I bibliotecari universitari addetti al reference si trovano spesso ad accogliere studenti estremamente disorientati, che rivelano purtroppo, talvolta anche quando ormai prossimi al temine del loro cursus studiorum, una disarmante ignoranza in fatto di conoscenza e frequentazione delle biblioteche; inoltre, non di rado incorrono nell'errore di volersi cimentare in una ricerca bibliografica senza sanare prima le loro lacune grazie all'acquisizione di un bagaglio minimo di nozioni di biblioteconomia e bibliografia. Proprio per soccorrere questi studenti nasce Libri, reti, biblioteche, che, come recita appunto il sottotitolo, si propone quale guida di base alla ricerca, scritta con l'intento di trasmettere l'insieme di conoscenze teorico-pratiche fondamentali in modo che gli studenti possano acquisire le competenze necessarie per riuscire a documentarsi, qualsiasi sia la disciplina oggetto di studio. Va detto subito che tale obiettivo appare senz'altro centrato. Grazie infatti a una lunga esperienza didattica, durante la quale hanno potuto misurare quanto fosse avvertita l'esigenza di un manuale che approfondisse specialmente gli aspetti pratici del lavoro di ricerca, quelli cioè di più immediato interesse per i giovani lettori, i due autori (la prima bibliotecaria presso il Dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università di Bologna, il secondo docente di Bibliografia e biblioteconomia dell'Università di Milano) hanno saputo fornire uno strumento agile, ma completo, a chi affronta per le prime volte una ricerca bibliografica, privilegiando il lato operativo di quest'ultima, senza tuttavia mai tralasciare i presupposti teorici, le normative e i principi tecnici che regolano la pratica biblioteconomica.
Il rigore che sostiene il testo, coniugato a un'esemplare chiarezza espositiva, rende particolarmente efficace questa Guida, la cui originalità nell'ambito della manualistica biblioteconomica italiana è rappresentata dalla scelta di adottare, in fatto di impostazione del materiale, l'ottica di chi è alla ricerca di informazioni ed è mosso soprattutto dall'esigenza di apprendere metodo e procedure della ricerca bibliografica. È proprio tale prospettiva a determinare anche la struttura del testo, organizzato infatti secondo un percorso logico che ricalca le tappe di un ipotetico itinerario di lavoro. Infatti, anche se ciascuno dei sei capitoli in cui è articolato il testo può essere letto indipendentemente dagli altri, la loro successione offre via via le risposte ai quesiti fondamentali - posti a incipit di ciascun capitolo - che dovrebbe sempre porsi il bravo ricercatore: che cosa e dove cercare, quale tipo di documenti, come (ossia, a quali strumenti fare ricorso), come riuscire infine a ottenere concretamente il materiale. Coerentemente poi con la natura introduttiva del lavoro, il testo è stato da un lato alleggerito delle note (ci si limita a riportare al fondo del testo alcuni riferimenti bibliografici essenziali), dall'altro opportunamente inframezzato da un ricco apparato esemplificativo.
Il primo capitolo, Fare ricerca, è dedicato alla fase dell'elaborazione dell'impianto metodologico a sostegno del lavoro di ricerca, iniziando a definire che cosa è una ricerca bibliografica e soffermandosi quindi sulle possibili strategie e sull'organizzazione formale del lavoro (registrazione ed elementi delle notizie, stili di citazione, organizzazione e stesura della bibliografia), momenti questi che non di rado risultano particolarmente critici per gli studenti. Il capitolo successivo ci conduce invece in un viaggio attraverso I luoghi della ricerca, illustrando sinteticamente caratteristiche e tipologie dei luoghi tradizionalmente deputati alla conservazione della memoria scritta - in primo luogo le biblioteche, ma anche gli archivi - e allargando inevitabilmente l'analisi fino a comprendere anche i luoghi virtuali della ricerca, prodotti dall'applicazione dell'evoluzione tecnologica delle reti al mondo delle biblioteche, ossia la biblioteca virtuale e quella digitale. Dei documenti elettronici e multimediali tiene debitamente conto il capitolo dedicato a Tipologia e uso dei documenti, che passa appunto in rassegna i diversi tipi di supporti documentari con le relative modalità di consultazione e reperimento, a partire ovviamente dai manoscritti e dai libri, passando per le fonti informative contenenti immagini e suono (microformati e audiovisivi) e soffermandosi infine ampiamente sulle diverse tipologie di risorse elettroniche, che tanto possono agevolare un'indagine di tipo bibliografico.
Il quarto e il quinto capitolo (rispettivamente Strumenti della ricerca e Strumenti elettronici della ricerca) costituiscono il cuore del libro, dove si affronta la questione del come utilizzare gli strumenti a disposizione per la ricerca, ossia i cataloghi, prospettando le possibili strade da percorrere attraverso un'utile serie di esempi. A partire dal presupposto che per un uso davvero efficace dei cataloghi, tradizionali e non, occorre conoscerne preventivamente la struttura, viene qui illustrato il funzionamento dal punto di vista biblioteconomico dei differenti tipi di cataloghi e le relative tecniche di consultazione, a partire ovviamente dagli schedari cartacei - da quello per autore e titoli a quelli semantici, a quello dei periodici - e corredando la descrizione di suggerimenti volti a limitare i rischi di insuccesso. Dei cataloghi elettronici, governati dagli stessi principi concettuali e norme formali di quelli cartacei, vengono soprattutto descritte le enormi potenzialità in fatto di meccanismi di ricerca, che si differenziano da quelli degli strumenti tradizionali fondamentalmente per l'accesso multiplo alle notizie bibliografiche (attraverso cioè più elementi di interrogazione) e per le varie tecniche di raffinamento applicabili (filtri, operatori logici, ecc.). Dopo aver elencato le caratteristiche generali di interrogazione di OPAC e metaOPAC e le strategie di ricerca da adottare, vengono analizzati diffusamente i due cataloghi italiani più sviluppati, ossia SBN e ACNP, terminando infine con alcune indicazioni di base sulla ricerca in quelli che possono essere definiti strumenti generali di interrogazione della rete (motori, indici e metamotori).
Le pagine conclusive sono dedicate all'Organizzazione e recupero del materiale in biblioteca e descrivono appunto il momento in cui si concretizza la ricerca bibliografica, quello cioè del reperimento e della consultazione del materiale utile, della cui esistenza e localizzazione si è venuti a conoscenza grazie a un appropriato uso degli strumenti di ricerca. Qui, infatti, dopo una premessa sull'organizzazione spaziale e logistica di una biblioteca (aspetti questi utili da conoscere perché permettono all'utente di sfruttare al meglio quanto offre una biblioteca), vengono illustrati i principali servizi al pubblico, focalizzando l'attenzione su quelli destinati a favorire l'accesso al documento, ossia su prestito interbibliotecario e document delivery, che premiano il bravo ricercatore di cui s'è detto con il recupero effettivo del documento o del testo cercato.
Libri, reti, biblioteche pare essere uno strumento fruibile da un'ampia cerchia di lettori, rivelandosi specialmente prezioso per i suoi destinatari principali, cioè gli studenti universitari. Il volume infatti insegna loro soprattutto un metodo di lavoro che li sappia portare, sulla base di un'attenta riflessione sul senso della propria indagine - ossia su obiettivi e contenuti della ricerca - ad adottare le procedure più efficaci, organizzando logicamente le tappe della propria ricerca e imparando quindi a orientarsi e a muoversi in modo più consapevole e autonomo fra libri, reti e biblioteche. Inoltre, restando sempre nell'ambito della formazione universitaria, va sottolineato che questa Guida alla ricerca potrà rivelarsi senz'altro utile anche per chi si trova a dover gestire e organizzare l'informazione per renderla il più possibile accessibile, costituendosi quale valido appoggio e stimolante punto di riferimento per quei bibliotecari impegnati quotidianamente nel complesso e sempre più necessario compito di formazione degli utenti.
Anna Pavesi
Biblioteca di Iberistica, Dipartimento di scienze del linguaggio e letterature straniere comparate, Università di Milano