Per la bibliografia, una porzione di tessere di un gran mosaico in costruzione. Ma anche il documento di una microstoria (quella della circolazione libraria) in fondo pienamente autonoma. Questa ci pare debba essere la prospettiva nella quale valutare ogni catalogo di una raccolta libraria antica di non grandi dimensioni. Un contributo lodevole, da accogliere con attenzione, è il lavoro di Simona Turbanti sulle edizioni del Quattro e Cinquecento della Biblioteca del Convento dei Carmelitani di S. Torpè, frutto di una tesi di laurea discussa e approvata con lode nel 1997 presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Pisa. Verifica - da una parte - del lavoro della bibliografia (come nota Alberto Petrucciani, relatore della tesi, nell'Introduzione), dall'altra contributo imprescindibile per la prosecuzione di quel lavoro.
Le 182 edizioni (tra le quali sette incunaboli) del catalogo della Turbanti descritte correttamente con lo schema ISBD(A), forniscono un contributo in entrambe le direzioni. La sua scheda 121 consente ad esempio di individuare un'edizione dei Dorico sfuggita agli annali di Francesco Barberi: Ecclesiastes nostrorum temporum di Lorenzo Mazzocchi (Roma, 1555), mentre la n. 97 (edizione veneziana delle epistole di S. Girolamo, stampata da Filippo Pinzi) consente di correggere una svista dell'IGI (4744) che le attribuisce la data 7 gennaio 1496, che è però quella dell'edizione di Giovanni Rosso (IGI 4745). Se dunque anche i repertori più autorevoli sono sempre suscettibili di integrazioni e rifiniture, non sarà mai inutile il lavoro di quanti pazientemente continuano il lavoro di catalogazione di fondi antichi anche di piccole dimensioni. Inoltre un lavoro come quello della Turbanti fornirà materiali anche per il censimento delle edizioni del XVI secolo.
Ma non va trascurata anche la ricostruzione della storia di questa raccolta libraria e del convento che la conserva (consistente oggi in oltre 40.000 volumi e opuscoli). Davvero singolare l'intreccio di questi libri con i vari ordini che si sono avvicendati in quella sede: gli Umiliati, i Minimi di S. Francesco di Paola, i Vallombrosani e infine i Carmelitani Scalzi. Alcuni apporti interessanti vennero, come sempre capita in questi casi, da altre biblioteche ecclesiastiche. Una scorsa all'ampio indice dei possessori conferma poi l'impressione del mosaico evocata in apertura.
Lorenzo Baldacchini
Sistema delle biblioteche centri culturali del Comune di Roma