauro Guerrini, Università di Udine