La titanica impresa di delineare natura ed effetti dell'informazione sulla complessa società contemporanea non ha scoraggiato M.W. Hill, prima ricercatore in chimica industriale e poi direttore della sezione scientifica della British Library, presidente della FID e delegato presso molte associazioni internazionali di documentalisti.
Nei capitoli iniziali si esaminano natura dell'informazione, qualità e affidabilità, ruolo nel processo di comunicazione e conoscenza. Gestione dell'informazione, aspetti economici e impiego in politica e nel governo sono tra i temi più interessanti trattati nel prosieguo, insieme ai mutamenti sociali determinati dalle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), e agli aspetti etici e legali della manipolazione e gestione dell'informazione. L'opera si conclude esaminando il concetto di società dell'informazione, sistematizzando gli aspetti emersi in precedenza e indicando i possibili esiti dei mutamenti sociali e tecnologici in corso.
Secondo Hill l'informazione è costituita da concetti che assorbiamo, che registriamo, che hanno per noi un significato e possono modificare lo stato della nostra conoscenza. L'informazione ha quindi la potenzialità di diventare conoscenza: tuttavia la seconda contiene sempre in più un elemento personale di giudizio.
Le modalità tramite cui assorbiamo l'informazione favoriscono o rallentano il processo: fondamentale al proposito è capire linguaggi e potenzialità dei vari media. Cruciale è però soprattutto la gestione dell'informazione, in tutti i contesti. Non a caso le biblioteche aziendali e universitarie tendono oggi a trasformarsi in vere e proprie unità di gestione dell'informazione, con lo scopo di garantire l'accesso alle informazioni e la circolazione, disseminazione selettiva e archiviazione dei documenti prodotti in loco o acquisiti dall'esterno. Informatici e bibliotecari collaborano alla creazione e manutenzione di reti informative efficienti e si avverte la necessità di una verifica costante dell'apparato informativo (information audit).
I rapidi mutamenti introdotti dalle nuove ICT pongono problemi etici a tutti gli attori sociali: cittadini, governo, imprese pubbliche e private. Nuovi diritti, doveri e conflitti si profilano: diritto personale alla privacy contro tutela governativa della sicurezza pubblica, diritto del consumatore di conoscere il prodotto e diritto dell'impresa di non concedere vantaggi alla concorrenza, e così via. Allo snodo di questi percorsi conflittuali sta spesso il professionista dell'informazione, la cui etica professionale riveste dunque una sempre maggiore importanza.
Hill analizza lucidamente anche i controversi aspetti socio-economici dell'universo informativo:
- l'informazione è essa stessa oggetto di scambio, pur non avendo le caratteristiche tipiche della merce, e contribuisce significativamente al PIL di una nazione grazie all'insieme di servizi che attorno ad essa ruotano;
- scambi e speculazioni finanziarie e borsistiche consistono ormai nella gestione - con logiche "da casinò", avrebbe detto Keynes - di enormi flussi informativi sulle reti telematiche;
- informatica e telematica hanno prodotto nei luoghi di lavoro un riassetto strutturale con pesanti conseguenze occupazionali, solo parzialmente compensate da nuovi impieghi nel settore dei servizi.
Da questi rapidi cenni emerge la vastità di orizzonti che è il principale pregio del libro, consigliabile a studenti in LIS, professionisti dell'informazione e a chiunque necessiti di un quadro d'insieme sui problemi contemporanei legati all'universo informativo. Il taglio piuttosto sintetico dell'opera ne fa un valido testo di consultazione, dotato di bibliografia per gli approfondimenti.
Ci sentiamo infine di condividere le conclusioni dell'autore: l'odierna enorme massa di informazioni è una miniera da cui trarre materiali che aumentino la consapevolezza e la cultura di una società, e servano a ridurre - non ad aumentare - gli squilibri sociali tra information rich e information poor.