Un impegno che continua e si rinnova


A partire da questo fascicolo assumo la direzione del Bollettino ed è doveroso, oltre che sincero, il ringraziamento al Comitato esecutivo nazionale dell'AIB, che ha voluto affidarmi un incarico tanto impegnativo e che mi ha assicurato che alla rivista non mancheranno il notevole sostegno e la massima autonomia di cui ha sempre goduto in passato, e agli amici che compongono il Comitato scientifico, che hanno accolto il mio invito a proseguire nella fattiva collaborazione all'impostazione e alla costruzione della rivista. Ad essi si affianca una redazione, parzialmente rinnovata, che condividerà con me questa stimolante avventura.
Ovviamente, un grazie particolare va ad Alberto Petrucciani, che ha chiesto un avvicendamento dopo aver diretto il Bollettino per circa un decennio, portandolo a livelli di qualità molto elevati e dandogli una sua precisa identità: tutti ci auguriamo che egli non faccia mancare il suo apporto di competenza ed esperienza anche in futuro.
Sono consapevole, al di là di ogni retorica, di quanto sia pesante questa eredità e delle difficoltà che incontrerò nel realizzare un prodotto all'altezza delle aspettative che il Bollettino ormai suscita nei suoi lettori.
Il generale apprezzamento che i soci, ma non solo, hanno manifestato in più occasioni per l'assetto e i contenuti della rivista induce a non introdurre cambiamenti di rilievo e a ribadire l'impostazione enunciata nell'editoriale apparso sul n. 1/1992, presentando la nuova serie, in cui si diceva che il Bollettino «vuole configurarsi come luogo di approfondimento, di ricerca e di riflessione. Un luogo [...] aperto, non accademico, ma impegnato alla serietà e alla qualità del lavoro, senza pregiudiziali limitazioni di campo ma particolarmente attento ai temi che ci sembreranno via via più attuali, con un legame forte ma non superficiale o a senso unico con le attività e le proposte dell'Associazione».
Resterebbe poco da aggiungere, ma forse può essere utile qualche sottolineatura. Riguardo al rapporto con l'Associazione si può soltanto ripetere che la rivista svilupperà autonome riflessioni sui temi centrali del dibattito biblioteconomico e della politica bibliotecaria, ritenendo che questo sia il modo migliore per contribuire alla vita dell'AIB, e che ci attendiamo però anche un apporto da quanti all'interno dell'Associazione concorrono ad elaborarne le posizioni. In questo modo speriamo di riuscire a documentare adeguatamente lo sviluppo del "pensiero collettivo" dei bibliotecari italiani.
Per tenere fede a questi obiettivi, cercheremo anche di aderire il più possibile ai propositi e alla traccia di lavoro che si possono intuire dalle parole scelte per denominare la testata. Essere il "bollettino" di un'associazione professionale (pur senza avere un carattere informativo, compito affidato in primo luogo al sito Web e ad AIB notizie) e proporsi al tempo stesso come Rivista italiana di biblioteconomia e scienze dell'informazione, come recita il sottotitolo, per noi vuol dire approfondire l'analisi critica e il confronto sui problemi che sono al centro dell'attenzione della comunità professionale, cogliere le tendenze evolutive in atto, suggerire ed esplorare nuovi percorsi. Questo ci pare il modo migliore per tenere alto il carattere scientifico della rivista e per rappresentare adeguatamente le esigenze della pratica professionale e della sperimentazione metodologica.
Tenteremo di accompagnare con tempestività il dibattito e la prassi bibliotecaria, cercando di fare del Bollettino la sede offerta a chi voglia, anche attraverso approfondimenti successivi, mettere a fuoco questioni e orientamenti ancora non del tutto definiti. In questa fase, ad esempio, ci sembra utile riflettere insieme sull'oggettiva convergenza alla quale si assiste tra settori contigui (biblioteche, archivi, servizi di documentazione), sull'impatto della riforma universitaria sulla formazione delle nuove leve di bibliotecari, sulla portata del progetto di "Biblioteca digitale italiana", avviato recentemente dal Ministero per i beni e le attività culturali. Su questo e su altro ancora ospiteremo alcuni contributi nei prossimi numeri, nel tentativo di essere nell'attualità. Ma l'attenzione alla contemporaneità, che sarà certamente una priorità assoluta, non comporta in alcun modo un disinteresse per le nostre radici e questo atteggiamento è testimoniato anche dal fatto che questo fascicolo si apre con la proposta che Luigi Crocetti, già presidente dell'Associazione e maestro di tutti noi, rivolge all'AIB di dar vita ad un dizionario storico della biblioteconomia italiana.
Dedicheremo infine un'attenzione particolare alla ricerca di contributi di autori stranieri, facendo del Bollettino anche uno strumento per il rilancio della politica internazionale dell'AIB, cui si sono dedicati con impegno e con successo i CEN avvicendatisi alla guida dell'Associazione da alcuni anni a questa parte.
Se la nostra rivista riuscirà ad essere uno strumento di lavoro per i bibliotecari italiani, allora non mi resta che augurare buon lavoro a tutti noi.

Giovanni Solimine