Per la maggior parte delle biblioteche di pubblica lettura la narrativa riveste una grande importanza, sia per il suo peso nella costituzione del patrimonio, sia per il gradimento dimostrato dall'utenza. Ma se studi, analisi, bibliografie, ecc., su narrativa e letteratura in genere sono un'infinità, rare sono le opere che ne considerino l'aspetto biblioteconomico. Comprensibile quindi l'interesse suscitato da un volume il cui titolo sembra preannunciare un'analisi approfondita o quanto meno una panoramica delle problematiche connesse all'acquisizione e alla gestione della narrativa.
La lettura lascia invece un marcato senso di delusione. Difficile è infatti comprendere le ragioni dell'inclusione di contributi come Censored, forbidden and underground Czech novelists: a selective review di Debora Richey o De(construction) of literary theory: the rise of anti-theory fiction di Mona Kratzert e Debora Richey, i quali, pur essendo due dignitosi esempi di biobibliografia e di bibliografia ragionata, hanno per oggetto argomenti tanto specifici da risultare di scarsa utilità. Anche Humanities collection librarians talk about their work di Rebecca Watson-Boone lascia perplessi, in quanto è il resoconto di come tre bibliotecari di facoltà universitarie (i cui nomi sono misteriosamente sostituiti da pseudonimi) percepiscono e vivono il loro ruolo; poco o nulla però viene detto sul tema specifico della narrativa. Poco significativo ci sembra anche il saggio introduttivo di Georgine N. Olson dal quale il libro prende il titolo. Olson prende spunto dagli interventi apparsi in una lista di discussione su Internet, dai quali emergeva una diffusa insoddisfazione dei partecipanti riguardo la capacità di fornire consigli di lettura da parte dei diplomati delle library schools. L'autrice, membro di un comitato dell'ALA dedicato alla valutazione e acquisizione delle raccolte, poco ci fa sapere, al di là di dell'esistenza di un diffuso interesse dei bibliotecari verso questo argomento, al quale si contrappone una scarsa attenzione da parte delle scuole suddette. Anche il saggio di Burns Davis, Using local marketing characteristics to customize the Conspectus for fiction assessment, anche se più centrato su un caso pratico di gestione delle raccolte, è deludente, perché pur decantando l'utilità e duttilità del sistema WLN Conspectus per valutare e organizzare la raccolta, ben poche sono le informazioni date su questo programma, sicché per chi già non lo conosca diversi punti del contributo risultano oscuri.
Le parti migliori del libro ci sembrano contenute nei due saggi rimasti. Janelle M. Zauha (Options for fiction provision in academic libraries: book lease plans) si lamenta della progressiva scomparsa delle raccolte di narrativa dedicate a fini ricreativi nelle biblioteche universitarie, fatto dovuto essenzialmente a ragioni di bilancio. Una possibile soluzione è indicata da Zauha nei book lease plans, coi quali alcuni fornitori specializzati (dei due principali vengono riportate le condizioni) forniscono libri a nolo, lasciando alla biblioteca, alla scadenza del periodo concordato, la possibilità di restituire o trattenere il volume pagandolo a un prezzo molto ridotto. Questo sistema, usato principalmente dalle biblioteche di pubblica lettura per avere a disposizione più copie dei best-sellers con lunghe liste d'attesa, riducendo in questo modo i costi e, grazie alla possibilità di resa, senza intasare gli scaffali di volumi superflui, può costituire per l'autrice una valida fonte anche per le biblioteche universitarie. L'ultimo saggio, Providing the fiction your patrons want: managing fiction in a medium-sized public library di Joyce Saricks, è basato sull'esperienza diretta dell'autrice nella mansione di selezionatrice in una biblioteca di medie dimensioni, sicché il taglio del contributo è essenzialmente pratico. Si consiglia al selezionatore di narrativa di lavorare il più possibile al banco per avere un contatto diretto con l'utenza e comprendere cosa viene realmente fruito e richiesto e, per la stessa ragione, sarà opportuno passare tra gli scaffali e vedere cosa viene o non viene prestato. Utile sarà anche stimolare l'utenza, così come lo staff, a segnalare titoli da acquistare, mentre sarà compito dell'incaricato alla selezione leggere e valutare le recensioni di quante più fonti d'informazione possibile. Come è ovvio sarà fondamentale poter disporre di fondi a sufficienza per l'incremento della raccolta, e qui un valido aiuto potrà essere dato dalle statistiche, visto che la narrativa può vantare percentuali di circolazione tali da dimostrare il suo gradimento da parte dell'utenza. Per quei titoli di cui sarebbero necessarie più copie si suggerisce il ricorso a rental plans, ovvero l'acquisto di copie supplementari da mettere a disposizione dell'utenza non gratuitamente ma dietro versamento di una modesta somma quotidiana, pratica che consente di soddisfare l'utenza riducendo però i costi. Riguardo alla gestione della raccolta uno dei punti più delicati è senz'altro quello del trattamento da riservare a particolari generi (fantasy, thriller, ecc.) che hanno un notevole gradimento da parte dell'utenza. I problemi che ne derivano sono vari: dalla difficoltà di trovare una collocazione a romanzi che potrebbero rientrare in più generi all'opportunità di creare sezioni apposite per questi volumi oppure inserirli nella collezione normale dotandoli di apposite etichette che ne identifichino il genere.
Il volume che abbiamo esaminato presenta qualche spunto interessante, ma ci sembra che nel complesso ben più e di meglio debba essere ancora detto sul tema della gestione della narrativa in biblioteca.
Giorgio Nesossi
Biblioteca comunale di Torre de' Roveri (BG)