Associazione italiana biblioteche. Sezione Veneto. Gruppo di lavoro sulle biblioteche scolastiche. Seminario di studio Funzioni della biblioteca scolastica e compiti del bibliotecario scolastico: la realtà veneta: venerdì 29 ottobre 1993, Liceo artistico A. Modigliani, Padova. Materiali di lavoro a cura di Donatella Lombello Soffiato. Padova: Cleup, 1994. 76 p.


Questa pubblicazione - purtroppo reperibile con qualche difficoltà - raccoglie i materiali ed espone la prima fase dell'attività di ricerca del Gruppo di lavoro sulle biblioteche scolastiche il cui oggetto d'indagine è l'importante funzione educativa cui è chiamata la biblioteca scolastica in una scuola che deve tenere sempre più conto dei cambiamenti della società imposti dall'aumento esponenziale delle informazioni e della crescente diffusione delle nuove tecnologie. Ma, osserva Donatella Lombello Soffiato nel suo intervento, è attraverso il recupero della centralità del libro e della cultura scritta che passa l'acquisizione delle abilità fondamentali per un uso competente dell'informazione, e vari fattori (ad esempio i programmi per la scuola dell'obbligo che ritraggono un allievo che legge in modo attivo e cerca, si orienta e sceglie consapevolmente) rendono necessaria una più precisa definizione della biblioteca scolastica. Questa è individuata da autorevoli enti e associazioni come l'IFLA quale luogo di informazione e spazio per l'apprendimento: risulta allora evidente la specificità della "scolastica" per il posto che in tal modo va ad occupare rispetto sia alle altre agenzie informative e culturali sia ai vari gradi dell'istruzione in cui è collocata. Donatella Lombello Soffiato sottolinea come solo il pieno inserimento della biblioteca scolastica tanto nella programmazione quanto nella microprogrammazione renderà possibile valorizzare la sua funzione didattica e pedagogica nel processo di interazione tra lettore e libro.

Sulla definizione della biblioteca scolastica e delle sue funzioni interviene Marina De Rossi che illustra i caratteri fondamentali che la biblioteca scolastica dovrebbe possedere: il grado della sua organizzazione, la varietà e la qualità dei servizi offerti sono infatti direttamente proporzionali al livello della formazione del bibliotecario scolastico e dei docenti e solo affrontando i tre aspetti in un'ottica sistemica - quello relativo alla formazione dei bibliotecari scolastici e degli insegnanti, quello riguardante l'organizzazione e la gestione della biblioteca e quello inerente alle implicazioni didattico-pedagogiche e metodologiche - sarà possibile delineare una biblioteca scolastica in grado di dare risposte adeguate sia ai bisogni informativi degli studenti, sia a quelli di aggiornamento e formazione in servizio dei docenti, oltre che di documentazione del lavoro didattico.

Intanto la realtà nostrana risulta molto disomogenea e problematica: una conferma in tal senso proviene dall'indagine effettuata nel 1993 in scuole prevalentemente delle province di Padova, Venezia, Vicenza e Treviso. I risultati ricavati dalla somministrazione dei questionari nelle scuole elementari e in quelle secondarie di primo grado sono illustrati, rispettivamente, da Marina De Rossi e Chiara Vocetti, mentre per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado intervengono Marina Bolletti, Daniela Dutto e Angiola Martini. Il quadro che emerge dalla lettura complessiva dei dati lascia poco spazio all'ottimismo: risaltano il mancato rispetto di standard organizzativi, catalografici e classificatori (ad esempio, solo nell'8% dei casi risulta essere adottata la CDD, mentre nel 90% si ricorre a sistemi di classificazione "fatti in casa"); l'inadeguatezza - soprattutto a livello di scuola elementare - delle dotazioni librarie e del personale addetto, la carenza delle strutture, difficilmente fruibili a causa sia del limitato orario di apertura della biblioteca sia degli scaffali chiusi. In situazioni generalmente così poco strutturate non si registrano attività rilevanti di educazione all'uso della biblioteca: quelle più evolute derivano, in genere, dalla collaborazione più o meno sistematica con la biblioteca pubblica.

Come emerge anche dalla rilevazione effettuata, la biblioteca pubblica, mancando uno specifico servizio di coordinamento, consulenza e assistenza rivolto alle biblioteche scolastiche, è il punto di riferimento obbligato per la scuola qualora essa intenda organizzare i propri servizi bibliotecari. Le forme di cooperazione che dalle due istituzioni possono scaturire sono presentate da Lucia Zaramella, che rileva come la normativa regionale veneta solleciti un rapporto integrato e interattivo tra il sistema bibliotecario pubblico e quello scolastico, e riporta a tale riguardo la positiva esperienza di cooperazione tra i due sistemi nel comune di Vigonza, sottolineandone i punti più qualificanti che vedono come obiettivo la realizzazione di articolate attività culturali di informazione e autoformazione dei suoi utenti per un processo di costante educazione permanente.

Questo processo dovrebbe essere impostato già dalla primissima età, per costruire un rapporto positivo tra bambino e libro, premessa fondamentale per la piena riuscita delle successive e più sistematiche attività di apprendimento che si svolgeranno nella scuola, ma purtroppo non sono ancora molte le esperienze condotte nella scuola d'infanzia con competenza e in maniera programmata.

Un'esperienza innovativa è quella descritta da Rita Mancarella il cui intervento traccia un positivo bilancio di più di dieci anni di lavoro svolto nella Scuola materna "Bertacchi" di Padova, precorrendo di parecchio le indicazioni espresse dagli Orientamenti ministeriali del 1991: in ogni sezione della scuola è stato allestito uno spazio per favorire le attività di avvio all'ascolto e alla lettura e molta attenzione è posta sia alla creazione del giusto clima, sia alla qualità dei libri che vengono scelti in collaborazione con le famiglie ed esposti sugli scaffali secondo il principio della complessità crescente.

L'intervento di Pietro Benedetti richiama l'attenzione sul fatto che in molti casi le biblioteche scolastiche sono gestite dal personale amministrativo o tecnico, per effetto del d.P.R. n. 588 del 7 marzo 1985 che ne ha ridefinito i profili professionali attribuendogli mansioni gestionali, di "registrazione" e di "schedatura del materiale bibliografico". L'impiego e la valorizzazione della risorsa rappresentata da questo personale - spesso in grado di padroneggiare con disinvoltura le nuove tecnologie e gli aspetti organizzativi gestionali - mediante il suo inserimento nella programmazione e in forme più sistematiche di riqualificazione e aggiornamento professionale migliorerebbe il servizio bibliotecario scolastico e la stessa attività didattica.

In appendice, il volume presenta alcune esperienze con i relativi materiali. La prima, illustrata da Monica Libralon, riguarda quella condotta presso l'asilo nido "S. Carlo" di Padova: in ogni sezione è stato allestito uno specifico angolo per la lettura; vi è inoltre una piccola biblioteca che raccoglie progetti e unità didattiche a disposizione del personale docente che può usufruire anche del Centro di documentazione e ricerca dei Servizi scolastici del Comune di Padova. Nel testo viene osservato che il capitolo di spesa per l'acquisto del materiale necessario allo svolgimento dell'attività didattica - giocattoli e attrezzature varie - non prevede la voce libri...

L'esperienza esposta da Tiziana Niero e Bertilla Crivellari riguarda l'istituzione di una "biblioteca dei e per i bambini e genitori" presso la Scuola materna statale di Treviso - in aggiunta a quelle già esistenti nelle classi - costituita da due armadi che contengono libri e riviste, l'uno per i bambini e l'altro per i genitori.

Il documento che accompagna l'esperienza della scuola materna trevigiana illustra l'ipotesi di lavoro e i criteri che hanno ispirato l'organizzazione della biblioteca che possono essere considerati vere e proprie "linee-guida" per una biblioteca di scuola materna. Il documento fornisce indicazioni per la scelta e l'allestimento dell'ambiente, la scelta dei libri, l'organizzazione dei tempi perché tutte e cinque le sezioni dell'asilo possano fruire della biblioteca. Rilevante è la parte riguardante gli obiettivi cognitivi, affettivi e psicomotori che si possono conseguire con le attività che la lettura sollecita, e quella sulla metodologia e sulla verifica.

L'ultimo contributo in appendice è di Silvano Brugnaro e riporta l'istituzione della biblioteca scolastica per la costituzione dei laboratori di lettura, presso la scuola elementare del VII Circolo di Padova, avvenuta nel 1991. Le tappe salienti erano state: un corso di aggiornamento per docenti sulla motivazione alla lettura conclusosi con l'esame dei dati ricavati da un'indagine conoscitiva, condotta tra genitori e allievi, l'acquisto dei libri e l'allestimento della biblioteca in collaborazione con i genitori, la promozione da parte del Comune di una serie di incontri con illustratori per l'infanzia, alla fine dei quali furono organizzate una mostra presso la biblioteca di quartiere e una mostra-mercato rivolta ai giovani studenti e alle loro famiglie. Contemporaneamente anche nella vicina scuola materna erano stati allestiti "gli angoli per il piacere della lettura" opportunamente arredati. L'assegnazione di un docente "centrotredicista" consentì finalmente la sistemazione di tutto il materiale librario, oltre all'attivazione piena dei laboratori di lettura, e diede un notevole impulso all'acquisto di libri fino a rendere la biblioteca scolastica la prima del quartiere.

La pubblicazione esaminata, pur presentando dei limiti - qualche refuso di troppo e l'assenza per obbligate ragioni di contenimento di costi, di tutto il corredo iconografico - si propone come efficace e valida testimonianza del fatto che è non solo possibile, ma è necessario realizzare e attivare le biblioteche scolastiche perché le attività didattiche e di biblioteca, nella maggior parte dei casi condotte ancora in maniera tradizionale, possano fare quel salto di qualità e passare da un processo educativo in cui la biblioteca, se c'è, è semmai solo un supporto e non una reale risorsa e strategia didattica, ad una prospettiva finalmente sistemica.

Luisa Marquardt, Biblioteca ITCS "Eugenio Pertini", Roma