FRBR: Da un modello di record bibliografico a un modello organizzativo?

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Agnese Galeffi

Abstract

Il rapporto FRBR si presenta come una riflessione soltanto teorica e non intende in alcun modo costituire lo studio di fattibilità di un nuovo applicativo di catalogazione e tanto meno uno standard catalografico; in realtà, il ruolo di FRBR nel tempo si è evoluto, man mano che i sistemi bibliografici hanno accolto al proprio interno parti sempre più rilevanti del suo modello logico. In un primo momento, l'applicazione è stata finalizzata al miglioramento della visualizzazione dei risultati negli opac, attraverso l'aggregazione per titoli delle opere, ottenuta mappando il modello FRBR sugli elementi del formato MARC, senza quindi incidere sulla struttura del catalogo. Solo successivamente sono stati creati alcuni applicativi modellati effettivamente su FRBR, che creano un catalogo nel quale i record relativi alle entità del primo gruppo sono collegati tra di loro.
La pubblicazione di FRBR ha anche avuto numerose conseguenze sul dibattito teorico attorno al catalogo, influenzando la struttura dei nuovi codici di catalogazione. Per quello che riguarda l'Italia, REICAT segna, rispetto alle precedenti norme RICA, una precisa svolta, riscontrabile anche nel cambiamento dell'acronimo (RICA stava, infatti, per Regole Italiane di Catalogazione per Autori). Il nuovo codice assume infatti l'opera come principale elemento organizzativo del catalogo e definisce un nuovo livello, corrispondente all'espressione. Anche RDA, seppure con criteri completamente diversi, recepisce la struttura logica di FRBR.
Pensando alla realizzazione di sistemi bibliografici di nuova generazione, l'applicazione di FRBR è funzionale anche alla trasformazione dell'opac in portale, processo che genera il cosiddetto opac "ad assetto variabile". Quest'ultimo permette ad una biblioteca di appartenere ad una rete territoriale condividendone il software ed alcuni servizi, come ad esempio il prestito, e contemporaneamente di condividere con istituzioni appartenenti ad altre reti, servizi diversi, rivolti ad un pubblico specializzato, che implicano l'adozione di linguaggi di indicizzazione semantica specifici e l'integrazione con risorse utili a quella fascia di utilizzatori. L'esistenza di questi strumenti, accessibili mediante portali, non è in alcun modo sostitutiva del catalogo vero e proprio; l'accesso e la fruizione del singolo documento passa comunque per la consultazione dell'opac della biblioteca nella quale esso è localizzato. In questa prospettiva, l'applicazione di FRBR può favorire la segmentazione del record su più livelli - corrispondenti alle entità del primo gruppo - utile per trasferire le informazioni ai cataloghi portalizzati .
L'articolo formula quindi un'ipotesi circa l'applicabilità della logica di FRBR non soltanto alla struttura del catalogo o del singolo record, ma ad un sistema bibliografico complesso come quello italiano: in SBN, infatti,la catalogazione descrittiva viene effettuata da tutte le biblioteche aderenti, sia pur con livelli di abilitazione differenti, mentre la creazione dei record di autorità è svolta totalmente a livello centralizzato.
La differenziazione tra i record (di autorità, di manifestazione, di esemplare, ecc.), insita nel modello FRBR, potrebbe essere anche finalizzata ad una ridistribuzione dei ruoli tra l'agenzia bibliografica, gli archivi regionali (identificati dal deposito legale), le biblioteche specializzate o storiche e quelle locali.
Alla stessa riorganizzazione potrebbe far seguito una rinnovata architettura del sistema bibliografico, che preveda una sensibile riduzione delle ridondanze attraverso l'istituzione di un archivio unico delle manifestazioni. A tale archivio si accederebbe attraverso i cataloghi portalizzati ed altri strumenti di ricerca, ossia tramite i livelli alti di opera ed espressione. I record in esso contenuti, relativi alle manifestazioni, sarebbero inoltre collegati ai record di esemplare presenti negli opac locali.
In conclusione vengono analizzate alcune conseguenze e possibili criticità di tale modello organizzativo.

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