Nel pomeriggio dell'11 settembre, mentre stavamo lavorando alla chiusura di questo numero del "Bollettino", è giunta la notizia dei folli attentati di New York e Washington.
Di fronte a eventi di così grandi dimensioni e a conseguenze di tale gravità si rimane sgomenti e senza fiato, ogni altro pensiero viene rimosso e il nostro modesto orizzonte, quello delle nostre attività professionali e delle nostre quotidiane preoccupazioni, sembra insignificante e ancora più piccolo. Eppure non è così. In un mondo che, ci piaccia o no, è realmente globalizzato – infatti, avvenimenti che si svolgono a migliaia di chilometri di distanza ci toccano intensamente e tutti abbiamo la netta sensazione di essere partecipi di una svolta drammatica per le vicende del nostro pianeta – il coinvolgimento va al di là delle emozioni e ci induce a riflettere su cosa concretamente cambierà per ciascuno di noi, su quelli che saranno gli effetti di questi attentati anche nella nostra vita di ogni giorno, e anche sulle nostre responsabilità individuali di cittadini che vogliono impedire che l'umanità intera, avventurandosi in una spirale di guerra, vada incontro ad una catastrofe dalle conseguenze imprevedibili.
Occorre favorire l'incontro e la convivenza di culture diverse per costruire la pace. Pensiamo che il compito di chi opera nel settore delle biblioteche, dell'informazione, della comunicazione, dell'istruzione sia quello di lavorare affinché prevalgano le ragioni della tolleranza, della moderazione, del buon senso, e non quelle della violenza e dell'odio.

g. s. [Giovanni Solimine]

Pubblicato: 2012-10-01