Di solito, quando vengono pubblicati, gli atti di un convegno hanno perso gran parte della loro attualità. Conservano tutt'al più un valore storico, a testimonianza di un avvenimento passato, e gratificano i relatori della fatica compiuta, offrendo loro un'ulteriore possibilità di autocitazione bibliografica in successive analoghe occasioni.
Questo volumetto, però, riesce a sfuggire a tale sorte, mantenendo una propria attualità a quasi tre anni dallo svolgimento del convegno di cui conserva traccia, svoltosi a Bolzano, nel novembre 1995, sul tema appunto della "Lettura come progetto" e organizzato dalla Provincia autonoma di Bolzano Alto-Adige, Assessorato alla scuola e cultura italiana.
Come mai questa capacità di non invecchiare? A chi o a che cosa il merito? Senza dubbio al tema stesso del convegno, che è poi quello del libro in questione: la lettura. La lettura, la sua promozione, il futuro del libro nell'epoca della multimedialità e della Rete: sono tutte espressioni di un unico problema centrale che arrovella le biblioteche (e chi lavora nel vasto orizzonte della scuola e della cultura) da sempre, e tanto più negli ultimi anni da quando, dopo la TV, è l'informatica, col suo rapido e pervasivo diffondersi, a minare il già debole interesse che gli italiani dimostrano per il libro una volta terminata la loro breve o lunga carriera scolastica. Come conquistare nuovi lettori, come rafforzare quelli già esistenti, in breve: come promuovere la lettura? Questo è il problema ancora attuale a tre anni di distanza, e che rende utile il libro di cui stiamo parlando.
Il volumetto raccoglie numerosi interventi, non tutti ugualmente interessanti: francamente, qualcuno appare come esercizio di erudizione o compilazione storico-filosofica che, al di là della momentanea suggestione, si riscatta solo per qualche citazione pregnante. La maggior parte però è decisamente interessante.
Il libro non offre una soluzione al problema. Non offre neanche un'analisi omogenea della questione, né potrebbe farlo vista la complessità del tema. Analogamente, credo, al dibattito durante il convegno, emergono diversi spunti di riflessione, una molteplicità di proposte di attività possibili per sviluppare e promuovere la lettura, e una varietà di esperienze in atto o sperimentate nel tempo da molte biblioteche. È così che ci troviamo, ad esempio, a prendere atto che lo scarso interesse per la lettura, specie da parte degli adulti, non è che la spia di un problema assai più grave e vasto: quello della qualità della nostra vita, stretta in una morsa di impegni lavorativi e ritmi metropolitani che lasciano sempre meno spazio all'incontro col libro, alla tranquilla e riflessiva solitudine che esso richiede per goderne il piacere. E se questa è la causa, il rimedio non può che essere una svolta complessiva nel nostro concitato e consumistico sistema di vita, azione che va ben oltre il compito di una biblioteca.
O ancora, siamo condotti a riflettere sui diversi rapporti che si possono instaurare con la lettura allorché il bisogno sia quello di informazione e studio o quello di leggere per il solo piacere di farlo: nel primo caso forse è vero che il libro può essere efficacemente sostituito da altri strumenti di apprendimento, ma nel secondo risulta più difficile sostituire la pagina scritta quale mezzo evocatore di emozioni e pensieri, di "seduzione" addirittura, come qualcuno dei relatori l'ha definito. È quindi evidente come, di conseguenza, debbano cambiare l'approccio e la risposta della biblioteca che decida di prestare attenzione al lettore più che all'utente (altro punto significativo emerso).
Gli spunti sono numerosi e vari, al punto che verrebbe voglia qui di citarne qualcuno: non è possibile farlo per ragioni di spazio, ma neanche giusto riassumere ciò che è già sintesi di un dibattito destinato forse a non finire mai.
Va sottolineata poi la ricchezza delle proposte operative realizzate dalle biblioteche, ciascuna calibrata su una specifica realtà, mirata a raggiungere una determinata finalità, un preciso target di lettori.
Alcuni interventi e le note di lavoro relative ai quattro laboratori riportate nel volume, se da un lato riferiscono esperienze difficilmente ripetibili in altri contesti, dall'altro testimoniano la vivacità di un mondo - quello delle biblioteche, in special modo pubbliche - che è senza dubbio fra quelli che ha meglio saputo in questi anni modificarsi e rinnovarsi, realizzando nuovi servizi, modernizzando quelli più tradizionali, ricercando nella pratica quotidiana il senso e la finalità stessa della propria azione.
Anna Maria Cozzi
CILEA, Segrate (MI)