Librarianship and information work worldwide 1993, general editor Maurice Line; editors Graham Mackenzie, Ray Prytherch.  London: Bowker-Saur, 1993.  XII, 274 p.  ISBN 1-85739-082-2.  DM 220.

Accanto ai primati che il processo tecnologico incessantemente si regala in materia di trattamento e trasmissione dell'informazione, si afferma un modo vincente anche di curare l'aggiornamento su questi stessi traguardi. È il caso di Librarianship and information work worldwide 1993, una sorta di bibliografia ragionata che registra i più recenti contributi, per lo più articoli di periodici, riferiti a ricerche, realizzazioni e prospettive della biblioteconomia anni '90 in campo internazionale.

Questa formula di presentazione della letteratura professionale in forma di rassegna, decisamente innovativa in un contesto italiano non ancora orientato verso lavori di compilazione così a vasto raggio, si qualifica positivamente per la coesione interna raggiunta tra i vari argomenti trattati. Lo staff editoriale impegnato nella realizzazione di questa survey ha agito come canale collettore di segnalazioni di lavori provenienti da tutte le parti del mondo e, parallelamente, ha compiuto un'opera di spoglio della pubblicistica professionale.

Il valore aggiunto dell'intera iniziativa risiede nel packaging dell'informazione così ottenuta, che si snoda trasversalmente dagli Stati Uniti all'Europa e dall'Australia fino ai paesi del Terzo Mondo commentando e raccordando i contributi dei singoli autori citati. Il percorso di lettura, pur inframezzato frequentemente dai nomi degli autori citati, non subisce alcuna frammentarietà né appesantimento in quanto, tranne alcune eccezioni, sono state abolite le citazioni testuali in favore di una fluida forma indiretta, per esempio: «Stoller (1992) describes [...]; Gill and Case (1992) explore [...]». Tra i vantaggi immediati di questo stile espositivo va riconosciuto quello di guadagnare familiarità sia con una scuola di pensiero o con una tendenza politica nazionale, sia con l'attività di singole istituzioni o le prospettive commerciali di aziende che gestiscono servizi informativi, tutte entità ricercabili attraverso l'indice analitico.

Per ogni capitolo, i sommi capi del dibattito sul tema proposto sono utilmente riportati nelle conclusioni, senza mai cedere a disquisizioni accademiche sulla disciplina "Biblioteconomia" per offrire, al contrario, la presentazione di aspetti militanti della professione documentati dall'attività di associazioni, gruppi di studio, comitati, ecc. Quanto al profilo contenutistico della rassegna, si è voluto puntare sui temi emergenti della cultura professionale di un operatore dell'informazione quale il bibliotecario, chiamato a misurarsi con realtà e situazioni dai confini estremamente mutevoli e talvolta tradizionalmente estranee alla propria formazione. Hanno quindi ricevuto largo spazio considerazioni legate alla conduzione di biblioteche pubbliche, universitarie e nazionali, alla gestione delle raccolte, all'organizzazione dei servizi, alla definizione di indicatori statistici, nonché alla cooperazione e alla interconnessione di sistemi.

L'assunto di partenza è il riconoscimento delle continue trasformazioni in atto nei contesti politici ed economici, tanto da promuovere di riflesso il cambiamento come un carattere permanente anche nella società dell'informazione. Le parole chiave delle politiche nazionali a sostegno delle biblioteche sono sempre più management e pianificazione strategica, al servizio di velocità, sintesi e selezione nel trattamento dell'informazione, così come nella fornitura dei servizi informativi. Progresso economico e sviluppo tecnologico si sono resi responsabili di questo trend e se da un lato essi hanno ottimizzato i sistemi di offerta dell'informazione, dall'altro hanno generato tensioni tra pubblico e privato, individui e organizzazione circa le modalità di gestione dell'informazione stessa.

L'attività delle biblioteche è divenuta, per conseguenza, oggetto di filosofie di mercato, soppesata e comparata secondo una logica di prodotto in base a parametri che ne attestano il rendimento in termini di servizio economicamente inteso. La biblioteca è destinata quindi a muoversi in uno scenario competitivo che le impone di investire in promozione dell'immagine attivando azioni di pubbliche relazioni e strategie di marketing per rendere invulnerabili i propri servizi. Rientrano quindi in una sana conduzione di stampo aziendale, da applicare al soggetto economico biblioteca, il controllo di qualità, il riassetto delle strutture produttive, la gestione delle risorse, la valutazione dell'impatto tecnologico sulla formazione del personale, fino al monitoraggio delle procedure compiute in aree affini come ad esempio l'industria editoriale. In particolare, sono le biblioteche pubbliche a vivere attualmente una fase di delicata ridefinizione, in quanto la loro originaria identità multifunzionale è destinata a convertirsi in una fondata sulla selezione dei servizi.

La summa di queste considerazioni, sia che si interpretino come previsioni di imminenti rivolgimenti che come risultati acquisiti in realtà già avanzate, produce una sostanziale trasformazione del ruolo del bibliotecario dai risvolti decisamente inediti. Questa professione, secondo un recente studio condotto nel Regno Unito, è già proiettata tra le attività lavorative ritenute più stressanti e dense di interrogativi cui non cessano di accompagnarsi sfide rinnovate e crescenti.

Elisabetta Poltronieri, Biblioteca dell'Istituto superiore di sanità, Roma