Mirjam M. Foot. Il libro nella storia: tre percorsi. La legatura come specchio della società. Milano: Sylvestre Bonnard, 2000. 123 p.: ill., tav. (Il sapere del libro). ISBN 88-86842-20-1. L. 48.000.

Mirjam M. Foot, conservatrice e responsabile delle collezioni della British Library fino al 1999, ha dedicato molti anni del suo lavoro allo studio della legatura con dei contributi molto importanti. Nel volume in esame l'autrice dà forma scritta a tre conferenze da lei tenute nel 1997, in occasione del bicentenario della nascita di Antonio Panizzi; nella introduzione la studiosa chiarisce lo scopo della pubblicazione: superare l'idea espressa nel 1945 dal noto antiquario e storico della legatura Goldschmidt, per il quale la storia della legatura è «un'umile disciplina ausiliaria» e dimostrare invece «come le legature, in tutte le loro varietà, riflettano le società in cui vengono prodotte e come perciò lo studio della legatura non sia un mero affluente del gran fiume della storia sociale, bensì una sua parte integrante».
Nel primo capitolo, Alla ricerca di un modello, sono indicate le linee e i tempi di diffusione delle principali tecniche decorative della legatura nel passaggio da un paese all'altro ed illustrate le trasformazioni che esse subirono nel corso del tempo, individuando a questo proposito tre momenti chiave: il XIII secolo, che vide la fondazione delle prime università e la conseguente laicizzazione degli ambienti di produzione libraria, il XV secolo, con l'introduzione e lo sviluppo della stampa e l'immediato incremento di pubblicazioni ed, infine, il XVIII secolo, con l'affermarsi dei nuovi sistemi produttivi industrializzati.

Nel secondo capitolo, Alla ricerca del destinatario, la studiosa dimostra come gli stili e le tecniche decorative, precedentemente illustrati, siano stati rinnovati nello spazio e nel tempo dall'opera di numerosi artisti-artigiani che, viaggiando da un paese all'altro, mettevano a contatto culture artistiche diverse; l'autrice si sofferma poi ad illustrare come la forma della legatura, considerata nelle sue componenti materiali, tecniche e decorative, sia stata di volta in volta determinata dall'uso cui era destinata (scolastico, devozionale, da viaggio), dal testo contenuto (religioso, giuridico, dotto), dall'occasione per cui era realizzata (matrimoni, celebrazioni, nascite, compimento degli studi universitari) ed infine dal rango e dalle condizioni economiche del committente o del destinatario.
Nel terzo capitolo, Artigiani e clienti, l'autrice perviene a conclusioni più originali ed interessanti soffermandosi ad analizzare un aspetto molto specifico della storia della legatura, ovvero alcune tipologie di donatori e destinatari di legature e le abitudini sociali che determinavano i loro rapporti; basti qui citare come esempio l'uso dei poeti di donare una propria composizione preziosamente rilegata ad un potenziale mecenate per conquistarne la benevolenza. Mirjam M. Foot delinea poi alcune figure storiche di sovrani, clerici e studenti che posero particolare attenzione nel collezionare libri anche come oggetti d'arte ed analizza infine il mutare dei rapporti tra legatori ed acquirenti, secondo le esigenze di questi ultimi, citando a questo proposito numerose testimonianze documentarie delle abitudini e degli interessi di alcuni collezionisti inglesi del XVIII secolo. L'autrice conclude quindi il capitolo dimostrando quale ampio numero di informazioni sia possibile trarre da una collezione di legature sia per quanto riguarda la bottega di provenienza sia il rango, il livello economico e gli interessi personali e professionali del proprietario.

La trattazione, che ripropone tesi per lo più acquisite in ambito accademico, ha il merito di offrire un ricco repertorio di testimonianze documentarie a supporto dei fenomeni esaminati e, grazie a un linguaggio chiaro e alla presenza di un'ampia rassegna fotografica di legature, conservate per la maggior parte presso la British Library, la Bodleian Library, la Staatbibliothek di Bamberga, il Museo Condé Chantilly, la Pierpont Morgan Library, risulta di piacevole lettura e facilmente fruibile anche da parte di un'utenza non specialistica.

Marta Grimaccia
Roma