L'informazione di comunità e una sua applicazione italiana: l'Informagiovani

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Chiara Papalia

Abstract

L'informazione di comunità è un servizio che si è sviluppato nelle biblioteche pubbliche di area anglosassone a partire dall'inizio degli anni '70 con l'intento di aiutare i cittadini a orientarsi tra le varie agenzie informative che fornivano informazioni utili a risolvere i problemi della vita quotidiana presenti sul territorio. Infatti a partire dagli anni '60 in Gran Bretagna si erano moltiplicate strutture che offrivano assistenza in merito alla tutela dei consumatori, alla ricerca di case in affitto, alle questioni legali, ecc. (Consumer Advice Centres, Housing Advice Centres, Legal Advice Centres) ed era diventato complicato capire dove rivolgersi per risolvere un determinato problema. Nasceva così la necessità di creare un servizio in grado di indirizzare gli utenti verso la struttura più idonea a soddisfare le loro esigenze. Le biblioteche vennero individuate come il luogo adatto in cui far nascere questo nuovo servizio per la loro diffusione capillare sul territorio e per l'esperienza dei bibliotecari nella raccolta ed organizzazione di informazioni.
I servizi di informazione di comunità si diffusero dalla fine degli anni '70 in poi in tutti i paesi anglosassoni e trovano il loro fondamento teorico nel Manifesto IFLA/UNESCO per le biblioteche pubbliche e nelle Linee guida IFLA/UNESCO per lo sviluppo. Questi documenti dichiarano che l'accesso all'informazione è una condizione essenziale per la partecipazione dei cittadini alla vita democratica e che biblioteche pubbliche sono il centro informativo che rende prontamente disponibile ogni genere di conoscenza e di informazione per i propri utenti e raccomandano l'istituzione del servizio di informazione di comunità.
Due esperienze molto significative di tale servizio sono oggi realizzate dalla Detroit Public Library e dalla Queens Borough Public Library. Le caratteristiche organizzative del servizio di informazione di comunità variano molto in base al contesto in cui viene realizzato. Sono comunque da percorrere tutte le strade che portano ad una collaborazione con le altre realtà che forniscono informazioni e servizi ai cittadini sul territorio di riferimento. La realizzazione del servizio può anche essere assicurata da consorzi o da organizzazioni senza scopo di lucro ed è ancora più importante in questo caso l'adozione di schemi standard per la classificazione e l'archiviazione dei dati. A questo proposito il progetto inglese SEAMLESS è un buon esempio di implementazione di pratiche comuni di lavoro.
In Italia non si è avuta una diffusione nelle biblioteche pubbliche del servizio di informazione di comunità, tolti i casi, purtroppo di breve durata, di Scandicci e di Settimo Torinese che ne avviarono la realizzazione all'inizio degli anni '80. Nel nostro paese è però presente un'esperienza molto significativa: quella dei centri Informagiovani. Essi si sono diffusi in varie città italiane a partire dai primi anni '80 sulla scia del Centre d'Information et de Documentation Jeunesse (CIDJ) inaugurato a Parigi nel 1969. Essi sono nati su iniziativa degli enti locali che nel corso degli anni '70 realizzarono diverse iniziative in favore dei giovani; presto ci si rese conto che la mancanza di informazioni aggiornate ed attendibili faceva sì che i giovani perdessero molte opportunità importanti per la loro crescita. Si decise così di realizzare dei centri in grado di dare un quadro affidabile delle possibilità esistenti riguardo il lavoro, l'istruzione, il volontariato, ecc. e per fare questo si aprirono gli Informagiovani. In conclusione essi nascono dalle stesse esigenze informative che hanno portato alla creazione dei servizi di informazione di comunità nelle biblioteche pubbliche di area anglosassone, l'unica differenza è che sono rivolti ad una determinata fascia anagrafica della popolazione invece che alla sua totalità.

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