Nel suo intervento al Congresso di Napoli il Sottosegretario ai beni culturali, Alberto La Volpe, raccogliendo un invito che da anni l'AIB rivolge al Governo e al Parlamento, ha preso l'impegno di promuovere un disegno di legge quadro sulle biblioteche col quale dare al settore un assetto moderno e allineato al profilo che questi servizi hanno negli altri paesi dell'Unione. L'AIB ha contribuito a questo obiettivo predisponendo uno schema di disegno di legge intitolato Legge quadro sulle biblioteche e sui servizi di accesso alla conoscenza, al pensiero, alla cultura e all'informazione. Su questo schema, pubblicato sul n. 4 di «AIB notizie», sta lavorando, da una parte l'Ufficio legislativo del Ministero per i beni culturali e, dall'altra, si è avviata una discussione nelle Sezioni regionali il cui svolgimento costituirà uno degli impegni prevalenti dell'Associazione dopo il Congresso, insieme alle procedure per l'attuazione dell'Albo professionale.
Questa iniziativa del Sottosegretario dovrà trovare posto in un paesaggio molto affollato di proposte legislative e di decreti attuativi di leggi già approvate, come la n. 59 del 1997 (legge Bassanini 1). Alcuni di questi decreti hanno visto la luce nei giorni scorsi, mostrando tutti i limiti di un approccio alle riforme che non tiene sull'orizzonte una politica, buona o cattiva che sia. Nonostante la nostra ferma resistenza, le università potranno «richiedere il trasferimento delle biblioteche pubbliche statali ad esse collegate» in assenza di un disegno complessivo di valorizzazione e rilancio nel quale collocare il futuro delle biblioteche pubbliche statali. Negli stessi giorni cominciavano a circolare i primi articoli di un disegno di Legge sul libro al quale sta lavorando la Divisione Editoria del MBCA insieme alla Commissione del libro e nel quale si affrontano tematiche già incluse nello schema di legge quadro da noi predisposto, come l'istituzione e lo sviluppo delle biblioteche pubbliche e scolastiche, le questioni riguardanti il diritto d'autore e le misure a sostegno dell'editoria e degli autori. Sarebbe opportuno che le due iniziative si collegassero, se non altro in nome della semplificazione.
In questo stesso periodo l'AIB sta curando, in collegamento con EBLIDA, un'attività di pressione sul Parlamento Europeo in relazione alla bozza di Direttiva sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione, per difendere le prerogative delle biblioteche in un quadro che tende a restringere sempre più le possibilità di utilizzo delle fonti e dei documenti a quelle regolate da transazioni commerciali.
La Legge quadro sull'esercizio delle professioni, nell'ambito della quale si colloca il nostro progetto di Albo professionale, ha iniziato il suo percorso verso l'approvazione corroborando le proposte sull'accesso alla professione incluse nelle nostre indicazioni per la legge quadro sulle biblioteche. Altri ministeri stanno promuovendo, spesso su impulso dell'AIB, iniziative che toccano il nostro settore per aspetti più laterali ma non meno rilevanti, quali il trattamento fiscale dei prodotti editoriali, le tariffe dei servizi di telecomunicazione e dei servizi postali, la riforma del Corso di laurea in conservazione dei beni culturali, l'inserimento delle biblioteche tra le strutture che il Ministero degli affari sociali considera fondamentali nella lotta al degrado, all'esclusione, all'analfabetismo di ritorno.
La nostra attenzione va posta in parallelo a tutta la problematica dell'accesso al lavoro, dove si registrano importanti novità, quali lo schema di decreto legislativo recante Nuove norme in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nelle amministrazioni pubbliche… in attuazione della delega prevista dall'art. 11, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59 o il decreto in corso di emanazione che riconosce l'equipollenza della laurea in Conservazione dei beni culturali con quella in Lettere: sarebbe questa l'occasione per decidere anche a quale tipo di concorsi possano accedere i diplomati dei Corsi per operatori dei beni culturali, così come quelli di ogni altro corso di diploma universitario. È stato varato nel frattempo un protocollo d'intesa tra i sindacati e l'ARAN che apre prospettive nuove alla contrattazione nella Funzione pubblica. Sono previste semplificazioni dei percorsi di carriera e dell'assetto delle qualifiche e la valorizzazione del carico di lavoro e di responsabilità connesso al posto effettivamente occupato. I primi esperimenti di questo nuovo approccio vedranno già la luce col contratto degli enti locali, probabilmente entro l'estate. Tutte queste novità dovranno essere poste al centro dell'attenzione di Commissioni e Gruppi AIB per mettere a punto le posizioni dell'Associazione su ciascuna tematica.
Al Congresso di Napoli avevamo adottato una strategia basata su due percorsi paralleli verso le riforme che ci riguardano: la legge quadro da una parte, l'utilizzo di ogni altra iniziativa promossa da qualunque settore dello Stato e delle autonomie locali che potesse incontrare gli interessi delle biblioteche dall'altra. Dopo pochi mesi la valutazione dei risultati di quella scelta appare prematura, ma non possiamo sottacere il fatto che le biblioteche e l'AIB stanno conquistando spazi di attenzione sempre più significativi. La nostra responsabilità sarà concentrata sul presidio dei risultati raggiunti e sul perseguimento di ulteriori obiettivi nell'ambito del programma che l'assemblea di Napoli ha fatto proprio. In quell'occasione lamentavamo che uno degli obiettivi di questo Governo che, salvo poche eccezioni, il nostro Parlamento sta perseguendo con minore determinazione è rappresentato dalla semplificazione legislativa, che avrebbe dovuto portare il nostro paese a una riduzione della superfetazione normativa da circa 200.000 a 10.000 leggi, numero comunque doppio rispetto a quello che serve per governare paesi come la Germania, la Francia e la Gran Bretagna. Noi abbiamo più volte invocato l'accelerazione di questo processo, perché tocchiamo con mano ogni giorno lo smarrimento e lo scoramento dei cittadini e degli imprenditori di fronte a una marea di norme confusa, contraddittoria e paralizzante, impossibile da rispettare.
Mettersi al lavoro per pervenire all'approvazione di una nuova legge potrebbe sembrare una contraddizione, se non avessimo curato l'inserimento, nel testo che sta circolando nei nostri organi di informazione, di alcuni articoli che, qualora approvati, porterebbero a una radicale semplificazione delle norme che ci riguardano. Ci riferiamo innanzitutto all'impianto complessivo che, stabilito il diritto per ogni cittadino al servizio e i principi ai quali questo si deve informare, rimanda ai normali provvedimenti amministrativi la loro istituzione e gestione da parte di ciascuna delle amministrazioni coinvolte. Gli stessi standard, inseriti come appendice nel testo della legge, potranno poi essere migliorati di tempo in tempo con provvedimenti amministrativi. Per esigenze di completezza il testo si chiude con un ultimo articolo destinato ad accogliere tutte le abrogazioni esplicite di norme in contrasto con l'obiettivo di semplificazione che ci eravamo dati in partenza.
Le Regioni sono chiamate a intervenire sulla loro legislazione in materia con lo stesso spirito e provvederanno ad adeguare le loro leggi solo se in contrasto con i principi della legge nazionale, mentre avranno la massima autonomia nell'individuazione delle forme di gestione e nell'innalzamento degli standard di qualità al di sopra di quelli minimi imposti dalla legge quadro.
Ci auguriamo di poter commentare il risultato di questa nuova campagna al Congresso di Torino, nella primavera del 1999. Siamo tutti impegnati a perseguire la realizzazione del sogno di tanti colleghi che hanno lottato per questo obiettivo per lunghi decenni.
Igino Poggiali