RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Lineamenti di biblioteconomia, a cura di Paola Geretto. Roma: NIS, 1991. 371 p. (Beni culturali; 12). L. 48.000.

In numerose occasioni, passando in rassegna la letteratura biblioteconomica italiana, la lacuna che è stata rilevata e segnalata come la più grave riguardava la manualistica (cfr. quanto sostenuto anche da chi scrive in due precedenti recensioni, a La biblioteca nel computer di P.G. Weston e A. Pernigotti, nel n. 1/1991 di questo «Bollettino», e a The online catalog, a cura di C.R. Hildreth, nei «Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari» del 1991). É mancato, nel corso dei due passati decenni che hanno visto una notevole crescita dell'organizzazione bibliotecaria del paese e della professione, un serio manuale, capace di fungere da punto di riferimento costante per una consapevole pratica professionale: ce n'era un gran bisogno e credo che tutti coloro che sono entrati in carriera in quegli anni, o che hanno dovuto guidare lo sviluppo di una biblioteca, ne abbiano avvertito la mancanza.

I pochi manuali - o presunti tali - disponibili sul mercato altro non erano che «una somma di precetti e direttive impartite per guidare l'organizzazione di un numero di libri non più agilmente dominabile senza opportune strutture», come ha affermato Gianna Del Bono in un ottimo intervento dedicato proprio alla manualistica biblioteconomica italiana (L'informazione periodica e manualistica, in: La cultura della biblioteca, a cura di M. Belotti, Milano: Bibliografica, 1988, p. 183-201). In questi volumi, privi di qualsiasi riflessione critica, «si scambia per metodologia la formulazione di criteri professionali direttamente mutuati dalla pratica e si offre una sistemazione di dati esclusivamente desunti dall'esperienza» (p. 195).

Alle esigenze lasciate scoperte da questi precedenti lavori intende rispondere il manuale curato da Paola Geretto per la Nuova Italia Scientifica, che raccoglie nove contributi di altrettanti autori. Dopo una breve introduzione della coordinatrice dell'opera (p. 11-14) e un capitolo su Le biblioteche in Italia di Claudio Di Benedetto (p. 15-41), corredato da un'appendice legislativa (che poteva essere più completa e aggiornata, p.es. con l'interessantissima L.R. 37/1990 dell'Umbria), troviamo affrontate in modo pressoché completo le problematiche in cui si articola l'attività di una biblioteca, a partire da La costruzione delle raccolte (Madel Crasta, p. 43-78), cui fanno seguito La gestione delle raccolte (Paola Geretto, p. 79-119), La catalogazione (Rossella Dini, p. 121-149), L'indicizzazione per soggetto (Alberto Petrucciani, p. 151-199), Dal materiale minore al materiale non librario (Attilio Mauro Caproni, p. 201-246), Il libro antico (Lorenzo Baldacchini, p. 247-270), Il servizio di consultazione (Rino Pensato, p. 271-297), Didattica della biblioteca ed educazione degli utenti (Franco Neri, p. 299-330). L'esposizione è spesso supportata da schemi e tabelle, talvolta molto efficaci, come nelle parti curate da Crasta e Pensato. Completano il volume una bibliografia (p. 331-354), sulla quale tornerò più avanti, e un indice dei nomi, non del tutto fedele al testo.

Un capitolo di cui si avverte la mancanza è quello sull'impiego delle tecnologie dell'informazione. Nella sua introduzione, a motivazione di questa scelta, la Geretto scrive che «l'occhio è sempre rivolto alle nuove tecnologie, non fini a se stesse, ma intese come strumenti utili per ottimizzare il servizio, rendere qualitativamente migliori, sia in termini di contenuti che di tempi, le risposte che la struttura sa dare ai lettori per ampliare il campo dell'informazione. Per quanto sopra esposto, malgrado l'automazione sia fonte di interessanti riflessioni, si è volutamente preferito evitare di assegnarle un capitolo specifico distribuendo il tema nell'arco di tutti gli interventi, visto che l'utilizzo delle nuove tecnologie tende a permeare l'intera vita dell'organismo biblioteca, modificandone l'organizzazione del lavoro ed i rapporti con l'utenza». Tuttavia, se è vero che uno studio di ciò che l'applicazione dell'automazione comporta può essere in buona parte svolto all'interno delle diverse tematiche affrontate nel manuale, è altrettanto vero che alcune questioni (la varietà dell'offerta, i criteri di scelta, l'analisi funzionale di una struttura, la gestione di un progetto di automazione, l'impatto sull'organizzazione del lavoro e sull'erogazione dei servizi, l'interconnessione tra i sistemi, e via dicendo) avrebbero potuto e dovuto essere oggetto di una trattazione specifica. Il rischio è che prevalga una visione puramente strumentale delle tecnologie, ignorando quanto profondamente esse possano trasformare i servizi bibliotecari, fino ad alterarne e ridefinirne la natura.

Diciamo subito che non siamo di fronte a un manuale di base, ma ad una organica raccolta di saggi, di enorme utilità per chi si avvii agli studi o al lavoro, mentre rimane ancora insoddisfatta l'esigenza di un manuale capace di compendiare la riflessione critica, fondata su solide basi scientifiche, con la guida pratica all'esercizio della professione. È questione di non poco conto e forse non facilmente risolvibile: non è escluso (e forse è questa la scelta implicita, non saprei quanto consapevole, ma in qualche misura sottintesa) che la soluzione vada ricercata nella creazione di un "manuale virtuale", che ognuno può assemblare commisurandolo sulle proprie esigenze, in cui a lavori come questo si vanno ad affiancare contributi monografici specifici che da qualche tempo cominciano ad essere pubblicati anche in Italia.

Non è possibile fare un esame dettagliato dei diversi capitoli e occorre limitarsi a poche osservazioni, raccomandando senz'altro la lettura e lo studio di questi Lineamenti. Il taglio delle varie parti, sia pure con qualche sbavatura, si presenta sostanzialmente omogeneo. Fa eccezione solo il capitolo curato da Di Benedetto, talvolta un po' giornalistico: ciò può essere dovuto al tentativo di rendere scorrevole una panoramica della situazione delle biblioteche italiane che altrimenti poteva essere piuttosto noiosa, ma la sede avrebbe meritato, ci pare, una trattazione più approfondita.

Alcuni capitoli colpiscono particolarmente per la chiarezza e la capacità di sintesi (è il caso dell'esemplare saggio di Rossella Dini, senz'altro tra le migliori pagine che siano state scritte nel nostro paese in materia di catalogazione), oppure per la lucidità di analisi e l'originalità dell'approccio (penso al contributo di Madel Crasta, che fornisce anche un preciso quadro della situazione delle biblioteche italiane nel contesto della cultura nazionale). Da segnalare anche la ricchezza del capitolo sull'indicizzazione, di Petrucciani, lo sforzo di chiarimento terminologico e classificatorio di Caproni, l'equilibrio con cui Pensato ha combinato l'inquadramento teorico e storico con le problematiche di organizzazione e gestione del servizio, la novità costituita dal capitolo redatto da Neri.

Ancora qualche osservazione riguardo alla bibliografia e ad alcuni aspetti redazionali, senz'altro emendabili in un seconda edizione in cui il sicuro successo di questo volume ci fa confidare. La bibliografia, a parte alcune sviste, non è sempre coerente con i saggi cui intende fare da complemento ed appare, specie in alcune parti, lacunosa: nel paragrafo Misurazione e valutazione, per esempio, non troviamo due delle opere recenti più interessanti (If you want to evaluate your library... di F.W. Lancaster e il manuale Unesco Measuring the performance of public libraries di Nick Moore) e due dei pochi contributi italiani pertinenti (il manuale La misurazione dei servizi delle biblioteche pubbliche, tradotto da Danesi e citato in altra parte dell'opera, e L'uso dei cataloghi di biblioteca. Per una valutazione dei servizi bibliotecari di Petrucciani).

Dal punto di vista della cura redazionale (a parte la scelta dichiarata di mantenere per le note lo stile adottato da ciascun autore, alcune difformità nella struttura dei capitoli e una prassi terminologica disomogenea), va rilevato che la forma delle citazioni bibliografiche acquista in un manuale di biblioteconomia un'importanza maggiore che in altre pubblicazioni. Dispiace, quindi, constatare che l'editore sia riuscito a imporre l'adeguamento alle sue norme e che a volte le citazioni siano imprecise o incomplete: ne ha fatto le spese anche questo «Bollettino», citato in almeno sei forme varianti.

Al di là di questi rilievi, la qualità dei contributi è tale che si può essere certi che la pubblicazione di questo manuale farà compiere un grosso passo in avanti sul terreno della formazione e dell'informazione professionale dei bibliotecari italiani.

Giovanni Solimine, Istituto centrale per il catalogo unico, Roma