La Letteratura professionale italiana dal 1975 al 1988
di Vilma Alberani
L'idea di pubblicare una bibliografia periodica della letteratura professionale italiana nasce da un breve colloquio avuto con István Papp (allora direttore del Centre for library science and methodology della National Széchényi library di Budapest) nell'ambito della 38a Sessione del Consiglio generale dell'IFLA (Budapest, 28 agosto-2 settembre 1972). Il colloquio avveniva durante un ballo in battello nel corso di uno splendido ricevimento sul Danubio.
Papp mi illustrò una nuova pubblicazione del Centro, nata nel 1971, che raccoglieva i riassunti in lingua inglese della letteratura professionale ungherese (Hungarian library and information science abstracts) e mi invitò a fare altrettanto per la letteratura professionale italiana, suggerendomi di utilizzare il canale più appropriato.
Non mi ricordo se fu lo stesso Papp a illustrarmi i risultati del "Colloquio dei redattori di riviste di biblioteconomia, documentazione e archivistica", organizzato dall'Unesco e tenuto a Parigi dal 16 al 18 maggio 1972. Come risulta dal rapporto dell'Unesco (COM. 72/CONF. 11/6 del 23 agosto 1972), che mi procurai immediatamente, l'Italia era rappresentata da Claudio Pavone ("Rassegna degli archivi di Stato") e da Maria Valenti ("Bollettino d'informazioni"). Una breve sintesi di questo colloquio è apparsa successivamente sul "Bulletin de l'Unesco à l'intention des bibliothèques" (26, 1972, n. 6, p. 326-328, 342).
Scopo del colloquio era di cercare i metodi e i mezzi per migliorare le pubblicazioni periodiche professionali e il loro controllo bibliografico e di rinvigorire la cooperazione e il coordinamento tra i redattori per incrementare gli scambi d'informazione, per mettere a punto metodi di presentazione e diffondere l'uso dei riassunti d'autore. Veniva segnalato: il grande numero di periodici pubblicati, la dispersione degli articoli di carattere professionale in periodici di altre specializzazioni (e quindi la difficoltà da parte dei servizi di analisi e d'indicizzazione di uno spoglio esaustivo di questa documentazione), la necessità di uniformare la presentazione delle analisi tenendo conto dell'uso sempre più frequente di sistemi di automazione.
Fra le raccomandazioni formulate nel concludere il colloquio, va citata quella (punto 6) che sollecitava l'Unesco ad incoraggiare i paesi che non disponevano ancora di un servizio di analisi o d'indicizzazione a istituirlo per assicurare almeno l'indicizzazione delle pubblicazioni nazionali specializzate nel settore considerato.
La proposta di pubblicare una rubrica sul "Bollettino d'informazioni", dedicata alla letteratura professionale italiana, fu formulata subito dopo il mio ritorno a Roma ed inviata all'allora Presidente dell'AIB, Renato Pagetti. Fra le mie carte non ho trovato copia del testo della proposta, ma ho ritrovato la lettera di risposta di Pagetti del 3 novembre 1972.
In relazione alla proposta da Lei avanzata affinché l'Associazione Italiana Biblioteche assuma la cura di una rassegna periodica della letteratura professionale italiana, pubblicandone riassunti in lingua inglese a somiglianza dell'"Hungarian library and information science abstracts", si informa che il Consiglio direttivo nella riunione del 21 settembre u.s. ha preso in esame la proposta stessa, congiuntamente ad una raccomandazione fatta, nello stesso senso, recentemente dall'Unesco ai partecipanti al "Simposio degli editori dei periodici di biblioteconomia e documentazione" (Parigi, 16-18 maggio 1972).
In proposito il Consiglio direttivo ritiene che la Rassegna debba costituire una rubrica fissa nel "Bollettino di informazioni" della quale, annualmente, sarà tirato un estratto, e Le chiede se Ella sarebbe disposta ad assumere la cura di tale rubrica, per la cui impostazione sono necessari, innanzi tutto, i dovuti accordi con il Direttore del "Bollettino di informazioni", il Prof. Francesco Barberi, già informato della decisione del Consiglio e al quale la presente è diretta per conoscenza.
I punti fondamentali per organizzare la rubrica, in particolare lo schema di classificazione e l'inclusione dei riassunti, furono discussi con il prof. Barberi e con Maria Valenti, con la quale fu concordata anche la struttura della citazione e stabiliti altri dettagli.
Per lo schema di classificazione furono esaminati gli schemi dei maggiori servizi di analisi e d'indicizzazione allora esistenti (in particolare: "Library and information science abstracts"; "Information science abstracts"; "Referativnyi zhurnal: Informatics"; "Bulletin signalétique: Section 101. Science de l'information. Documentation"; "Library literature") e dei cataloghi delle biblioteche della Library Association e dell'ASLIB, oltre i capitoli di alcuni volumi di rassegne, come "British librarianship and information work". Si decise di usare uno schema generale molto semplice che fu, tuttavia, per esigenze di carattere tecnico ampliato due anni dopo (ogni categoria di soggetto era accompagnata dall'estensione della voce e dai settori o dagli argomenti coperti).
La proposta presentata includeva che per ogni titolo fosse dato un riassunto analitico, che spesso mancava negli articoli pubblicati. Questo punto fu subito accantonato in quanto non era possibile né da parte dei soci collaboratori garantire anche questo lavoro né da parte dell'AIB sostenere alcuna spesa al riguardo. Si stabilì che titoli di articoli, non sufficientemente significativi, fossero accompagnati da una sintesi del contenuto molto breve a carattere puramente indicativo.
Il materiale da segnalare sembrava all'inizio abbastanza limitato per cui si concordò che fossero esaminati sia i periodici italiani che pervenivano regolarmente alla biblioteca dell'AIB e quelli che i collaboratori della rubrica potevano facilmente reperire, sia i volumi monografici, i rapporti e gli atti di congressi che venivano recensiti sul "Bollettino" o dei quali, comunque, si veniva a conoscenza.
La raccolta delle segnalazioni iniziò con i titoli del 1974 e la rubrica vide la luce nel 1975 (20 anni fa) secondo il programma stabilito. La rubrica fino al 1988 (anno in cui ho lasciato ad altri questo lavoro) ha avuto sia collaborazioni fisse (Maria Pia Carosella, Ludovica Mazzola, Emi Morroni ed Elsa Renzi) sia collaborazioni di tipo saltuario con colleghi (Maurizio Festanti, Maria Gioia Tavoni e Gabriella Ulivieri Guaragnella), che segnalavano articoli e pubblicazioni su argomenti specifici, come ad esempio la storia del libro. A tutti loro si deve il successo della rubrica, decretato dal fatto che essa viene ininterrottamente pubblicata dal 1975. I collaboratori si sono alternati; i più vecchi hanno lasciato il campo ai più giovani sia di età che di esperienza, con la consapevolezza che la rubrica costituisce una buona palestra professionale, in cui ogni incontro esige un allenamento continuo e impegnativo.
Dal 1975 al 1988 sono stati segnalati 4.878 titoli (mediamente 348 titoli per anno), distribuiti negli anni secondo il seguente schema:
vol. 15 (1975) n. 323
vol. 16 (1976) n. 352
vol. 17 (1977) n. 408
vol. 18 (1978) n. 268
vol. 19 (1979) n. 440
vol. 20 (1980) n. 293
vol. 21 (1981) n. 361
vol. 22 (1982) n. 192
vol. 23 (1983) n. 442
vol. 24 (1984) n. 407
vol. 25 (1985) n. 331
vol. 26 (1986) n. 427
vol. 27 (1987) n. 255
vol. 28 (1988) n. 379
Due parole debbono essere dedicate a come i lettori del "Bollettino" hanno accolto la rubrica. Direi con molta soddisfazione da parte nostra. Alcuni soci hanno subito aderito all'invito di inviarci copia dei loro lavori, in particolare se pubblicati in periodici o in volumi monografici che non potevamo raggiungere. Ricordo due persone che sono state le più sollecite: Nereo Vianello ed Enzo Bottasso. Quest'ultimo ci ha spesso segnalato anche contributi di altre persone.
Alcuni bibliotecari hanno conosciuto la nostra Associazione e il nostro "Bollettino" tramite gli annunci pubblicati su riviste straniere, come "ASLIB information". Fu, infatti, nostra cura inviare alle riviste professionali di altri paesi l'annuncio della pubblicazione sul "Bollettino" della nuova rubrica.
Potrebbe risultare da quanto è stato detto fino a questo punto, che costituisce per così dire la parte storica della rubrica, che l'iniziativa di pubblicare la Letteratura professionale italiana spetti ad una persona soltanto. Non è così.
Prima di tutto la rubrica nasceva negli anni Settanta, nel momento in cui la comunità internazionale era volta ad elaborare direttive in materia di politica e di metodologia per i settori della documentazione, delle biblioteche e degli archivi, a formulare raccomandazioni per l'avvio di programmi nazionali di sviluppo (come il Natis, National infrastructures of information) e a discutere i programmi sul controllo bibliografico universale e sulla disponibilità universale delle pubblicazioni e per la realizzazione di un sistema mondiale per l'informazione scientifica (Unisist), che è stato successivamente ampliato.
In secondo luogo la possibilità di discutere ampiamente in ambito associativo i risultati e le proposte che venivano presentate in occasione dei congressi IFLA (ricordo che Pagetti durante questi congressi convocava i delegati alle diverse sessioni regolarmente ogni sera per fare il punto di ciò che era stato presentato e discusso, delle difficoltà che si erano incontrate e dei punti in programma per l'indomani). La rubrica, praticamente, nasce infatti da uno di questi colloqui. Queste esperienze acquisite in comune e la consapevolezza dell'evidente posizione di svantaggio dei bibliotecari italiani rispetto ai colleghi stranieri hanno stimolato notevolmente la vita associativa di quegli anni e l'avvio di alcune iniziative, fra le quali rientra la realizzazione della rubrica.
Quale valutazione dare che possa servire anche per il futuro? Rimangono attuali le ragioni sulla cui base è stato dato avvio alla rubrica. I servizi di analisi e d'indicizzazione nel settore delle scienze dell'informazione, che si sono affermati a livello internazionale, prendono in considerazione articoli di periodici o contributi che riportano riassunti analitici (in italiano, meglio se in inglese o in altra lingua occidentale). Volumi monografici e contributi in opere collettive non sono generalmente coperti se non vengono debitamente segnalati. Molta letteratura italiana sfugge, quindi, a questi servizi. È ancora necessaria un'azione di sensibilizzazione in questo senso verso i bibliotecari, i documentalisti e, soprattutto, verso i redattori di riviste italiane del nostro settore per partecipare all'attuazione, a livello internazionale, di un efficiente scambio d'informazioni.
A livello nazionale permane, comunque, la necessità di avere un sistema bibliografico d'informazione corrente, che possa fornire al personale che opera negli istituti bibliotecari e documentalistici l'informazione su ciò che viene pubblicato a scopo sia di aggiornamento che di stimolo.
La pubblicazione di questa rubrica ha stimolato anche altre riviste professionali a dedicare una loro sezione alle segnalazioni bibliografiche. Se ciò è forse avvenuto indipendentemente da quanto era stato fatto dall'AIB, risulta comunque evidente che in alcuni casi la nostra rubrica è stata presa ad esempio.
L'interesse suscitato e l'utilità del servizio (io stessa appena ricevo il "Bollettino AIB" per prima cosa leggo o do uno sguardo alla rubrica) si basano su diverse testimonianze di bibliotecari e documentalisti. La mancanza di un indice dei soggetti annuale o pluriennale è, sicuramente, un ostacolo per le ricerche di carattere retrospettivo (la rubrica è nata per l'informazione corrente). Si era cercato di fare per il 1975-1988 un indice cumulativo, ma le difficoltà incontrate hanno fatto interrompere il lavoro. Chiedo venia di questo e formulo l'augurio che la rubrica possa trasformarsi in un prodotto a stampa di una base di dati in linea.
A coloro che oggi curano la rubrica va il mio sincero ringraziamento per aver migliorato e reso più interessante questo strumento d'informazione.