di Anna Galluzzi e Giovanni Solimine
Fin dall'avvio dell'attività del Gruppo di lavoro "Gestione e valutazione" la principale aspirazione dei suoi componenti è stata la definizione di un metodo di misurazione e valutazione comune ed efficace, testato e affinato dall'uso. Questo è quanto ha effettivamente prodotto la metodologia sperimentata per l'indagine pubblicata nel 1994 col titolo Quanto valgono le biblioteche pubbliche? 1, che in seguito citeremo come AIB1. Tale rilevazione, infatti, oltre a mettere a disposizione per la prima volta un quadro nazionale della situazione delle biblioteche di base italiane, ha costituito il modello e il punto di riferimento metodologico per numerose altre realtà bibliotecarie locali, più o meno estese, che negli anni successivi hanno applicato, integrato, modificato, adattato la stessa metodologia. Ricordiamo innanzi tutto le indagini condotte dal sistema di Vimercate 2, dalla sezione AIB della Toscana col sostegno della Regione 3, dal Comune di Bologna nell'ambito del Piano Qualità Totale 4, e altre che non hanno finora avuto uno sbocco editoriale o che sono ancora in corso (da ricordare i lavori che si stanno effettuando presso le regioni Marche, Piemonte, Toscana e Valle d'Aosta, e quelli promossi dalla Provincia autonoma di Trento, dalle province di Bologna, Chieti, Ferrara, Milano, Oristano, Parma, Reggio Emilia).
Tale processo ha avuto, tra i suoi effetti, quello di avvicinare all'attività di misurazione le biblioteche e i bibliotecari, contribuendo lentamente a rendere più familiari gli obiettivi della valutazione e ad abbattere alcuni pregiudizi diffusi, tra cui quello che vede l'attività di raccolta dei dati come un aggravio di lavoro imposto dall'alto, ma poco utile per la quotidiana attività di gestione della biblioteca.
La prosecuzione dell'indagine e la sua evoluzione ha portato ora alla realizzazione delle Linee guida per la valutazione delle biblioteche pubbliche italiane, che costituisce il naturale punto di arrivo del lavoro del Gruppo. Va forse sottolineato che l'esperienza ha creato e rafforzato la consapevolezza del fatto che la strada della valutazione è fatta di una molteplicità di strumenti e di metodologie, in relazione alla diversità delle situazioni e delle finalità. Ossia, a partire dalle stesse operazioni di raccolta e di normalizzazione dei dati, le elaborazioni possono essere numerose e soprattutto possono servire a scopi diversi. Disponiamo ora di strumenti di lavoro molto articolati, che vengono offerti e presentati ai bibliotecari italiani affinché divengano "ferri del mestiere" da utilizzare quotidianamente - alla stessa stregua di quanto accade con le norme catalografiche e gli schemi di classificazione -, atti a suggerire molteplici e diversificati modi di utilizzare gli stessi dati, di rendere capaci, a partire da pochi dati scelti con cura, di ricostruire un quadro di insieme.
In questo senso, le Linee guida sono state pensate come un how-to-do-manual, e in particolare l'ultimo capitolo contiene una serie di proposte per la valutazione, da considerare come punto di partenza per future sperimentazioni e approfondimenti.
Inutile nascondersi che l'obiettivo molto ambizioso che è sullo sfondo di questa attività è quello di contribuire alla creazione di una metodologia standard che possa finalmente portare il nostro paese a disporre di dati certi, completi, omogenei e periodicamente aggiornati, sullo stato delle biblioteche pubbliche. Ciò senza ignorare, naturalmente, che sono in corso iniziative ufficiali, che vedono tra i loro protagonisti anche autorità statistiche come l'Istat, attraverso cui si spera di creare un sistema permanente di rilevazione dei dati in tutte le biblioteche italiane.
Quello che qui viene presentato intende essere un primo contributo che il mondo della professione si sente di poter dare.
Proprio nella convinzione che la comunicazione delle esperienze sia il percorso da seguire, si propone di seguito l'esemplificazione di un ulteriore possibile utilizzo dei dati e degli indicatori, nato da una esigenza pratica e contingente. La metodologia che si descrive nelle pagine che seguono è stata, infatti, utilizzata per ricostruire, a partire dai pochi indicatori confrontabili di alcune regioni italiane, alcuni dati di stima nazionali, necessari per delineare il quadro d'assieme delle biblioteche pubbliche italiane e per consentire che essi figurassero nel rapporto finale del progetto Libecon 5. Poiché tale metodologia potrebbe tornare utile anche a fronte di finalità diverse, si è ritenuto utile condividerne i contenuti e i risultati.
Il punto di partenza per effettuare questa stima sono state le due indagini nazionali AIB sulle biblioteche pubbliche.
Per prima cosa, va detto che i dati di AIB2 (chiameremo così la seconda raccolta dei dati, pubblicata nel volume Linee guida) sono di solito molto migliori dei dati di AIB1 (quelli pubblicati nel Rapporto 4). Per evitare equivoci, va subito precisato che ciò non è dovuto a una diversa composizione del campione (più ampio in AIB1 e più ridotto in AIB2), perché la serie storica di alcuni dati disponibili per tutti gli anni nell'arco di quasi un decennio, costruiti unicamente a partire dai questionari delle biblioteche presenti in entrambe le indagini, mostra un innegabile progresso.
A titolo esemplificativo e a conferma di quanto appena affermato, si riportano qui i dati delle acquisizioni e dei prestiti.
Media degli acquisti totali (volumi e audiovisivi) 1987-1995
Le biblioteche del campione acquistavano mediamente ciascuna 1092 volumi all'anno nel 1987 e 1450 volumi all'anno nel 1995. Fatto uguale a 100 il dato del 1987, il dato del 1995 è quindi uguale a 133,24.
Media dei prestiti 1987-1995
Le biblioteche del campione facevano mediamente 8835 prestiti all'anno nel 1987 e 13.796 prestiti ciascuna nel 1995. Fatto uguale a 100 il dato del 1987, il dato del 1995 è uguale a 156,15.
Si possono fare le seguenti brevi considerazioni:
- i prestiti salgono di più e in modo più regolare, a dimostrazione del fatto che non sono cresciute di molto le risorse disponibili, ma è migliorato il livello delle prestazioni;
- per entrambi gli indicatori, dal 1992 in poi la crescita è maggiore e più regolare, il che potrebbe far pensare a un consolidamento del livello di funzionalità;
- nell'ultimo periodo preso in esame, corrispondente alla prima metà degli anni Novanta, la crescita della linea degli acquisti ha un andamento più deciso rispetto a quella dei prestiti, a dimostrazione di un tasso di incremento maggiore e quindi anche di un aumento delle risorse disponibili.
Questa riflessione era indispensabile, altrimenti può sfuggire il senso di alcune considerazioni, che faremo tra poco, relative agli scarti fra questi dati e i dati delle indagini regionali.
Va anche notato che per AIB1 (che partiva da un campione più ampio) abbiamo sia i dati nazionali che i dati regionali, ricavati sulle biblioteche di ogni singola regione comprese nel campione; per AIB2 le ridotte dimensioni del campione avrebbero reso poco significativo un dato medio regionale, che a volte avremmo dovuto ricavare solo su due o tre biblioteche.
Per la stima si è proceduto selezionando un certo numero di indicatori significativi:
- volumi per abitante;
- media dei periodici correnti;
- accessioni ogni 1000 abitanti;
- percentuale del bilancio destinata agli acquisti;
- prestiti per addetto;
- costo per prestito;
- prestiti per abitante;
- indice di circolazione;
- spesa pro capite;
- percentuale degli iscritti sugli abitanti;
- percentuale del bilancio destinata alle spese per il personale;
- prestiti per iscritto;
- personale ogni 2000 abitanti.
Quindi, si sono recuperati i valori dei medesimi indicatori relativi alle regioni per le quali si possiedono quei dati per gli anni in questione.
La tab. 1 mostra i dati di questa analisi. Il confronto viene fatto per i dati del 1991, ultimo anno della rilevazione effettuata per AIB1, in quanto per quello stesso anno sono disponibili alcune indagini locali 6.
TAV. 1 - CONFRONTO DEI DATI E DEGLI INDICATORI 1991
A |
B |
C |
D |
E |
F |
G |
H |
I |
J |
K |
L |
M |
N |
Denominazione dell'indicatore |
Indicatore AIB medio nazionale |
Indicatore AIB Lombardia |
Indagine Lombardia e scarto su AIB naz. |
Scarto di D su C |
Indicatore AIB Trentino |
Indagine Trentino e scarto su AIB naz. |
Scarto di G su F |
Indicatore AIB Sicilia |
Indagine Sicilia e scarto su AIB naz. |
Scarto di J su I |
Indicatore AIB Emilia |
Media indagini prov. emiliane e scarto su AIB naz. (RE) |
Scarto di M su L |
Mq al pubblico |
0,16 |
0,25 |
0,31 |
0,33 |
0,09 |
0,22 |
|||||||
ogni 10 abitanti |
scarto |
56,25 |
-100,00 |
-100,00 |
93,75 |
106,25 |
6,45 |
-43,75 |
-100,00 |
-100,00 |
37,50 |
-100,00 |
-100,00 |
Media ore di apertura |
16,55 |
18,57 |
18,13 |
12,42 |
19,08 |
||||||||
pomeridiana |
scarto |
12,21 |
-100,00 |
-100,00 |
9,55 |
-100,00 |
-100,00 |
-24,95 |
-100,00 |
-100,00 |
15,29 |
-100,00 |
-100,00 |
Volumi per abitante |
0,98 |
1,54 |
1,25 |
2,26 |
1,93 |
1,00 |
1,11 |
1,34 |
1,59 |
||||
scarto |
57,14 |
27,55 |
-18,83 |
130,61 |
96,94 |
-14,60 |
2,04 |
13,27 |
11,00 |
36,73 |
62,24 |
18,66 |
|
Periodici correnti |
55,99 |
46,82 |
21,20 |
88,78 |
59,18 |
59,43 |
52,97 |
||||||
scarto |
-16,38 |
-62,14 |
-54,72 |
58,56 |
5,70 |
-33,34 |
6,14 |
-100,00 |
-100,00 |
-5,39 |
-100,00 |
-100,00 |
|
Accessioni annue |
53,68 |
115,78 |
77,00 |
128,02 |
133,80 |
44,19 |
68,82 |
91,78 |
|||||
ogni 1000 abitanti |
scarto |
115,69 |
43,44 |
-33,49 |
138,49 |
149,25 |
4,51 |
-17,68 |
-100,00 |
-100,00 |
28,20 |
70,98 |
33,36 |
Quota di bilancio |
11,89 |
17,21 |
12,00 |
16,61 |
16,66 |
12,03 |
|||||||
destinata agli acquisti |
scarto |
44,74 |
0,93 |
-30,27 |
39,70 |
-100,00 |
-100,00 |
40,12 |
-100,00 |
-100,00 |
1,18 |
-100,00 |
-100,00 |
Prestiti per addetto |
3011,43 |
5929,26 |
3485,00 |
4264,62 |
3666,20 |
1080,87 |
2816,56 |
||||||
scarto |
96,89 |
15,73 |
-41,22 |
41,61 |
21,74 |
-14,03 |
-64,11 |
-100,00 |
-100,00 |
-6,47 |
-100,00 |
-100,00 |
|
Costo per prestito |
17107 |
9529,00 |
18395,26 |
16227,00 |
38727,00 |
17136,00 |
|||||||
scarto |
-44,30 |
7,53 |
93,05 |
-5,14 |
-100,00 |
-100,00 |
126,38 |
-100,00 |
-100,00 |
0,17 |
-100,00 |
-100,00 |
|
Prestiti per abitante |
0,62 |
1,44 |
0,61 |
1,09 |
0,96 |
0,21 |
0,68 |
0,68 |
|||||
scarto |
132,26 |
-1,61 |
-57,64 |
75,81 |
54,84 |
-11,93 |
-66,13 |
-100,00 |
-100,00 |
9,68 |
9,68 |
0,00 |
|
Indice di circolazione |
0,61 |
0,93 |
0,49 |
0,48 |
0,50 |
0,21 |
0,51 |
0,43 |
|||||
scarto |
52,46 |
-19,67 |
-47,31 |
-21,31 |
-18,03 |
4,17 |
-65,57 |
-100,00 |
-100,00 |
-16,39 |
-29,51 |
-15,69 |
Essendo stato selezionato all'epoca un campione di "biblioteche che funzionano", è normale che di solito i dati AIB siano più elevati di quelli emersi successivamente da indagini condotte a tappeto in sede locale. Non deve sorprendere quindi se gli indicatori "reali", rappresentativi della situazione media di alcune regioni o province, sono più bassi degli indicatori del campione AIB.
Il dato delle biblioteche lombarde raccolto dalla Regione è sempre più basso di quello ricavato da AIB1. Gli scarti infatti sono tutti negativi, tranne correttamente quello del costo per prestito (per i quali vale il discorso inverso); l'oscillazione di questi valori va da -18 a -57; ci sembra che tranne lo scarto dell'indicatore dei volumi per abitante (-18), gli altri sono in media intorno al -40-45%: ciò potrebbe significare che, rispetto al dato medio regionale di AIB1, quello rilevato mediante indagine a tappeto dovrebbe essere inferiore di circa il 40-45%.
Anche in questo caso l'andamento è analogo. Gli scarti sono tutti negativi tranne tre; questi tre scarti positivi sono comunque minimi, dell'ordine del 4-6%. Anche gli scarti negativi sono piuttosto bassi, nell'ordine del -10-14%, tranne nel caso dei periodici correnti dove siamo sul -33%. Ciò farebbe ipotizzare che il dato medio AIB1 per il Trentino non è molto dissimile dal dato medio regionale calcolato sulla base dell'indagine a tappeto. Forse perché il livello medio di performance delle biblioteche trentine è molto elevato e quindi le biblioteche "migliori" selezionate per il campione AIB non presentavano dati che si allontanavano molto dalla media provinciale.
Disponiamo di un solo dato relativo all'indagine a tappeto e in questo caso (volumi per abitante) lo scarto è positivo nell'ordine dell'11%, il che vuol dire che il valore regionale si discosta abbastanza poco dal dato medio AIB per la Sicilia. Ciò può essere dovuto al fatto che per l'indagine AIB si era tenuto conto solo del patrimonio moderno delle biblioteche pubbliche (acquisizioni successive al 1972), mentre l'indagine siciliana prende in considerazione il patrimonio librario complessivo. Non è possibile però fare nessuna altra considerazione al proposito, né conviene insistere troppo su questo confronto, basato su pochi dati e non confrontabile in seguito con i dati degli anni successivi. Si è deciso pertanto di non utilizzare il confronto con i dati siciliani.
Nel caso dell'Emilia Romagna mancano per quell'anno dati di indagini regionali, mentre disponiamo dei risultati di alcune indagini condotte a livello provinciale. Per il momento il confronto si può fare con la sola provincia di Reggio Emilia (l'unica per la quale si sono recuperati i dati relativi al 1991); gli scarti rispetto ai valori medi AIB1 per l'Emilia Romagna risultano abbastanza eterogenei; ci sono due scarti positivi, due negativi e un dato esattamente identico (prestiti per abitante). Non si tratta di un caso che ci consenta di fare considerazioni ulteriori perché i dati sono difformi e perché non è detto che la provincia di Reggio Emilia rappresenti la situazione media della regione di appartenenza.
Questo è il confronto che ci interessa di più, perché serve a farci capire come dai dati regionali si può risalire a una stima sul dato medio nazionale (è stata effettuata anche un'analisi indicatore per indicatore di cui qui non vengono riportati gli esiti, sia per brevità, sia perché lascia ancora aperti alcuni dubbi). La situazione complessiva non è omogenea, con scarti sia positivi sia negativi.
In conclusione, si potrebbe dire che tendenzialmente, a parte l'indice di circolazione, la maggior parte dei dati medi nazionali è inferiore a quelli delle regioni di cui abbiamo gli indicatori ricavati da indagini a tappeto ed è giusto che sia così perché la media di AIB1 nasce proprio da operazioni aritmetiche riguardanti queste regioni e regioni in gravi difficoltà, quasi tutte collocate al sud e che non hanno effettuato indagini a tappeto: non abbiamo elementi di riscontro, ma è logico immaginare che se avessimo i dati di indagini a tappeto effettuate nelle regioni meridionali, i dati medi nazionali di AIB1 risulterebbero più elevati di quelli delle indagini regionali.
Nel caso della Lombardia i dati medi nazionali sono di poco più bassi del dato medio regionale (tranne il dato anomalo sui periodici) e si può dire che la Lombardia si pone "a cavallo" del dato medio nazionale: ha patrimoni molto più ampi, prestazioni leggermente migliori, mentre stranamente alcuni indicatori di servizio (prestiti per abitante e indice di circolazione) sono inferiori alla media nazionale.
Per il Trentino abbiamo dati molto migliori di quelli medi nazionali; il fatto che anche in questo caso l'indice di circolazione sia inferiore a quello medio nazionale, ci aiuta a capire il fenomeno: in Lombardia e in Trentino l'indice di circolazione (che, ricordiamo, è il risultato della divisione del numero dei prestiti effettuati per il numero di volumi posseduti) è più basso perché si tratta di regioni che, pur facendo molti prestiti, comprano molti volumi e quindi il divisore è molto alto, per cui il quoziente cala. Infatti, in queste due regioni il numero di volumi per abitanti e di accessioni annue è piuttosto elevato.
Quindi possiamo concludere dicendo che i dati medi nazionali di AIB1 sono più bassi di quelli della Lombardia e del Trentino per quanto riguarda il patrimonio e allineati o più avanzati per quanto riguarda i servizi. Immaginando che i dati delle regioni meridionali sarebbero stati più bassi, possiamo dire che i dati medi nazionali di AIB1 sono effettivamente dati medi nazionali.
La tab. 2 mostra i dati di questa seconda analisi. Non sempre si è potuto lavorare su dati del medesimo anno, ma si sono dovuti usare a volte i dati del 1994 e altre volte quelli del 1995: è comunque ragionevole ritenere che a distanza di un anno le oscillazioni non siano state enormi, per cui il confronto ci è parso possibile, considerati anche gli scopi di questo lavoro 7.
TAV. 2 - CONFRONTO DEI DATI E DEGLI INDICATORI 1994-1995
A |
B |
C |
D |
E |
F |
G |
Denominazione |
Indicatore AIB medio nazionale |
Indagine Lombardia e scarto su AIB naz. |
Indagine Trentino e scarto su AIB naz. |
Indagine Marche e scarto su AIB naz. |
Indagine Toscana e scarto su AIB naz. |
Media indagini |
Mq al pubblico |
0,4 |
0,27 |
0,25 |
0,22 |
||
ogni 10 abitanti |
scarto |
-100,00 |
-100,00 |
-32,50 |
-37,50 |
-45,00 |
Media ore di apertura |
37,7 |
13,97 |
14,90 |
|||
pomeridiana |
scarto |
-100,00 |
-100,00 |
-62,94 |
-60,48 |
-100,00 |
Volumi per abitante |
1,69 |
1,41 |
2,33 |
1,09 |
0,88 |
1,96 |
scarto |
-16,57 |
37,87 |
-35,50 |
-47,93 |
15,98 |
|
Periodici correnti |
70 |
21,44 |
55,17 |
12,95 |
||
scarto |
-69,37 |
-21,19 |
-81,50 |
-100,00 |
-100,00 |
|
Accessioni annue |
103,84 |
91,00 |
153,66 |
109,21 |
38,28 |
53,41 |
ogni 1000 abitanti |
scarto |
-12,37 |
47,98 |
5,17 |
-63,14 |
-48,57 |
Quota di bilancio |
13,95 |
49,20 |
10,99 |
7,95 |
||
destinata agli acquisti |
scarto |
0! |
||||
Prestiti per addetto |
4095,7 |
3158,28 |
3473,55 |
902,85 |
1875,30 |
|
scarto |
-22,89 |
-15,19 |
-77,96 |
-54,21 |
-100,00 |
|
Costo per prestito |
7562 |
15669,00 |
49820,00 |
27441,00 |
||
scarto |
107,21 |
-100,00 |
558,82 |
-100,00 |
262,88 |
|
Prestiti per abitante |
0,98 |
0,74 |
1,17 |
0,12 |
0,31 |
0,58 |
scarto |
-24,49 |
19,39 |
-87,76 |
-68,37 |
-40,82 |
|
Indice di circolazione |
0,61 |
0,50 |
0,50 |
0,11 |
0,33 |
0,47 |
scarto |
-18,03 |
-18,03 |
-81,97 |
-45,90 |
-22,95 |
Si ricorda che, come già è stato detto, i dati di AIB2 sono parecchio più elevati dei dati di AIB1.
Ci sembra che sia possibile riconoscere una logica, però tutta da verificare, nell'andamento degli scarti; infatti, per tutte le regioni considerate gli scarti sono quasi sempre negativi (comprendendo nella stessa logica gli scarti relativi al costo per prestito, nel qual caso il valore positivo corrisponde a quello negativo degli altri indicatori). Ci sono soltanto pochissime eccezioni, per la precisione cinque, delle quali ben tre si situano nella colonna relativa al Trentino; un'analisi più approfondita dei dati del Trentino mostra che gli scarti in negativo sono piuttosto bassi e non superano di molto il -20%, mentre quelli in positivo arrivano fino al 47%.
Dall'analisi, indicatore per indicatore e regione per regione, sembra che si possano enucleare tre situazioni omogenee:
- per gli indicatori che contengono il dato dei prestiti e che potremmo assumere come indicativi delle performances, le realtà migliori (Lombardia e Trentino) sono sotto del 20% circa, le realtà medie (Emilia-Romagna) sono sotto del 40% circa, mentre realtà più arretrate (Marche) sono sotto dell'80% circa;
- per gli indicatori relativi al patrimonio, la situazione è più variegata, con il Trentino che presenta uno scarto quasi sempre di segno positivo e la Lombardia con scarti negativi (ricordiamo che nel 1991 erano positivi);
- infine, per gli indicatori di accessibilità e struttura la situazione sembra presentare un maggiore livellamento.
Ciò farebbe pensare che i dati medi nazionali dell'indagine AIB2 si collocano, a seconda dei casi, non molto al di sotto o quantomeno in linea con i valori medi regionali del Trentino, cioè con una delle realtà italiane più avanzate nel campo delle biblioteche pubbliche di base. Altri scarti di segno positivo si riscontrano da un lato nell'indagine sulle Marche (ma, in questo caso, si tratta di uno scarto del 5% e quindi quasi insignificante), dall'altro nelle indagini emiliane (e anche qui si tratta di uno scarto piuttosto basso, del 15%). Sono anomalie sulle quali riflettere ma dalle quali non farsi distrarre in questa occasione.
Uno sguardo complessivo all'insieme degli scarti analizzati fino a questo momento (soprattutto se si tiene conto del fatto che il confronto è stato effettuato con regioni dell'area centro-settentrionale) suggerirebbe, come già anticipato, che i valori degli indicatori AIB2 siano più vicini ai valori dei contesti bibliotecari migliori di quanto non lo fossero i valori medi nazionali di AIB1.
In sintesi, possiamo dire che uno sguardo complessivo agli scarti suggerisce, a naso, una considerazione generale: sembra che i dati medi dell'indagine AIB1 siano, rispetto ad AIB2, tendenzialmente più vicini ai contesti bibliotecari buoni (come Lombardia ed Emilia) piuttosto che a quelli di eccellenza, come il Trentino. Infatti, gli scarti (sia in positivo sia in negativo) non sono mai troppo pronunciati, a parte poche eccezioni da isolare e considerare a parte; la maggior parte degli scarti si colloca tra i -30 e i +30.
I dati di AIB2 sono invece più elevati di quelli lombardi e più vicini a quelli trentini.
A questo proposito, si potrebbero fare le seguenti ipotesi, ancora da sottoporre ad un'attenta verifica:
- se i campioni utilizzati per le indagini AIB1 e AIB2 possono considerarsi rappresentativi;
- se non c'è una notevole differenza fra la rappresentatività dei campioni AIB1 e AIB2 e quindi dei dati medi nazionali;
- se è vero che i dati medi nazionali di AIB2 sono sostanzialmente migliori di quelli di AIB1;
- se i dati di AIB1 erano migliori della media regione per regione, ma a loro volta erano intermedi fra quelli delle regioni avanzate e quelli delle regioni arretrate;
- se i dati di AIB2 sono da considerare vicini (Trentino) e talvolta superiori (Lombardia) a quei dati che prima servivano ad alzare la media;
se tutto questo è vero, come crediamo, ciò starebbe a significare che contemporaneamente si sono verificati due fenomeni:
- le biblioteche italiane, negli anni intercorsi fra AIB1 e AIB2, mediamente sono cresciute parecchio;
- le biblioteche che nel 1991 erano le migliori hanno frattanto rallentato la loro corsa.
Queste affermazioni andranno sottoposte ad attenta verifica e aspettiamo i risultati di nuove indagini che possano confermare o smentire tale ipotesi. Qualche prima considerazione però è possibile farla, come evidenziato nel progetto che segue, sulla base di alcuni indicatori significativi e presenti in tutte le indagini:
Volumi per abitante |
Accessioni annue |
Prestiti per abitante |
Indice di circolazione |
|||||
1991 |
1995 |
1991 |
1995 |
1991 |
1995 |
1991 |
1995 |
|
Media nazionale AIB |
0,98 |
1,69 |
53,68 |
103,84 |
0,62 |
0,98 |
0,61 |
0,61 |
Lombardia |
1,25 |
1,41 |
77,00 |
91,00 |
0,61 |
0,74 |
0,49 |
0,50 |
Trentino |
1,93 |
2,33 |
133,80 |
153,66 |
0,96 |
1,17 |
0,50 |
0,50 |
Toscana |
-- |
0,88 |
26,97 |
38,28 |
0,27 |
0,31 |
-- |
0,33 |
Province emiliane |
1,59 |
1,96 |
91,78 |
53,41 |
0,68 |
0,56 |
0,43 |
0,47 |
Sembrerebbe che:
- a livello nazionale crescano molto le acquisizioni e, di conseguenza, i patrimoni; viceversa le regioni migliori, come Lombardia e Trentino, pur presentando dati ancora molto positivi e continuando a crescere, abbiano rallentato il loro tasso di crescita, tanto che la Lombardia viene addirittura sorpassata dalla media nazionale, sia riguardo alle accessioni annue che ai volumi posseduti per ciascun abitante (quest'ultimo dato desta però qualche perplessità e si potrebbe spiegare solo con l'abitudine allo scarto, ormai consolidata in questa regione, e con una rilevazione in altre regioni che non consideri solo il patrimonio moderno ma anche i fondi antichi); regioni in difficoltà come Toscana ed Emilia (per le quali però si utilizzano dati parziali, incompleti e in taluni casi non regionali ma provinciali) partecipano in misura ridotta a questo miglioramento; quindi il balzo in avanti di alcuni indicatori (in particolare il dato delle accessioni annue che appare praticamente raddoppiato) sarebbe dovuto a progressi verificatisi nelle regioni deboli; ma ciò è tutto da verificare (anche senza voler usare il dato medio, le cose non cambiano, poiché il valore mediano; di 95,5 è comunque molto elevato);
- cresca, ma più lentamente e con ritmi non molti difformi nelle diverse aree geografiche e a livello nazionale, il numero di prestiti per abitanti, mentre rimane sostanzialmente al palo l'indice di circolazione (e ciò si spiega col fatto che i volumi crescono di molto e i prestiti di poco);
- ci sia una qualche contraddizione fra gli indicatori di questa tabella e i dati assoluti contenuti nei primi due grafici (secondo i quali i prestiti crescevano più delle acquisizioni), che però partivano dal 1987 e mostrano comunque che per il periodo 1991-1995 la curva degli acquisti sale di più di quella dei prestiti.
Se le cose stanno effettivamente così, il dato di AIB2 può essere utilizzato come base di partenza per una stima nazionale.
Lo scarto medio rilevato è stato utilizzato per correggere il valore dell'indicatore AIB2 e quest'operazione è consistita quasi sempre in un abbassamento di tale valore (per effetto del fatto che l'indagine AIB2 ha selezionato un campione di biblioteche "di gamma alta" al fine di individuare degli standard che potessero essere proposti come obiettivo di una politica di sviluppo).
Una volta individuato un valore per ciascun indicatore secondo noi più verosimile o comunque più corrispondente alla situazione media italiana, si è passati all'analisi degli indicatori di due sole aree geografiche, il Trentino e la Lombardia, che sono le uniche che ormai conducono da più di un decennio con regolarità un'attività di misurazione e valutazione relativa alle biblioteche pubbliche.
Per ciascun indicatore si sono recuperati i valori relativi agli anni 1991-1995 (ultimo anno per il quale sono disponibili i dati di entrambi questi territori, mentre per la provincia di Trento sono stati pubblicati i dati fino al 1997) e si è calcolato lo scarto registrato tra ogni anno e il successivo. Una media degli scarti annuali per ciascun indicatore (calcolata sulla base degli scarti registrati in ciascuna regione) ha rappresentato il valore da utilizzare per calcolare, a partire dall'indicatore 1994, gli indicatori 1991-1995. Per gli anni 1996-1997, si è deciso di calcolare una media annuale a partire dallo scarto totale (1995-1991) e si è utilizzato questo valore come previsionale degli scarti annuali non conosciuti per altre vie.
Calcolati i valori degli indicatori per tutti gli anni, a partire dai dati Istat sulla popolazione (1991-1997) 8 si sono calcolati i dati poi riprodotti nella tab. 3.
Il numero delle biblioteche è stato ricavato sulla base dei dati dell'anagrafe delle biblioteche italiane costituita presso l'Istituto centrale per il catalogo unico 9, integrati per quanto riguarda l'Emilia Romagna da un'indagine condotta dalla Regione nel 1996 10.
TAV. 3 - STIMA DEI DATI COMPLESSIVI SULLE BIBLIOTECHE PUBBLICHE IN ITALIA
1991 |
1992 |
1993 |
1994 |
1995 |
1996 |
1997 |
|
Biblioteche | 5.906 | ||||||
Volumi posseduti |
68.108.683 |
70.630.772 |
74.851.421 |
81.321.381 |
83.706.174 |
87.496.298 |
91.231.217 |
Acquisizioni annue |
2.456.453 |
2.897.001 |
2.765.503 |
3.058.715 |
3.308.114 |
3.547.630 |
3.777.202 |
Utenti iscritti |
5.272.747 |
5.468.189 |
6.336.658 |
6.001.747 |
6.289.430 |
6.562.222 |
6.793.570 |
Prestiti |
26.675.901 |
29.049.753 |
31.997.554 |
33.788.461 |
36.693.117 |
39.718.714 |
42.459.812 |
Personale in servizio |
11.578 |
11.762 |
11.571 |
11.740 |
11.868 |
11.944 |
11.935 |
Spese per acquisto documenti |
41.343.480.445 |
43.635.520.061 |
45.864.653.723 |
51.003.945.345 |
52.574.116.533 |
56.039.928.324 |
59.301.473.143 |
Bilancio totale |
442.649.683.564 |
433.752.684.500 |
439.737.811.344 |
465.364.464.828 |
548.218.107.752 |
580.123.481.612 |
609.470.433.128 |
In questo caso siamo partiti dai dati di alcune indagini per campione e, dopo averne verificato l'attendibilità attraverso il confronto con i risultati di alcune indagini a tappeto, si sono individuati i correttivi da usare per poterne ricavare una stima di più ampia portata.
Siamo convinti che questo metodo non sia del tutto arbitrario e possa essere esteso anche ad altri scopi ed utilizzato per soddisfare altre esigenze. Nelle Linee guida per la valutazione delle biblioteche pubbliche italiane si è partiti dalla stessa logica per proporre un sistema di autovalutazione e per offrire una gamma di valori crescenti di riferimento rispetto ai quali ciascuna biblioteca potrà posizionarsi e costruire il proprio autonomo percorso di sviluppo.
L'attività di valutazione passa, dunque, sempre attraverso il confronto: i dati raccolti e gli indicatori elaborati, per esplicitare il loro significato, devono essere confrontati con altri dati e indicatori. Nel nostro caso il principale strumento di confronto è rappresentato dal calcolo degli scarti: l'indicatore della biblioteca o della realtà che si intende confrontare sta a x come l'indicatore di riferimento sta a 100, ed x è perciò uguale al dato della biblioteca moltiplicato 100 e diviso per il valore di riferimento; lo scarto è il risultato della differenza tra x e 100. Su questo piano comparativo ciascuna biblioteca può muoversi a diversi livelli, da quello minimo della singola biblioteca, a quello di sistema locale, a quello regionale, fino a quello nazionale, fino ad assumere come valori di riferimento gli standard internazionali.
Acquisito uno degli strumenti indispensabili per effettuare qualunque tipo di confronto, la biblioteca può decidere di effettuare la valutazione più rispondente alla propria situazione o ai contenuti della pianificazione gestionale.
A un primo livello, una biblioteca può confrontarsi con se stessa: per farlo deve impiantare un sistema di monitoraggio periodico che, producendo dati omogenei nel tempo, consenta di costruire delle serie storiche per ciascun indicatore. La conoscenza dei trends di sviluppo degli indicatori rappresenta il primo livello informativo-valutativo a cui una biblioteca deve tendere.
Si passa quindi dal confronto della biblioteca con se stessa e con i propri dati al confronto con la realtà circostante e con altre realtà simili, utilizzata per la definizione di standard di riferimento e di obiettivi di sviluppo. Tali obiettivi possono essere statici oppure dinamici, se vengono definiti di volta in volta in concomitanza con il percorso di crescita effettuato dalle biblioteche.
È importante che sia sempre chiaro lo scopo delle attività di misurazione e valutazione, che può essere semplicemente e sinteticamente enunciato così: rilevare il rendimento di una biblioteca serve ad individuare i problemi ed a migliorare le prestazioni.
1 Associazione italiana biblioteche, Quanto valgono le biblioteche pubbliche?: analisi della struttura e dei servizi delle biblioteche di base in Italia: rapporto finale della ricerca Efficienza e qualità dei servizi nelle biblioteche di base condotta dalla Commissione nazionale AIB "Biblioteche pubbliche" e dal Gruppo di lavoro "Gestione e valutazione", Coordinamento del gruppo e direzione della ricerca: Giovanni Solimine; gruppo di lavoro: Sergio Conti, Dario D'Alessandro, Raffaele De Magistris, Pasquale Mascia, Vincenzo Santoro, Roma: AIB, 1994 (Rapporti AIB; 4).
2 Quanto valgono le biblioteche pubbliche?: efficienza e qualità dei servizi nelle biblioteche del Sistema bibliotecario del Vimercatese. Anno 1994, ricerca a cura di Danila Rossi, Vimercate, 1994 [documento interno a circolazione limitata].
3 Biblioteche pubbliche in Toscana: indagine qualitativa sui servizi bibliotecari di base in Toscana, a cura di Grazia Asta, Elena Boretti, Carlo Paravano, Firenze: AIB Sezione Toscana, 1997.
4 Comune di Bologna, Piano Qualità Totale: definizione degli standard organizzativi delle biblioteche decentrate, Bologna, 1996 [documento interno a circolazione limitata].
5 Libecon 2000 è un progetto della DGXIII della Commissione delle Comunità europee. Gli obiettivi generali del progetto sono: verificare l'attuale posizione occupata da ogni nazione nello sviluppo del monitoraggio e delle statistiche bibliotecarie; fornire un protocollo condiviso per la cooperazione tra le maggiori agenzie allo scopo di ridurre il carico dell'attività di rilevazione che pesa sui fornitori delle statistiche bibliotecarie; creare una maggiore consapevolezza d'uso della comparazione internazionale delle misure di rendimento; stimolare un approfondimento e una progressiva precisazione delle misure e degli indicatori sul piano definitorio. Avendo chiari questi obiettivi, fin dal 1981 è stato predisposto un database contenente i principali dati e indicatori sulle biblioteche di qualunque tipologia, relativi a tutte le nazioni europee. L'Italia è tra le poche nazioni europee che al 1999 non era ancora riuscita a mettere a disposizione dati nazionali, neppure stimati. Per ulteriori informazioni sul progetto Libecon si può consultare il relativo sito all'URL http://www.libecon2000.org (ultima consultazione: 1° dicembre 1999).
6 Le fonti utilizzate sono, per i dati lombardi: Regione Lombardia, Settore cultura e informazione, Servizio biblioteche e beni librari e documentari, Le biblioteche comunali della Lombardia: dati statistici e indicatori censimento al 1991, Milano: Regione Lombardia, 1993.
Per i dati del Trentino: Provincia autonoma di Trento, Servizio attività culturali, Le biblioteche in cifre: dati statistici e indicatori relativi al sistema bibliotecario trentino anno 1991, impostazione Livio Cristofolini, gestione dati Nadia Licenzi, Trento: Provincia autonoma di Trento, 1992.
Per i dati siciliani: Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e ambientali e della pubblica istruzione, Direzione regionale beni culturali ambientali ed educazione permanente, Schedario informatizzato delle biblioteche siciliane, Palermo: Biblioteca centrale della Regione siciliana, 1991.
Per i dati emiliani: Amministrazione provinciale di Reggio Emilia, Assessorato alla cultura, Indagine conoscitiva sulla situazione complessiva delle biblioteche nella provincia di Reggio Emilia, Reggio Emilia, 1991 [documento interno a circolazione limitata].
7 Le fonti utilizzate per questa seconda comparazione sono, per i dati lombardi: Regione Lombardia, Settore trasparenza e cultura, Servizio biblioteche e beni librari e documentari, Le biblioteche comunali della Lombardia: dati statistici e indicatori censimento al 1994, Milano: Regione Lombardia, 1996.
Per i dati del Trentino: Provincia autonoma di Trento, Servizio attività culturali, Le biblioteche in cifre: dati statistici e indicatori relativi al sistema bibliotecario trentino anno 1994, impostazione Livio Cristofolini, gestione dati Nadia Licenzi, Trento: Provincia autonoma di Trento, 1995.
Per i dati marchigiani: Regione Marche, Centro regionale per i beni culturali, Sistema permanente di monitoraggio delle biblioteche pubbliche delle Marche, 1999 [documento interno a circolazione limitata].
Per i dati toscani: Biblioteche pubbliche in Toscana: indagine qualitativa sui servizi bibliotecari di base in Toscana cit.
Per i dati delle province dell'Emilia-Romagna: Provincia di Ferrara, Ufficio biblioteche, Piano pluriennale di intervento a favore dell'organizzazione bibliotecaria provinciale: strumenti di monitoraggio ed elaborazione dei dati necessari alla pianificazione degli interventi, [documento di lavoro] a cura di Sergio Conti, Firenze: IFNIA, 1996; L'organizzazione bibliotecaria in provincia di Modena: vent'anni di biblioteche a Modena, Ravenna: Longo, 1996; Provincia di Ravenna, Servizio Biblioteche, Linee programmatiche 1995: dalla rete di servizi ai servizi di rete, Ravenna, [s. d.] [documento interno a circolazione limitata]; Amministrazione provinciale di Reggio Emilia, Assessorato alla cultura, Indagine conoscitiva sulla situazione complessiva delle biblioteche nella provincia di Reggio Emilia, Reggio Emilia, [s.d.] [documento interno a circolazione limitata].
8 Istituto nazionale di statistica, Sistema statistico nazionale, Popolazione e movimento anagrafico dei Comuni: anno 1997, Roma: ISTAT, 1998 (Annuari; 10).
9 Il dato è stato estratto dalla base dati "Anagrafe" dell'ICCU, grazie alla gentile collaborazione di Anna Maria Mandillo. L'anagrafe è consultabile da pochi giorni all'indirizzo http://anagrafe.iccu.sbn.it.
10 Si tratta di un'indagine condotta nel 1996, i cui risultati sono contenuti in un documento interno a circolazione limitata.