Il bel manuale UNIMARC di Marie-Renée Cazabon si presenta in questa seconda edizione assai arricchito e profondamente rinnovato rispetto alla prima pubblicata nel 1993: le pagine sono più che raddoppiate, poiché è aumentato di molto lo spazio dedicato agli esempi, non più limitati alle monografie e alle pubblicazioni seriali, periodici e collezioni, ma ora estesi anche alla musica a stampa e alle risorse elettroniche. Cambiato è anche il tono complessivo, tendente almeno nelle parti esemplificative a una riposata colloquialità, sicuramente derivata da una lunga esperienza di corsi in materia. Costante è poi, rispetto alla prima edizione, il riferimento all'uso di UNIMARC non solo come formato di scambio, ma come formato di catalogazione oramai largamente diffuso, almeno in Francia, nei sistemi di automazione. Come è noto dal 1993 UNIMARC è per legge il formato di scambio nazionale francese e in questo formato vengono diffusi in primo luogo i dati della Bibliographie nationale française (BNF), che però ha mantenuto INTERMARC come formato di produzione; inoltre sono in UNIMARC il catalogo del sistema universitario di documentazione dell'Agence bibliographique de l'einsegnement supérieur (ABES), in corso di realizzazione, i dati delle biblioteche civiche che hanno partecipato al progetto nazionale di conversione retrospettiva dei cataloghi per realizzare il Catalogue collectif de France (CCF), che dovrebbe essere reso disponibile tramite il sito della Biblioteca nazionale entro quest'anno, come anche la base dati Electre delle novità bibliografiche del Cercle de la librairie. Inoltre, come ricorda la Cazabon, nel corso degli anni la Direction du livre et de la lecture ha pressantemente invitato le biblioteche pubbliche ad acquisire prodotti di automazione in grado di importare ed esportare notizie in formato UNIMARC, spingendo quindi i produttori a fornire sistemi di automazione che utilizzano UNIMARC anche come formato di catalogazione, allo scopo di diminuire le problematiche di transcodifica da formati differenti.
Il primo terzo del volume è dedicato, come nella prima edizione, a un rapido inquadramento storico e a una illustrazione del formato bibliografico, cui il manuale è esplicitamente dedicato; non viene quindi analizzato il formato per la gestione delle registrazioni di autorità, le cui etichette sono solo elencate in appendice, anche se al controllo e all'archivio di autorità si fa più volte esplicito riferimento. Un intero paragrafo, il quinto, è dedicato all'analisi dei legami e al loro trattamento: l'analisi, nel rendere conto delle prescrizioni dello standard, le misura anche alla luce della realtà dei sistemi di automazione, spesso non in grado di gestire correttamente e in modo completo la tecnica citazionale (embedding) prevista in origine da UNIMARC. Inoltre il manuale, dedicato ai lettori francesi, tiene conto della scelta della BNF, cioè di utilizzare una tecnica a sottocampi anche all'interno delle etichette 4XX; questa tecnica, più semplice - forse - dal punto di vista della gestione in sistemi d'automazione, è stata recepita nella sostanza dal PUC (Permanent UNIMARC Committee), cui l'IFLA ha demandato la manutenzione dello standard, ed è stata introdotta in forma ufficiale come tecnica variante rispetto a quella tradizionale nel secondo Update all'UNIMARC manual nel 1998.
I restanti due terzi del volume sono dedicati agli esempi completi, nel complesso oltre un'ottantina, purtroppo non numerati. Per ciascun esempio sono dati la riproduzione del frontespizio e, se necessario, di altre pagine di accompagnamento, la scheda catalografica, la corrispondente registrazione UNIMARC e la discussione degli aspetti di maggiore interesse. La parte più cospicua degli esempi è dedicata alle monografie, con una sezione specifica dedicata alle monografie in più unità fisiche. Come già si è accennato la catalogazione francese di questo tipo di pubblicazioni differisce in modo sensibile da quella corrente nelle nostre biblioteche e rappresentata anche dalla BNI; infatti la Bibliothèque nationale ha abbandonato verso la fine degli anni Ottanta la catalogazione a più livelli, da noi invece ancora prevalente, e oggi le pratiche correnti francesi prevedono la descrizione globale della pubblicazione in un'unica registrazione con nota di contenuto, sul modello dell'uso anglosassone, oppure la descrizione dei singoli volumi su registrazioni separate, senza però una notizia di insieme che funga da elemento più alto di una gerarchia, come prevede invece la descrizione a più livelli di UNIMARC. Se il trattamento in unica registrazione è senz'altro da preferire laddove la divisione in più unità fisiche sia dovuta soltanto a ragioni editoriali (quali le dimensioni dell'insieme nel suo complesso) e i titoli dei singoli volumi non godano di tale autonomia da richiedere accessi singoli per l'utente, il trattamento su registrazioni multiple non a livelli, indicato per le altre casistiche, desta parecchie perplessità. Tra l'altro dall'esemplificazione proposta emerge una pluralità di trattamenti, che probabilmente sono invalsi nell'uso, adattando il formato ai limiti e alle caratteristiche dei sistemi di automazione utilizzati e non piuttosto questi ultimi al formato. Così non può non sorprendere l'esempio di p. 242 e seguenti, ove si discute di una catalogazione in unica registrazione, quindi con nota di contenuto (etichetta 327), ma poi si propone l'utilizzazione di etichette di legame 463 per consentire l'accesso ai titoli dei singoli volumi, ovviamente con la sola citazione (embedding) del campo 200, oppure in alternativa l'uso - mutuato dalla BNF - dell'etichetta 517 (Altri titoli varianti), sempre con la medesima motivazione. Altrettanto poco coerente pare il trattamento in registrazioni singole per i singoli volumi, nelle quali viene di solito mantenuta l'etichetta 461, ancora con la sola citazione del campo 200 dell'insieme, a indicare un legame gerarchico che però non esiste, par di capire per via del fatto che la BNF nelle proprie registrazioni di lavoro in INTERMARC mantiene una notice de gestion di tipo gerarchico, che però non viene riprodotta nei CD-ROM distribuiti. Si giunge così fino a un bell'esempio di teratologia catalografica laddove nel caso di un'opera a tre livelli (per la cui illustrazione del resto la Cazabon stessa non può che ricorrere a una esemplificazione di tipo gerarchico) si crea nel campo 200 un «titolo dipendente di un titolo dipendente» (sic), producendo registrazioni sulla cui maggiore facilità di consultazione per l'utente rispetto a una catalogazione a più livelli par lecito dubitare.
Agli esempi dedicati alle monografie segue una serie di esemplificazioni sulla catalogazione dei periodici e delle collezioni. Chiara e analitica la trattazione, sulla base degli esempi, dei legami fra registrazioni precedenti e successive (43X e 44X) dei periodici; un po' frettolosa invece la trattazione delle collezioni, limitata a tre soli esempi, di cui due dedicati alla casistica di una collezione con sottocollezioni. La scelta proposta è di descrivere le sottocollezioni in registrazioni autonome con titolo comune più titolo dipendente e con il titolo della collezione principale in area 225 (e 410). Della collezione principale viene poi fatta registrazione autonoma, con legame 411 al titolo comune più titolo dipendente attribuito alla sottocollezione. Il caso esemplificato pare abbastanza persuasivo, ma probabilmente laddove si ampliasse la casistica sarebbe dubbio che il trattamento risponda a tutti i casi di collezione e sottocollezione: il terreno è comunque infido, come già a suo tempo insegnava lo zoppicante ISBD(S), che proprio su queste tipologie di costruzioni di titoli mostrava la maggiore faticosità e aleatorietà nell'applicazione.
Le ultime serie di esempi sono dedicate a due tipologie specifiche di materiali: la musica a stampa e le risorse elettroniche. Per entrambe le tipologie è sottolineata l'importanza delle etichette codificate specifiche, spesso da usarsi in combinazione con quelle tipiche delle monografie (105) e dei seriali (110), anche ai fini del recupero dell'informazione, ammesso naturalmente che il sistema d'automazione sia in grado di gestire questa tipologia di dati.
Una sola osservazione per quanto concerne la musica a stampa: l'affermazione che la presenza nella medesima registrazione di un titolo uniforme (500) e di un autore principale (700) sarebbe tipico della musica poiché, «en principe inacceptable dans le traitement des monographies» è erronea: ovviamente sarebbe inaccettabile per la musica esattamente come per qualunque altra tipologia di materiale, se il titolo uniforme fosse anche intestazione principale (indicatore secondo a "1"), come naturalmente non è in nessuno degli esempi proposti.
Per quanto concerne le risorse elettroniche la attuale situazione francese è migliore di quella italiana, poiché accanto a pratiche attestate da centri di catalogazione è già disponibile, almeno a livello di bozza, una norma nazionale per la descrizione bibliografica (Z 44-082), mentre nel nostro paese non par di intravedere nulla di lontanamente assimilabile, come del resto in pratica per tutte le tipologie di materiali che non siano il libro a stampa.
Gli esempi di catalogazione di risorse elettroniche sono assai minuziosi e fedeli allo standard, proponendo sempre tutte le etichette specifiche per questo tipo di materiali; per l'etichetta 135 è naturalmente utilizzata ancora la versione a 2 posizioni, che è stata rivista e portata a 12 posizioni dall'Update pubblicato quest'anno. Sono dati esempi di risorse ad accesso locale e ad accesso remoto, in qualche caso esemplificando sulle due differenti versioni della medesima pubblicazione e fino all'utile esempio di una pubblicazione in tre diversi formati, carta, CD-ROM e Web. Qualche dubbio desta l'esemplificazione di un periodico su CD-ROM, per il quale, forse a scopo didattico, si danno due registrazioni differenti per i dischetti che contengono il retrospettivo e per quello corrente, anche se sono pubblicati dal medesimo editore e, per quanto è possibile giudicare, pare trattarsi di un'unica pubblicazione aperta. Gli esempi scelti sono i più vari, compresi anche alcuni CD-ROM di tipo educazionale per ragazzi, ma non sono presi in esame casi di kit multimediali.
Chiudono il manuale le tabelle dei codici di lingua, di paese, ora reperibili anche direttamente in linea, e di funzione degli autori, non utilizzati nelle applicazioni italiane correnti, e anche alcuni esempi di notizie in arabo, cinese e giapponese.
In conclusione di queste note va sottolineato come il manuale della Cazabon si segnali per la ricchezza degli esempi e la solidità dell'impianto; pur tenendo conto delle differenze interpretative e di alcune scelte tipicamente francesi, può essere di indubbia utilità anche per un pubblico italiano, soprattutto in mancanza di una manualistica specifica nella nostra lingua.