Questo fascicolo speciale corona - anche se un po' in ritardo sui nostri tempi di uscita ordinari - alcune aspirazioni vecchie e nuove di chi scrive e di altri amici che al «Bollettino» sono legati, ed è venuto quindi a rappresentare per noi, tra innovazioni e flashback, una prima "soglia" tra la rivista ormai diventata familiare a tutti i colleghi e quella che si affaccerà, fra qualche numero, sul prossimo millennio.
Vilma Alberani e le sue collaboratrici ripercorrono nel primo articolo, con l'abituale acribia e un ricco corredo di dati statistici, quasi quarant'anni di storia del «Bollettino», offrendo ampia materia di riflessione attraverso la testimonianza di una ininterrotta - anche se più o meno felice - ricerca di un ruolo attivo e di un profilo specifico della rivista dell'Associazione nella crescita delle biblioteche e dei bibliotecari italiani. Più dei secondi che delle prime, come è stato altre volte notato, anche se vorremmo credere che questo "distacco" si vada riducendo. Grati degli incoraggianti apprezzamenti che il nostro lavoro ha ricevuto, intendiamo naturalmente tener conto delle carenze emerse dall'indagine - per esempio quanto alla copertura di alcuni temi - e non dimenticare la promessa mancata - ma qui ricordata - di pubblicare un indice cumulativo dell'intera serie della rivista, annunciato nel 1991, arenatosi per ragioni su cui non mette conto tornare e probabilmente da riprendere in maniera più economica e versatile in formato elettronico.
Il restyling grafico della rivista - che confidiamo dispiaccia inizialmente, come sempre succede, ai lettori più affezionati, per conquistarli poi col tempo - risponde all'esigenza di rivedere aspetti insoddisfacenti dell'impaginazione interna e di introdurre in copertina il logo dell'Associazione, naturalmente mantenendo le caratteristiche di semplicità e compattezza che ci sono imposte anche dai vincoli di bilancio. Scegliendo nuovi caratteri, anche se non ancora "limati" in ogni particolare, abbiamo anche voluto dare fiducia a una ricerca di leggibilità ed eleganza che non si è conclusa con lo storico ma usurato Times.
Venendo meno con questo numero a una tacita promessa mantenuta per sette anni, quella di non indulgere alla prassi dei frequenti fascicoli doppi (talvolta persino tripli), abbiamo voluto marcare questo "speciale" come uno specchio della cultura professionale in cui la rivista ha sempre creduto e che sentiamo, in questo scorcio di millennio, sempre più matura, solida, condivisa. Temi tradizionali, come la classificazione, e temi nuovi, indagini sul nostro paesaggio bibliotecario - tra lente ma tenaci volontà di riorganizzazione e inedite sperimentazioni gestionali - e su quello europeo anche meno visitato, le grandi sfide dell'era digitale che coinvolgono, con i bibliotecari, la comunità della ricerca e altri operatori dell'informazione, profit e non-profit. Altri contributi di non minore attualità e interesse - dalla certificazione di qualità dei servizi bibliotecari ai consorzi per l'acquisizione di risorse elettroniche - troveranno posto sul prossimo numero, per la tirannia dello spazio, e pur incrociando le dita bisognerà notare che la carenza di contributi e collaborazioni tante volte lamentata è forse ormai - o almeno in questa stagione - dietro le nostre spalle. Le trecento firme del «Bollettino» dal 1992 ad oggi, fra articoli rubriche e recensioni, testimoniano di una comunità professionale che, anche grazie ai nuovi strumenti offerti dalla rete, comunica molto più che in passato, si è ampliata, diversificata, e soprattutto partecipa più attivamente allo scambio di esperienze e di riflessioni, anche embrionali o in progress, nate nella pratica di lavoro o nel confronto con la letteratura professionale.
Last not least, una promessa che con questo numero arriviamo finalmente ad adempiere è il primo CD-ROM cumulativo (1989-1998) della Bibliografia italiana delle biblioteche, del libro e dell'informazione, presentato in anteprima, nel maggio scorso, al Congresso di Roma. Speriamo che almeno parte dell'incalcolabile numero di ore e giornate che negli ultimi anni BIB ha rosicchiato a Giulia Visintin e a chi scrive, e negli ultimi mesi anche a Stefano Minardi, imperturbabile demiurgo di Zetesis, e ai collaboratori che ci hanno aiutato nello sforzo conclusivo, ritorni ai lettori del «Bollettino» nelle forme di una delle nostre utopie professionali, l'efficacia ed efficienza del recupero dell'informazione. E le promesse, si sa, sono come le ciliegie...: un più ampio recupero retrospettivo è già in programma per il prossimo anno.
Anche per l'Associazione italiana biblioteche il rotondo 2000 non è privo di significati: saranno infatti esattamente settant'anni dalla sua fondazione, a seguito del primo Congresso mondiale delle biblioteche, per dare anche al nostro paese la rappresentanza professionale che mancava. Al Congresso di Roma l'Associazione, tra rivisitazione delle nostre radici e riforme statutarie, ha fatto un altro passo verso le sfide di domani, in cui il ruolo del bibliotecario sarà sempre meno ancorato alle appartenenze istituzionali, rassicuranti ma subalterne e spesso sterili, e sempre più affidato alle capacità e ai valori di cui ciascuno saprà essere portatore, in una società che riconosce sempre maggiore valore all'informazione ma è ancora lontana dal garantire davvero che tutti possano avervi efficacemente accesso. E il «Bollettino» non mancherà di accompagnare e stimolare l'azione dell'Associazione, con il suo contributo di ricerca, di dibattito e di innovazione.