Il libro intende suggerire dei criteri per organizzare efficacemente un database multimediale attraverso l'implementazione di un sistema integrato di recupero delle informazioni. L'autrice (responsabile del Department of Library and Information Studies allo University College di Dublino e membro del Comitato scientifico del periodico «Library and information science research») da un lato definisce gli strumenti per l'analisi delle diverse strutture di dati che caratterizzano ciascun medium, dall'altro individua i metodi per la formalizzazione delle descrizioni e per la tessitura dell'apparato indicale.
Il primo dei due aspetti risulta, a nostro avviso, la parte più riuscita e originale della trattazione. L'attento, rigoroso esame delle caratteristiche dei dati elettronici e delle diverse forme di informazione visuale e sonora offre ai bibliotecari responsabili della gestione della base dati spunti e indirizzi validi per un controllo bibliografico ottimale e per una mediazione informativa il più possibile user-friendly. Nessun inganno a proposito della complessità del concetto di unità informativa quando si prendano in considerazione le risorse multimediali: il lettore è avvertito sin dall'introduzione sulle molteplici relazioni che possono aversi (e di cui il DBMS deve tenere conto) tra una data manifestation e il rispettivo original work (esemplari/master copy, ovvero originale/traduzione o revisione di un libro, disco, nastro, film, fotografia, ecc.; ma anche brano musicale/sua esecuzione; libro/rappresentazione filmica o teatrale basata su esso; dipinto/fotografia del dipinto/stampa della fotografia; enciclopedia cartacea/versione su CD-ROM; periodico a stampa/versione elettronica, ecc.). Nonostante l'autrice adoperi una terminologia e dei procedimenti logico-concettuali in piena sintonia con l'impianto teorico di Functional requirements for bibliographic records, il documento dell'IFLA non viene mai menzionato nel testo né citato tra i riferimenti bibliografici posti a chiusura dei capitoli. Analoga sorte tocca a ISBD(ER).
In che modo sfruttare appieno il potenziale della multimedialità in biblioteca? Le strategie di utilizzo sono molteplici e vanno dall'integrazione dei documenti multimediali con la collezione libraria all'aggiunta di immagini ai records dell'OPAC; dalla digitalizzazione dei testi all'ormai abusato topic della dialettica possesso vs. accesso nella gestione delle collezioni; dai periodici elettronici all'interattività con l'utente per mezzo di ipertesti e ipermedia. Pur accennando ripetutamente alle suddette opportunità, è tuttavia sugli aspetti teorici "tradizionali" legati all'organizzazione dell'informazione che si incentra maggiormente l'attenzione dell'autrice. Viene anzitutto affrontata la questione della scelta di base se organizzare le unità logiche e/o fisiche: a) secondo una sequenza lineare (si tratti di uno schema di classificazione/collocazione come la Dewey, di un elenco alfabetico di intestazioni o di un menu di opzioni presenti nella "videata" di un PC), oppure b) secondo le comuni tecniche di information retrieval (operatori logici e di prossimità, limitazioni/combinazioni di campi, troncamento, caratteri jolly, e così via). La Burke sembra privilegiare talune possibilità avanzate di approcci diversi e anche più flessibili, come ad esempio programmi di IR ipertestuali/ipermediali, ritenendoli particolarmente appropriati rispetto all'ambiente multimediale della base dati. Altri aspetti ampiamente discussi riguardano, ovviamente, la politica degli accessi (quanti, quali, con quale architettura), le problematiche inerenti la creazione dei surrogati (i records di un database, le intestazioni in un catalogo, i metadati nel caso delle risorse elettroniche), con riferimento agli standard (accanto a quelli più usati - le diverse ISBD, AACR2, UNIMARC - sono menzionati anche Spectrum per gli oggetti museali, URI e Dublin Core per le risorse di rete), le tematiche dell'indicizzazione per soggetto (analisi concettuale, selezione dei termini, rappresentazione nei diversi linguaggi: thesauri, soggettari, schemi di classificazione) e del metodo per faccette di Ranganathan. L'autrice non manca, in questa parte, di sottolineare le difficoltà aggiuntive che l'indicizzazione di documenti audio e video pone nella fase di analisi (in quanto la compresenza di più media tende a far aumentare le possibilità di interpretazione del tema di base). Viene presa in considerazione anche la dialettica tra sistemi precoordinati (sono inclusi esempi di motori di ricerca) e postcoordinati, con accenni anche a meccanismi multicoordinati (misti), tra cui alcune categorie di ipertesti.
Forse la trattazione degli argomenti a un livello a volte troppo poco approfondito potrebbe deludere le aspettative del lettore bibliotecario, tuttavia quest'opera ci pare costituisca un apprezzabile tentativo, nella sua presentazione gradevolmente ordinata, di offrire una bussola per l'attività di gestione del camaleontico universo delle risorse multimediali e dell'informazione in rete, attraverso una serie di suggerimenti fondati sugli strumenti professionali di sempre (scelta e controllo formale dei punti di accesso, descrizione funzionale e ben codificata, sviluppo di IRS adeguati alle diverse tipologie di media e di utenti) ma con l'avvertimento della necessità di una revisione costante dei meccanismi di controllo e indicizzazione dell'archivio di dati, in ragione della rapidità con cui muta lo scenario delle tecnologie e, con esso, l'intero circuito informativo.
Domenico Ciccarello
Biblioteca Fardelliana, Trapani