Editoriale

Da questo numero il «Bollettino» si presenta con una veste nuova, un Comitato scientifico e una redazione rinnovati. C'è anche un piccolo cambiamento di titolo, o, meglio, la rivista assume anche formalmente il nome con cui siamo abituati a chiamarla.

Questo rinnovamento, da tempo in gestazione, è solo uno dei tasselli del disegno di un nuovo sistema comunicativo per l'Associazione e, più in generale, per le biblioteche e i bibliotecari italiani. Un sistema comunicativo che vorremmo più ricco, più diversificato, più efficace, così come più ricca e più diversificata (più efficace dovranno essere altri a dirlo) ci sembra diventata, in questi anni, la professione.

Accanto al mensile «AIB notizie», che va acquisendo una fisionomia di strumento d'informazione professionale agile ma ad ampio raggio, non limitato alla circolazione e documentazione delle attività associative, il «Bollettino» vuole configurarsi come luogo di approfondimento, di ricerca e di riflessione.

Un luogo - diciamolo subito a scanso di possibili equivoci - aperto, non accademico ma impegnato alla serietà e alla qualità del lavoro, senza pregiudiziali limitazioni di campo ma particolarmente attento ai temi che ci sembreranno via via più attuali, con un legame forte ma non superficiale o a senso unico con le attività e le proposte dell'Associazione. Il «Bollettino» cercherà di costruire un retroterra di analisi, di sperimentazione, di riflessione e di confronto all'iniziativa dell'AIB sulle più importanti questioni che coinvolgono il mondo delle biblioteche, con l'ambizione, nello stesso tempo, di suggerire e cominciare ad esplorare nuove tematiche.

Accanto ai due periodici nazionali e ai bollettini regionali sta crescendo anche l'attività editoriale dell'Associazione, con l'avvio della collana «Enciclopedia tascabile», progettata da Luigi Crocetti in volumetti che costituiscano appunto "le voci di un'ideale enciclopedia", e di una serie di «Rapporti AIB», diretti da Vilma Alberani, per studi e documenti da pubblicare con particolare tempestività e a costi contenuti.

La scommessa è doppia. Da una parte, che vi siano dei vuoti di informazione e di documentazione, in parte lamentati da tempo, forse in parte ancora inavvertiti, a fronte di impegni professionali sempre più complessi, che richiedono al bibliotecario conoscenze e capacità molto più diversificate e specializzate che nel passato. Dall'altra, che vi siano, nell'Associazione, nella professione, e se è il caso anche fuori di essa, le forze per riempire questi vuoti.

Non ci nascondiamo i rischi, in una realtà della professione (segnata, a tacere delle tante altre arretratezze, dalla mancanza di un sistema formativo) in cui è ancora, forse, più norma che eccezione la tradizione orale, l'apprendimento per imitazione, l'allegro prescindere dai dati di fatto e quindi, contrariamente al profilo normale di una professione, la scarsa consuetudine con la letteratura specializzata. Crediamo però che un rinnovato e potenziato sistema comunicativo, pur con tutte le difficoltà di avvio e l'impegno di risorse umane prima ancora che finanziarie, sia per l'Associazione un investimento che le consentirà di affrontare meglio attrezzata e preparata le grosse sfide degli anni a venire.

Nell'impostazione del «Bollettino», in particolare, abbiamo puntato su scelte semplici e condivise: l'impegno, come si è detto, a far crescere la qualità del lavoro e l'orientamento alla ricerca e alla sperimentazione, il riferimento, per quanto possibile, agli standard e alle pratiche della letteratura internazionale più autorevole, una procedura uniforme di refereeing, una particolare attenzione al "servizio per il lettore", anche nella documentazione e nell'informazione bibliografica. A quest'ultima, com'è ovvio, intendiamo dedicare particolare cura, perché ci sembra che una delle maggiori lacune sia oggi proprio nell'informazione tempestiva, il più possibile completa e accurata ma soprattutto critica e funzionale sulla letteratura professionale, sia italiana che straniera.

Particolare attenzione intendiamo dedicare anche al contesto europeo e internazionale, e quindi al nostro inserimento in un dibattito che, da tempo sulle questione "tecniche" e ora sempre più su quelle "politiche", ha dimensioni sovranazionali e soffre di forti squilibri. Si tratta, anche qui, di un impegno difficile.

Rimangono sicuramente lacune ed inconvenienti, che speriamo di ridurre progressivamente. D'altra parte, escludendo a priori la possibilità di una "pausa" di preparazione, abbiamo preferito cercato di recuperare il ritardo accumulato e presentarci il più possibile puntuali con questo primo numero. Attendiamo da tutti i lettori critiche, suggerimenti e contributi.

[Alberto Petrucciani]