Riutilizzo di marche tipografiche e altri studi. Roma: Biblioteca nazionale centrale, 2000. 127 p. (Quaderni della Biblioteca nazionale centrale di Roma; 8). L. 20.000.

La pubblicazione di questo quaderno, di poco precedente la riapertura della Nazionale di Roma dopo i lavori di ristrutturazione che in questi anni hanno creato non pochi problemi all'utenza e agli addetti ai lavori, sembra quasi un segno di buon augurio perché una delle due più importanti strutture bibliotecarie italiane riprenda presto il suo ruolo nell'ambito della conservazione e della cultura del paese.
Non casualmente, credo, la raccolta comprende un contributo di Giuliana Zagra sull'opera svolta da Giuliano Bonazzi per la creazione di una grande biblioteca nazionale degna delle altre biblioteche europee, Parigi e Londra.

Gli sforzi appassionati dell'allora direttore della Biblioteca Vittorio Emanuele II non furono coronati dal successo, ma è interessante notare come tante delle argomentazioni da lui portate per sostenere il suo progetto, sia dal punto di vista architettonico che funzionale hanno, fatte le dovute distinzioni, un suono estremamente attuale: inadeguatezza degli spazi, un pubblico sempre più numeroso, carenza di personale.
Giuliano Bonazzi non poté vedere realizzata la sua aspirazione: la nuova sede della Nazionale a Castro Pretorio fu inaugurata quasi vent'anni dopo la sua morte. Speriamo che i recenti lavori, oltre ad averla indubbiamente resa più bella ed accogliente, siano in grado di risolvere quei problemi di organizzazione degli spazi, accessibilità ai documenti, ottimizzazione dei servizi all'utenza, che fin dalle origini hanno accompagnato la vita di questo Istituto.

Lo scopo di questa pubblicazione seriale nata durante la direzione di Paolo Veneziani per informare sulle iniziative più importanti in campo bibliotecario anche al di fuori della Nazionale romana, è duplice: il primo di carattere strettamente biblioteconomico e bibliografico, il secondo di approfondimento del contenuto e della forma dei documenti, quasi a sottolineare la stretta connessione esistente tra le raccolte, il loro ordinamento e le tematiche connesse allo studio del libro e dell'editoria.
Per questo motivo vorrei soffermarmi soprattutto sul contributo che chiude la raccolta: La biblioteca dalla repubblica delle lettere alla repubblica dell'informazione, di Paolo Traniello, in cui l'autore traccia una sintesi rapida, ma significativa e suggestiva, dei significati che la parola e la realtà “biblioteca” hanno assunto nella nostra storia.

Partendo dal Settecento, il secolo che massimamente avvertì la necessità della sistemazione e organizzazione dello scibile come strumento necessario per la conoscenza e come ausilio all'incremento futuro delle scienze, Traniello evidenzia il processo che dall'universo della biblioteca "corpo letterario", di cui scrive nel 1703 Ludovico Antonio Muratori, si sia giunti alla concezione contemporanea della biblioteca struttura di servizio, nella quale il ruolo di mediazione informativa è predominante rispetto al ruolo conservativo di "libri scelti e di squisite edizioni" al servizio degli eruditi.
Guardando al futuro, il ragionamento di Traniello prosegue ipotizzando una scissione delle componenti tradizionali della biblioteca libri-lettori-informazione, scissione che chiunque abbia visitato l'attuale centro di gestione dei documenti della British Library, Boston Spa, ha già visto realizzata.

Questo quaderno, quasi a voler dar conto della complessità tra tradizione e innovazione in cui l'universo bibliotecario opera attualmente, racchiude contributi di carattere diverso. Saggi di carattere erudito si alternano alla descrizione di fondi bibliografici recentemente acquisiti dalla BNCR e a note di carattere tecnico su alcuni sistemi particolari di recupero dell'informazione. Paolo Veneziani ci offre uno studio sintetico, ma documentatissimo, sulle marche tipografiche nel Cinquecento in Italia, Lorenzo Cantatore uno squarcio della storia della scuola nell'Italia unita attraverso documenti d'archivio, Franca Ghislanzoni ricostruisce la storia del libretto d'opera Francesca da Rimini di Antonio Ghislanzoni, mentre Gabriele Mazzitelli e Livia Martinoli descrivono due importanti fondi acquisiti recentemente dalla Nazionale, la Biblioteca Gogol' e le raccolte dannunziane.
Infine, il contributo sul sistema informativo ARIEL e la rubrica schedario forniscono note di servizio per l'uso di alcune delle basi dati più consultate della biblioteca.

Marzia Miele
Discoteca di Stato, Roma