Antonio Giardullo.  La conservazione dei libri: materiali, tecniche e impianti.  Milano: Ed. Bibliografica, 1999.  213 p.  (Bibliografia e biblioteconomia; 54).  ISBN 88-7075-519-3.  L. 30.000.

Suddiviso in due ampie sezioni e corredato di varie appendici, il libro di Giardullo si presenta come un'opera di lettura e consultazione, ove raccomandazioni teoriche ed esempi classici si intrecciano a delineare un'utile guida alla conservazione, alla valorizzazione e all'ottimale fruizione delle raccolte librarie.

Il testo si inserisce in un panorama certamente vivace della letteratura di settore, e richiama principi a tutt'oggi validi, utilmente organizzati secondo una concatenazione logica degli argomenti (funzione della biblioteca, parametri ambientali ottimali, supporti scrittori, danni cui questi possono andare incontro e interventi possibili).

Con piena coscienza di quelli che talvolta sono dei controsensi nell'ubicazione delle biblioteche italiane, che alle soglie del terzo millennio spesso e volentieri occupano spazi del tutto inadeguati alle esigenze odierne, Giardullo non dimentica che, al di là delle aspirazioni e dei desideri, la realtà è fatta spesso ancora di pietre, legno e carta.

La discrasia fra vecchi materiali e nuovi bisogni informativi deve in qualche modo trovare uno sbocco nell'adeguare all'esistente (più o meno obsoleto) normative di sicurezza da un lato e possibilità di fruizione dall'altro. Ecco allora che la trattazione si fa quasi vademecum, indispensabile soprattutto a chi si trova a gestire spazi e materiali di cui non è così immediata la conoscenza delle componenti fisico-chimiche: le biblioteche, inoltre, sono inserite in contesti urbani sempre meno "amichevoli" da un punto di vista ambientale, e palazzi costruiti secoli fa ospitano materiali che giungono da epoche diverse, bisognosi di trattamenti particolari per restare il più a lungo possibile testimonianza della cultura e della civiltà di provenienza.

Giardullo, con scelte talvolta gustose delle fonti, ricorda gli antichi sistemi di prevenzione dei danni e di conservazione dei materiali, dando ampio spazio tuttavia alle moderne tecniche di risoluzione dei problemi (vecchi e nuovi), da quelli architettonici a quelli dell'impiantistica, con una descrizione puntuale e precisa dei parametri ambientali e delle normative più recenti in materia.

Nella seconda parte, una sezione è dedicata a descrivere i supporti scrittori, dalle tecniche di fabbricazione antiche e moderne ai danni che fattori chimici e organici possono causare. Anche in questo caso si può ravvisare un reale quadro di cattiva conservazione dei materiali e di scarsa prevenzione dei danni che, a lungo andare, potrebbero portare alla scomparsa di una parte ingente dei documenti presenti nelle nostre biblioteche. Alla descrizione come sempre precisa dei tipi di deterioramento seguono le indicazioni sui possibili interventi, organizzate come vere e proprie schede in cui, punto per punto, si elencano le fasi dei vari lavori da effettuare.

A coronamento della trattazione, sono pubblicati tre appendici contenenti i principi di conservazione e restauro nelle biblioteche dell'IFLA, il d.p.R. 418/1995 sulle norme anti-incendio e un breve elenco degli istituti che su base nazionale si occupano di interventi inerenti la conservazione e il restauro.

Un accenno ai nuovi supporti della scrittura e dell'informazione apre un discorso qui giustamente non approfondito, ma che comincia a diventare un doveroso interesse dei bibliotecari (se ne avverte l'urgenza sulle liste di discussione specialistiche italiane e straniere) per i problemi che comporta soprattutto di ridefinizione di una serie di concetti tradizionalmente legati ai supporti cartacei.

Le nostre realtà bibliotecarie, tuttavia, sono ancora fatte per la maggior parte di libri e il testo di Giardullo esprime senz'altro la preoccupazione e l'esigenza che si conoscano e si attuino sistemi atti a consentirne la conservazione migliore e più duratura possibile.