Biblioteche pubbliche svedesi: organizzazione e servizi
di Andrea Vasco

Introduzione

Il sistema bibliotecario svedese è costituito da differenti tipi di biblioteche e normalmente si usa dividerlo in due grandi gruppi:
1) le biblioteche pubbliche (le biblioteche comunali, di contea, dei centri di prestito interbibliotecario, quelle svedesi all'estero, quelle militari, delle carceri, dei marinai, scolastiche e ospedaliere);
2) le biblioteche specializzate e di ricerca (la Biblioteca nazionale, le biblioteche universitarie e dei colleges, quelle speciali e di enti statali). In questo secondo gruppo vengono inserite anche le biblioteche private dislocate principalmente nelle industrie e nelle società commerciali [1, 2].

1. Lo sviluppo della biblioteca pubblica svedese

La biblioteca pubblica moderna in Svezia ha molti antecedenti: le biblioteche ecclesiastiche del Seicento e del Settecento, le biblioteche parrocchiali dell'Ottocento, quelle per gli operai che furono gestite dagli intellettuali liberali. La prima biblioteca diretta al pubblico utilizzo fu fondata all'inizio del XIX secolo, frutto di una donazione della famiglia Geist di Stoccolma. Dalle prime iniziative di pubblica circolazione libraria, nate per la generosità di famiglie facoltose, iniziò, con l'Atto della scuola elementare del 1842, lo sviluppo del movimento per la diffusione delle biblioteche pubbliche.

Nei primi anni del nostro secolo ci furono campagne di sensibilizzazione alla lettura, attuate negli ambienti universitari su proposta di studenti e di accademici di prestigio. Le iniziative più importanti sorsero, però, in seno ai movimenti popolari laburisti e proibizionisti che, con l'intento di educare la popolazione attraverso una propaganda contro l'uso dell'alcool, cercarono di coinvolgerla nelle attività culturali, con l'istituzione delle biblioteche dei circoli di studio, che in breve tempo si diffusero in tutto il paese.

Sempre in quegli anni, un altro importante fattore contribuì alla formazione e organizzazione delle biblioteche pubbliche: il modello nordamericano rappresentato da alcuni esempi di biblioteca realizzati in Danimarca e in Norvegia. L'esempio d'oltreoceano proponeva la figura del bibliotecario professionista che, a differenza di quello dilettante del movimento popolare, prevenuto ideologicamente, doveva restare estraneo alle questioni religiose, sociali o politiche. Questa nuova visione organizzativa includeva anche una richiesta di centralizzazione delle risorse. Una grande biblioteca pubblica municipale fu considerata migliore di un insieme frammentario di piccole biblioteche promosse dai movimenti popolari. Ci si aspettava, inoltre, che i comuni fossero i gestori del nuovo assetto centralizzato.

Questi grandi sogni di riforma vennero presto ridimensionati. Nel 1905, infatti, il governo decise che ci sarebbe stato un doppio sistema bibliotecario, gestito separatamente dai comuni e dai movimenti popolari. Fu garantito il sostegno finanziario a entrambe le istituzioni attraverso sussidi statali. Questo sostegno fu molto importante soprattutto per la sopravvivenza delle biblioteche dei circoli di studio; la struttura duplice, forza-guida del sistema bibliotecario pubblico per più di mezzo secolo, fu considerata unica nel suo genere in una prospettiva internazionale.

Durante gli anni Trenta il sistema delle biblioteche comunali ebbe un forte incremento, mentre quello dei circoli di studio cominciò a decadere. Molte furono le ragioni di questo declino: le sovvenzioni statali diminuirono, come la forza dei movimenti popolari soppiantati dalla crescente centralizzazione delle biblioteche e dal notevole miglioramento del sistema scolastico. Malgrado le inevitabili polemiche e i lunghi dibattiti, le biblioteche dei movimenti popolari furono una dopo l'altra incorporate nel sistema bibliotecario municipale.

Nel 1949 il governo propose la chiusura delle biblioteche dei circoli di studio per un periodo di dieci anni. Ma tale periodo durò più a lungo. Esse infatti avevano definitivamente perso il loro prestigio quando le sovvenzioni statali furono sospese nel 1965.

Nel dopoguerra venne attuata una netta separazione tra l'ambito amministrativo e quello rivolto ai servizi della biblioteca, reso più efficiente dalla meccanizzazione, dalla centralizzazione e dalla cooperazione regionale. Il numero delle municipalità fu ridotto da diverse migliaia a 278 comuni, tra il 1952 e il 1974, ma paradossalmente il tentativo di accentramento messo in atto da questa riforma acuì la necessità di decentramento. I grandi comuni infatti non potevano offrire un servizio bibliotecario a tutti i cittadini attraverso una sola biblioteca principale. Questa esigenza incentivò la creazione di biblioteche decentrate in tutto il paese.

Dal 1965 la biblioteca pubblica divenne un servizio di competenza comunale: l'influenza del movimento popolare apparteneva al passato. Nello stesso tempo lo Stato, sospendendo i sussidi e non portando a compimento una legislazione dettagliata nel campo delle biblioteche pubbliche, abbandonava la sua posizione di garante, producendo un coro di contestazioni. Molti bibliotecari auspicavano la necessità di un intervento statale che assicurasse un contributo adeguato alle biblioteche, poiché temevano che i comuni deludessero le loro aspettative. Il parlamento e il governo svedesi, tuttavia, non furono persuasi da tali proteste. Le previsioni dei bibliotecari profeti del disastro si rivelarono, in seguito, prive di fondamento. Le entrate provenienti dalle tasse comunali infatti aumentarono e questo, unitamente alla forte crescita economica degli anni Sessanta e Settanta, determinò una rapida espansione del settore pubblico, da cui trassero vantaggio anche le biblioteche. L'accorpamento delle municipalità, avviato negli anni Cinquanta, si concluse con la subordinazione della biblioteca pubblica al comitato culturale, organo municipale con mansioni di coordinamento e sviluppo, che subentrava al vecchio comitato di gestione amministrativa della biblioteca, cui era affidato un ristretto campo di competenze. La creazione, inoltre, del Consiglio nazionale svedese per gli affari culturali, nel 1974, diede un nuovo impulso allo sviluppo della politica nazionale nei riguardi delle biblioteche pubbliche. Naturalmente tutto questo ebbe i suoi effetti nella gestione bibliotecaria. I direttori agirono spesso come pianificatori dei programmi culturali dei comuni e le tradizionali funzioni del bibliotecario furono ampliate per includere le attività di carattere più generale nel settore socio-culturale: specialmente nei piccoli comuni la biblioteca diventò un centro culturale locale [3].

2. La biblioteca pubblica svedese negli anni Novanta

Attualmente in ogni capoluogo di contea c'è una biblioteca regionale, nata dall'istituzione negli anni Trenta del sistema bibliotecario regionale, che completò la sua fase organizzativa nel 1953. Spesso collocate nella biblioteca comunale centrale, le biblioteche di contea sono finanziate dal Consiglio di contea e in parte da sovvenzioni statali che differiscono da regione a regione. Esse integrano il servizio di prestito tra i comuni attraverso i prestiti interbibliotecari e svolgono alcune attività rivolte ai bambini e agli adolescenti; si occupano, inoltre, dei servizi per gli immigrati e i non-vedenti, istituiscono corsi di educazione permanente e organizzano conferenze, seminari e convegni per il personale della biblioteca e i responsabili delle commissioni culturali comunali.

Nelle biblioteche di contea di Malmö, Umeå e Stoccolma sono dislocati i tre centri di prestito regionali; questi possiedono e attivano il servizio per il materiale che non esiste nelle raccolte delle biblioteche comunali e in quelle di contea; sono preposti, inoltre, a organizzare prestiti di letteratura proveniente dalle biblioteche di ricerca del paese e dalle biblioteche svedesi all'estero. Al Centro regionale di prestito di Stoccolma compete anche la responsabilità del prestito della letteratura pubblicata nelle lingue delle minoranze etniche.

A Umeå si trova anche la biblioteca di deposito per la letteratura con un basso turnover e per le copie extra di libri, che funziona anche come magazzino per i volumi fuori commercio, che andranno a costituire la collezione di una nuova filiale di biblioteca [2].

Il Consiglio nazionale degli affari culturali è responsabile per gli investimenti del Governo nel settore culturale e fornisce sussidi per un totale di circa 6 milioni di corone svedesi ai tre centri regionali di prestito e alla biblioteca di deposito di Umeå (1 corona svedese = 1 SEK = 233 lire al cambio del 1996) e circa 19 milioni di SEK alle 24 biblioteche di contea (il 35% delle attività delle biblioteche di contea è finanziato dai sussidi governativi, mentre i Consigli di contea provvedono per il rimanente 65%) secondo i dati relativi al 1994. Il Governo contribuisce anche alla pianificazione e coordinamento dello sviluppo dell'intero sistema bibliotecario istituendo, tra l'altro, biblioteche sui posti di lavoro o acquistando letteratura nelle lingue degli immigrati e delle minoranze etniche.

Nel sistema svedese il ruolo dello Stato è limitato a garantire funzioni consultive, di supervisione e finanziamento, attraverso l'attivazione e lo sviluppo di una infrastruttura stabile, che lascia piena autonomia alle singole organizzazioni bibliotecarie per la gestione del proprio sistema. Le biblioteche pubbliche sono collegate attraverso una loan chain, ovvero una catena del prestito, che dà loro accesso alle risorse di un certo numero di sistemi bibliotecari. Questa struttura è stata sviluppata secondo un sistema razionale per migliorare la cooperazione tra le biblioteche pubbliche e di ricerca nella circolazione interbibliotecaria dei materiali. Le biblioteche pubbliche nei comuni rappresentano la base di questa organizzazione; al di sopra vi sono le 24 biblioteche di contea; infine i tre centri di prestito che si occupano anche dell'accesso al materiale delle biblioteche di ricerca e di quelle svedesi all'estero.

Oggi, ciascuna municipalità svedese ha un servizio bibliotecario pubblico, per un totale di circa 2000 unità bibliotecarie e 46 milioni di volumi. Questo sistema può arrivare a comprendere una biblioteca principale centrale, delle filiali grandi o piccole, bibliobus, biblioteche sui posti di lavoro, biblioteche negli ospedali (gestite in cooperazione con i Consigli di contea), un servizio per il prestito a domicilio per coloro che non sono in grado di recarsi in biblioteca autonomamente, un servizio agli istituti sanitari, ai militari e alle scuole materne [3].

Per quanto concerne il finanziamento, gli enti locali coprono il 95%, i Consigli di contea il 2% e lo Stato il 3% della spesa totale per le biblioteche pubbliche comunali. Nel 1994 il costo è stato di 2,6 miliardi di corone, di cui il 52% è stato impiegato per il personale, il 20% a favore del materiale per le attività bibliotecarie tradizionali, il 16% per i media e infine il 12% per altre spese [2].

3. La tradizione legislativa svedese

Prima dell'approvazione della legge del 20 dicembre 1996, n. 1596, la Svezia era la sola nazione scandinava a non avere una legislazione bibliotecaria. Malgrado questa carenza, le biblioteche pubbliche svedesi hanno sviluppato i loro servizi in maniera soddisfacente. La richiesta di un atto legislativo in materia stava divenendo sempre più pressante e la sua emanazione inderogabile. Tuttavia qualche dubbio sulla effettiva necessità di tale provvedimento rimaneva.

Nel 1905 venne approvata la prima legge sull'istituzione delle biblioteche pubbliche, rivista nel 1912 e ampliata attraverso ulteriori disposizioni nel 1930. Quest'ultima emanazione potenziò il ruolo di supporto dello Stato e dette il via all'organizzazione del sistema bibliotecario regionale ancora vigente.

La legge del 1930, come quelle che l'avevano preceduta, era piuttosto flessibile e, se riservava ampi spazi di autonomia, al contempo includeva istruzioni molto dettagliate per le autorità locali. Alcuni di questi provvedimenti stabilivano l'elezione di un consiglio direttivo della biblioteca, a capo del quale doveva esserci un bibliotecario professionista; essa, inoltre, sarebbe dovuta rimanere aperta al pubblico almeno una volta alla settimana con un orario prefissato. Altre indicazioni di questa legge erano frutto dell'azione propagandistica dei movimenti popolari, come quelle che decretavano che la collezione dei libri venisse vagliata da una rigida censura morale [4].

Nel 1965 fu presa in esame una nuova riforma delle biblioteche pubbliche che non fu mai attuata perché il bilancio statale dello stesso anno ne bloccò i finanziamenti. Da allora questa sospensione dei sussidi statali è rimasta in vigore, sebbene nella realtà dei fatti si siano verificate saltuarie erogazioni di fondi speciali ai comuni per le biblioteche. In concomitanza dei tagli delle sovvenzioni, nel 1965 vi fu un'ulteriore riduzione del numero delle autorità locali in favore dell'accentramento operato in quegli anni e nei successivi dal Governo [5]. Per comprendere pienamente la resistenza nei confronti di provvedimenti organici sulle biblioteche in Svezia è necessario tenere in considerazione il fatto che le autorità locali in questo paese hanno una fortissima tradizione di autonomia [6].

Nel 1974, una proposta parlamentare nei riguardi della politica culturale nazionale pose le basi, anche se non direttamente, per lo sviluppo e le finalità organizzative delle biblioteche pubbliche. Questa decisione, approvata all'unanimità da tutti i partiti politici, definì otto obiettivi principali: assicurare la libertà di pensiero e usufruirne; sviluppare le attività creative per aumentare i contatti fra i giovani; impedire l'esagerata commercializzazione del settore culturale; promuovere la decentralizzazione nella gestione delle attività legate al settore culturale; considerare primariamente le esigenze delle persone portatrici di handicap, degli anziani e degli immigrati; promuovere il rinnovamento culturale e artistico; conservare e valorizzare il patrimonio culturale locale e nazionale; promuovere lo scambio di diverse esperienze e proposte culturali abbattendo le frontiere linguistiche e nazionali.

Questa deliberazione, inoltre, ebbe come conseguenza la delega delle responsabilità in materia culturale ai tre livelli organizzativi e gestionali: nazionale, regionale e locale.L'autonomia si doveva esplicare nella pianificazione programmata degli obiettivi, degli orientamenti e degli strumenti finanziari.

L'ultimo statuto legislativo sulle biblioteche prima dell'attuale legge era del 1984 (SOU 1984/85:141) e stabiliva che lo scopo dei sussidi governativi alle biblioteche pubbliche dovesse essere quello di incentivare l'occupazione e promuovere l'equa distribuzione delle sovvenzioni [7].

4. I servizi bibliotecari: la tripartizione nella biblioteca pubblica svedese

La struttura che identifica al meglio la biblioteca svedese è quella della biblioteca tripartita, che rappresenta una proposta innovativa per un nuovo sistema di disposizione e ordinamento dei libri rispetto a quello tradizionale. L'idea proviene dalla Germania ed è basata su tre livelli di densità del deposito. Quello più compatto è nei magazzini della biblioteca, che rappresentano la prima sezione e sono aperti al pubblico sebbene normalmente non sia possibile fermarvisi a leggere. I materiali qui custoditi sono abbastanza vecchi e vengono presi in prestito raramente.

La seconda sezione è quella tradizionalmente adibita al prestito, con il materiale di saggistica ordinato sistematicamente e quello di narrativa in ordine alfabetico.

La vera innovazione consiste nella terza e ultima sezione: il "mercato" della biblioteca. In questa parte il sistema di classificazione viene completamente abbandonato e il materiale è ordinato in grandi aree tematiche. Qui è possibile mettere insieme la letteratura rivolta agli adulti e quella per bambini, la narrativa e la saggistica, libri, periodici, videocassette e materiali audio.

Prevale l'idea secondo cui gli utenti, o meglio i clienti abituali della biblioteca, non sono interessati al tipo di materiale o al formato del libro, ma al contenuto, a specifiche aree d'interesse e al loro contesto. Il materiale posto sul "mercato" può essere quindi contrassegnato da un'etichetta colorata, che indichi dove è inserito nel sistema. Il "mercato" va posizionato vicino all'entrata, in modo da costituire il primo impatto per il cliente. L'intento sotteso a questa filosofia è che il contenuto del "mercato" della biblioteca venga indirizzato verso coloro che non conoscono il sistema bibliotecario, cioè a quegli utenti curiosi che sono alla ricerca di informazioni, senza avere in mente un titolo o un soggetto specifico [3, 8, 9].

La biblioteca tripartita può essere considerata come un modello di intermediazione, un mezzo per aprire un sistema di deposito e recupero dell'informazione che, altrimenti, resterebbe chiuso. Si può arricchire questo modello con svariate quantità di materiale spostate dalla collezione ordinata sistematicamente verso il "mercato" [10].

Una forma di intermediazione simile e parallela alla precedente consiste nella divisione della biblioteca in zone. Non si può definire in maniera precisa una zona, perché questa può comprendere diversi spazi d'interesse ed estendersi per una sezione intera dedicata, per esempio, ai bambini, oppure può comprendere alcuni scaffali con libri di argomento specifico.

Nella nuova biblioteca centrale di Malmö la divisione in zone dimostra come una grande struttura possa utilizzare questo tipo di organizzazione. Una silenziosa sala di lettura è prevista come area di lavoro, accanto alla quale si trova una zona con bibliografie e opere di consultazione, terminali che danno accesso alle basi dati e a Internet, un servizio telefonico e delle aree con tavoli e scrittoi. Il materiale librario è diviso in sezioni, raccolto in zone diverse a seconda delle aree tematiche ed integrato con differenti tipologie di media. Libri, periodici, film, audiolibri, audiocassette, dischi, CD, diapositive di opere d'arte, introduzioni e guide ai musei locali, nazionali e internazionali sono alcuni degli esempi di questa ripartizione. Qui, quotidianamente, si tengono conferenze e incontri con scrittori e critici, mostre di film e di scene teatrali, presentazioni di libri. Le informazioni relative a queste attività culturali della biblioteca vengono sempre pubblicizzate in una bacheca all'ingresso. Vicino a questa zona vi è una caffetteria ben visibile, accogliente e sprovvista di mura perimetrali [8].

In Svezia una zona tipica di molte biblioteche pubbliche è quella riservata ai ciechi o mal vedenti, che possono usare solamente testi con caratteri grandi o materiali audio. Questa sezione è posta solitamente vicino all'ufficio informazioni ed è separata dal resto della biblioteca, dal momento che i suoi utenti non fanno uso dei materiali delle altre sezioni. Questa "biblioteca nella biblioteca" naturalmente presuppone l'esistenza di strumenti adatti a specifici bisogni. Tale zona, infatti, è munita di lenti d'ingrandimento, registratori, lettori audio e macchine braille.

5. La biblioteca pubblica come centro culturale locale: gli esempi di Rinkeby e Skarpnack

Lo scopo di un centro culturale come la biblioteca pubblica svedese è quello di creare una struttura per le attività che rinforzino l'identità e sviluppino le opportunità d'incontro nella comunità. Per riuscire in questo, la biblioteca attua un'intermediazione attiva e offre un rilevante profilo locale delle collezioni; troviamo, infatti, attività culturali che raccolgono la tradizione storica orale degli anziani, collezionano poesie e canti popolari, ricreano planimetrie dei paesi abbandonati, propongono le ricette caratteristiche del luogo e riscoprono la flora e la fauna locali, insieme alla valorizzazione dell'artigianato.

Alcune attività sono di carattere strettamente sociale. Si scopre infatti che la Svezia è particolarmente attenta a dare al suo sistema bibliotecario un ruolo essenziale per l'integrazione delle categorie emarginate, degli immigrati e delle minoranze etniche [11].

Un esempio, all'interno di un centro culturale locale multilingue, è rappresentato da Rinkeby, un sobborgo di circa 15.000 abitanti a 15 minuti dal centro di Stoccolma. Nel 1970, in un periodo di forte sviluppo edilizio, in questa cittadina fu edificata una nuova area di circa 1 kmq con 5000 nuovi appartamenti. Un simultaneo flusso d'immigrazione permise la crescita di questo agglomerato urbano di circa 13.500 persone che parlavano 130 lingue differenti. A tutt'oggi il 67% degli abitanti sono immigrati e il 90% degli studenti che frequentano le scuole statali di Rinkeby non adottano lo svedese come lingua madre. Le scuole della città hanno circa 40 lingue nei loro programmi didattici e la tendenza sembra essere quella di unire gli studenti con lingue diverse in classi dove si parla lo svedese. Ci sono classi, però, dove ancora si parlano esclusivamente il finnico, il turco, il greco (da 1 a 6 anni) e lo spagnolo (da 1 a 3 anni). I maggiori gruppi linguistici sono rappresentati dal turco, dal finnico, dal greco, dallo spagnolo, dal persiano, dall'arabo e dal serbo-croato.

Ogni anno la biblioteca ha una circolazione di circa 84.000 prestiti, di cui il 63% di letteratura per ragazzi, ed è visitata da 74.000 utenti. Il 50% dei 40.000 volumi della collezione è in svedese, il resto in altre 40 lingue; la metà dei libri è rappresentata dalla letteratura per ragazzi. Una parte rilevante della spesa è diretta all'acquisto di giornali e periodici nelle lingue degli immigrati, ma l'elemento più interessante è dato dal fatto che qui non si legge soltanto un giornale in arabo o in spagnolo, ma ci si ferma a discuterne il contenuto con altri dello stesso gruppo di origine, aprendo dibattiti sui diversi argomenti di attualità, d'interesse locale e dei paesi di provenienza. Nella selezione del materiale la biblioteca è particolarmente attenta alle specifiche esigenze degli immigrati offrendo loro, ad esempio, informazioni sulla Svezia e fornendo strumenti per l'apprendimento di un idioma occidentale, attraverso un'assortita collezione di corsi di lingua. La biblioteca di Rinkeby, come tante altre, è attrezzata con macchine da scrivere e computer con caratteri greci e arabi. Questa struttura è localizzata nel centro culturale che si propone non solo come sede per incontri e conferenze, ma sviluppa anche altre attività: presentazioni di opere teatrali, musicali e mostre, workshops e attività dei club locali. Quando questo centro venne progettato e realizzato, coloro che ne avevano promosso la costruzione diedero forte risalto alle funzioni che avrebbe dovuto svolgere all'interno della comunità locale. L'obiettivo principale era quello di creare attività che rafforzassero i sentimenti comunitari di appartenenza a Rinkeby, ma nello stesso tempo mantenessero vivi quelli delle comunità di origine.

La zona di Rinkeby è economicamente debole ma è caratterizzata da grandi risorse intellettuali e creative. La biblioteca, infatti, nel corso di questi anni, ha pubblicato numerosi libri scritti e illustrati dai giovani immigrati del luogo. I libri vengono prodotti da un workshop per scrittori creato all'interno della biblioteca. Il lavoro viene svolto in maniera cooperativa, dando l'opportunità ai giovani di partecipare a tutte le fasi di produzione del testo.

Sforzi speciali vengono fatti per soddisfare le esigenze musicali degli immigrati: molti gruppi infatti provengono da culture in cui la musica risulta centrale, molti sono analfabeti e la biblioteca rappresenta l'unica sorgente per l'ascolto della loro musica, che difficilmente viene trasmessa dai mezzi di comunicazione svedesi, influenzati maggiormente dalla tradizione musicale occidentale. La biblioteca di Rinkeby si è fatta carico di provvedere anche a questa esigenza, inserendo nella propria collezione diverse tipologie di musica originale per immigrati [12, 13].

Un'altra zona periferica di Stoccolma ha aperto un nuovo centro culturale: Skarpnack. Qui troviamo il più alto tasso di famiglie giovani con figli. Degli 8000 abitanti che popolano questo sobborgo, più di mille hanno meno di 6 anni, mentre l'80% degli adulti lavora a tempo pieno. In questo caso l'adattamento della collezione ai bisogni locali consiste nel possedere un'ampia scelta di letteratura prescolastica e, al contempo, materiale speciale per l'educazione, la crescita e la cura del bambino, che soddisfi l'esigenza delle 50 scuole materne e asili nido della zona. Questa collezione, che contiene circa 500 titoli, si può ritenere una biblioteca speciale in miniatura. La necessità di tale servizio bibliotecario è particolarmente evidenziata dal fatto che la metà di questa collezione venne data in prestito il giorno stesso del lancio di questa iniziativa.

Anche a Skarpnack troviamo l'integrazione della biblioteca pubblica al centro culturale e alle attività da esso promosse, come serate di poesia e prosa animate da gente del luogo, oppure opere teatrali con attori dilettanti e regia professionale, inscenate in biblioteca. Vi è una stretta relazione e collaborazione con le associazioni e le organizzazioni di volontariato locali in campo pedagogico. Ci sono inoltre festival su varie tematiche, assemblee con le famiglie, con clown, artisti da strada, manifestazioni sportive e artistiche. Le attività vengono comunemente pubblicizzate all'interno del centro e il personale della biblioteca considera come parte integrante del proprio lavoro recensire sul giornale locale questi avvenimenti culturali [8].

6. I workshops nella biblioteca pubblica svedese

La biblioteca tripartita offre occasioni importanti d'incontro, comunicazione e confronto ai suoi utenti. Queste prerogative sono accentuate dal fatto che la sua concorrente più vicina nell'informazione e nel proporre emozioni, la televisione, tende a isolare la gente. Può la biblioteca offrire delle attività che promuovono la socializzazione? In diverse biblioteche pubbliche svedesi sono stati, a questo proposito, testati alcuni tipi di workshop: questi laboratori vennero istituiti negli anni Ottanta in via sperimentale, per promuovere nuove attività, attraverso l'uso di strumentazioni elettroniche, musicali, cinematografiche, tipografiche. Queste iniziative riscossero un favore tale fra gli utenti da indurre alcune biblioteche pubbliche a rendere permanente tale servizio. Workshop video, sale di databases, workshop suono e di altro genere sostengono e integrano le attività di club e associazioni locali. Lo scopo è quello di attivare e rendere partecipe la gente. Tra le organizzazioni culturali infatti la biblioteca è quella più diffusa, poiché è presente in tutti i municipi svedesi e perché la maggior parte delle iniziative dei workshops utilizza materiale bibliotecario. Questi laboratori danno al "consumatore" l'opportunità di diventare egli stesso "produttore". Si può, ad esempio, suonare la musica o fare un disco nel workshop suono; si possono realizzare film e programmi televisivi nel workshop video, così come è possibile produrre materiale a stampa nella tipografia.

Dietro la promozione di queste attività c'è la volontà di rinforzare la libertà di espressione attraverso la democratizzazione dell'accesso ai mezzi di comunicazione; in questo contesto, dunque, la biblioteca si pone come l'anfitrione più adatto a svolgere questa funzione, grazie alla sua solida tradizione nel favorire il libero scambio di opinioni e punti di vista [8].

Un chiaro esempio di laboratorio video lo troviamo ad Angered, una città satellite nei pressi di Göteborg. Nel 1988 è stato creato un workshop con un consulente e attrezzatura da offrire in prestito per curare e produrre video. Dopo una fase iniziale d'istruzione agli utenti, attraverso lo svolgimento di corsi nel fine settimana, durante i quali i partecipanti interessati potevano recarsi in biblioteca per imparare l'uso dell'attrezzatura come anche alcune elementari tecniche televisive e cinematografiche, l'attività è stata interrotta e sostituita, mantenendo tuttavia in funzione il servizio di prestito di tali strumentazioni. Un esempio dell'impiego dei media, iniziato dalla biblioteca di Angered, è stata la realizzazione di una serie di programmi che, prima delle elezioni comunali della città, i partiti e i loro candidati hanno prodotto e presentato nella campagna elettorale. Un efficacissimo programma di dibattito è stato inoltre creato da intraprendenti dodicenni: Che cosa succederebbe se 50 iraniani arrivassero nel nostro paese? Per mezzo di interviste a persone adulte, finalizzate a catturare le opinioni in materia d'immigrazione, i bambini hanno rivelato i conflitti che, grazie all'apporto del breve video, si sono potuti evidenziare nel dibattito locale [14].

Dall'esperienza analizzata si deduce che il workshop si rivela un fattore positivo di rinnovamento dello stesso ambiente bibliotecario. Mobilita la gente, offre nuovi punti di vista, crea spazi pubblicitari nella stampa locale e rende moderna l'immagine della biblioteca agli occhi degli utenti abituali.

7. Gli extension services nella biblioteca pubblica

Gli extension services vengono associati tradizionalmente ai servizi istituzionali e sono indirizzati alle persone incapaci di recarsi in biblioteca. In questo ambito si stanno sviluppando nuove iniziative come i programmi di Books-at-the-job e dei Book-mobiles, che utilizzano una collezione selezionata. La scelta di materiale audio e di testi con caratteri tipografici più grandi ha notevolmente aumentato il livello qualitativo di alcuni di questi servizi estensivi [8].

Ci sono tre tipi fondamentali di extension services nella biblioteca pubblica svedese: quello diretto alle persone che hanno problemi motòri nel raggiungere la biblioteca, come gli anziani e i portatori di handicap; i servizi per coloro che non possono usufruire della biblioteca perché mal vedenti o ciechi; infine, quelli orientati verso i gruppi che non hanno una particolare familiarità con l'uso dei libri o di altro materiale bibliotecario. Questo è il caso della classe operaia, che non necessita di libri nello svolgimento del proprio lavoro, o delle minoranze etniche, che spesso vedono estinguersi i documenti che testimoniano la loro civiltà e devono quindi uniformarsi alla cultura del mondo industrializzato.

L'idea sottesa a questi servizi è quella di dare a tutti libero ed equo accesso all'informazione, sforzo che richiede grande disponibilità e professionalità da parte della biblioteca pubblica.

7.1. Lo shut-in-service: la biblioteca va a casa

Una delle forme più diffuse di servizio estensivo è la fornitura di libri a domicilio, il cosiddetto shut-in-service, riscontrabile anche nella biblioteca pubblica di Malmö. Generalmente gli utenti sono anziani che vivono a casa, malati cronici (a casa o in ospedale), genitori di bambini con handicap. Di solito il bibliotecario combina un incontro a un'ora concordata portando con sé il materiale ordinato per telefono o selezionato per soddisfare le esigenze dell'utente. Questo tipo di servizio è stato esteso a diverse biblioteche pubbliche e razionalizzato attraverso la registrazione su computer degli utenti, per fissare le visite e gli appuntamenti, per stabilire i tipi di lettura preferiti e individuare una relazione tra le richieste effettuate e la loro provenienza. Si stanno sviluppando software specializzati per chi utilizza questo tipo di servizio, impiegando anche le nuove tecnologie telematiche, ma ancora su base sperimentale. Alcune biblioteche pubbliche svedesi stanno invece adottando la versione invertita di questo servizio, cercando cioè di portare fisicamente l'utente in biblioteca. Questo risulta meno costoso ma ha delle conseguenze sociali, in quanto crea problemi soprattutto ai destinatari. L'estensione di questi servizi nelle due varianti spesso dipende dal budget di cui dispongono le biblioteche, che li adottano a seconda delle necessità effettive [3].

7.2. Il book-bus: la biblioteca che viaggia

Il book-bus è un pullman che contiene una vasta gamma di libri, circa 3000, ed è particolarmente indirizzato a un'utenza specifica, come i bambini che frequentano le scuole dell'obbligo statali e la popolazione dei villaggi delle zone poco abitate, soprattutto delle lande della foresta del nord. Questo servizio è ritenuto molto più efficace e meno costoso di quanto possa essere una struttura bibliotecaria fissa, sia per quanto riguarda la manutenzione che per l'impiego del personale.

A Laholm, le operazioni del bibliobus giocano un ruolo molto importante nell'attività complessiva della biblioteca. Qui, ad esempio, è stato creato un servizio di bibliobus che offre consulenze specializzate e diversificate nel corso dell'anno su argomenti di vario interesse. In primavera, infatti, il bibliobus porta con sé un discreto numero di libri sul giardinaggio e sulla botanica, ma è presente anche un esperto in materia, da cui gli utenti possono ricevere consigli e suggerimenti. In autunno invece viene offerta una selezione di libri sui funghi con la relativa consulenza in questo campo [8].

7.3. La book-boat: la biblioteca va in crociera

A Stoccolma, in estate, possiamo imbatterci anche in una nave un po' stravagante, non per il suo aspetto esteriore, ma per il servizio che svolge lungo il Baltico e nelle fredde acque dei laghi Malaren e Saltsjon, che cingono le 13 isole della città.

Questa nave si differenzia dalle altre perché al suo interno è stata collocata una biblioteca che dispone di una collezione di circa 4000 volumi e la circolazione libraria si aggira intorno ai 3000 prestiti annui che, considerando il periodo limitato in cui la book-boat esercita il suo servizio, sono abbastanza ragguardevoli. Il suo itinerario si snoda tra i canali della regione, raggiungendo i villaggi dei sobborghi di Stoccolma [2].

7.4. La Biblioteca dei marinai a Gothenburg

Dall'altra parte della costa svedese, sul versante occidentale, c'è un servizio bibliotecario che viene svolto dal 1978 dalla Biblioteca dei marinai, che dal 1988 è integrata all'organizzazione pubblica HFK (Handelsflottans Kultur och Fritidsrad). Si tratta di una biblioteca circolante che ha il suo quartier generale a Rosenhill e diverse librerie per lo scambio dei libri sparse in quattro continenti. La Biblioteca dei marinai, in stretta collaborazione con la Chiesa svedese all'estero, provvede anche a una considerevole selezione di periodici, giornali e materiale didattico in svedese, di cui si ha bisogno nei più importanti porti del mondo. Ogni giorno circa 300 copie delle sei più diffuse testate giornalistiche svedesi sono spedite via aerea da Rosenhill a circa 60 porti in tutti i continenti [14].

7.5. I programmi book-at-the-job: la biblioteca va sul posto di lavoro

Sin dall'inizio degli anni Settanta la politica bibliotecaria si è impegnata nel fornire gli extension services e nel prendere contatto con coloro che non visitano normalmente la biblioteca pubblica. Il risultato di questi sforzi si è concretizzato con la realizzazione dei programmi book-at-the-job in 175 biblioteche distribuite nella maggior parte delle municipalità. Queste iniziative sono gestite in collaborazione con il personale delle biblioteche pubbliche attraverso collezioni temporanee. Troviamo inoltre, quasi sempre, anche un rappresentante dei lavoratori che funge da responsabile dei contatti con la biblioteca pubblica e che tenta di stimolare alla lettura i propri colleghi.

I programmi book-at-the-job sono modelli in miniatura della locale biblioteca pubblica. Non si tratta di fornire letteratura in un particolare ambito d'interesse riferito al posto di lavoro, ma di presentare una selezione generica di libri alle persone che normalmente non avrebbero la possibilità di venire in contatto con essi. Molte di queste biblioteche sul posto di lavoro, infatti, hanno focalizzato la loro collezione sulla letteratura per ragazzi, che i lavoratori possono portare a casa ai propri figli.

I programmi book-at-the-job sono stati analizzati a fondo, in particolare le attività svolte a Skeleftea e Gavleborg. Una gran parte dei destinatari di questo servizio ne è diventata utente abituale. Da un campione tipo della circolazione libraria preso fra questi lavoratori è risultato che circa 1/3 di essi è costituito da utenti regolari, 1/3 da utenti occasionali, e l'ultimo terzo da persone non interessate. Questi valori, tuttavia, variano a seconda della selezione operata dalla biblioteca pubblica, dell'entusiasmo del personale bibliotecario e infine delle altre possibilità di attività ricreative e di svago disponibili nella zona, che riducono di molto l'interesse per il libro. Da tali studi emerge chiaramente che i fruitori di queste biblioteche non diventano quasi mai utenti abituali della biblioteca pubblica, sebbene i servizi di quest'ultima siano più completi di quelli della biblioteca sul posto di lavoro.

Negli anni più recenti i programmi book-at-the-job hanno subito un cambiamento. Mentre verso la metà degli anni Ottanta erano considerati come un tipico extension service, ora sono percepiti come una forma speciale di servizio bibliotecario, che può essere attivato solo nel caso che sia ritenuto necessario dai lavoratori e specialmente dai loro sindacati [8].

7.6. La Biblioteca nazionale degli audiolibri e del braille

In Svezia almeno 350.000 persone, cioè il 4% della popolazione, sono beneficiarie del prestito di audiolibri (libri letti e registrati su un supporto audio). In questo gruppo vengono incluse non solo persone disabili a livello visivo, ma anche chiunque non sia in grado di far uso di un testo stampato, o non sia abile nel maneggiare un libro ordinario, come le persone con disturbi logopedici o con handicap motori o mentali. Gli utenti degli audiolibri possono prendere in prestito questo materiale in una qualsiasi biblioteca pubblica comunale e di contea, dal momento che esse hanno l'obbligo di possederne nella propria collezione. Gli audiolibri sono anche disponibili nelle biblioteche ospedaliere e nelle scuole statali a supporto di tutti quelli che ne hanno bisogno, e distribuiti anche attraverso programmi speciali per la salute agli anziani e agli handicappati mentali. La Biblioteca nazionale per gli audiolibri e i libri braille (Talboks- och punktskrifts-bibliotek) è stata fondata nel 1980 a Stoccolma e produce più di 2000 titoli ogni anno. L'informazione sulla letteratura prodotta in questa forma è disponibile nelle biblioteche di contea attraverso la pubblicazione dei talking newspapers [11]. Di recente sono stati istituiti servizi speciali per la registrazione sonora per ciechi e mal vedenti, con i quali coloro che fossero interessati possono ricevere a casa le registrazioni su cassetta di materiale a loro gradito. Servizi di questa natura si possono trovare anche in altre biblioteche pubbliche, come ad esempio in quella di contea nell'Ostergotland, dove è un cieco a occuparsi della produzione di tale materiale.

8. Il ruolo della pubblicità

Nella tradizione bibliotecaria svedese la forma dominante di promozione pubblicitaria si riduce alle informazioni sugli orari della biblioteca. Negli ultimi anni si sta affacciando l'uso di metodi più persuasivi per attirare l'attenzione della gente. Se non si vuole che l'identità bibliotecaria sia impoverita, è necessaria un'evoluzione verso un nuovo e più moderno tipo di istituzione e organizzazione delle biblioteche, che tenga conto anche di queste attività.

A questo proposito gli esempi più eloquenti sono costituiti dalle frequenti mostre e altre iniziative collegate alle collezioni della biblioteca. Tutto ciò che attira il pubblico verso la biblioteca assume un valore pubblicitario. Bisogna tuttavia distinguere le attività ordinarie e istituzionali della biblioteca pubblica da tutte quelle che hanno come fine specifico la sua pubblicità [9].

La biblioteca svedese si sta sviluppando con la speranza che i cittadini, soprattutto i giovani, sentano l'esigenza di frequentarla abitualmente; a tal fine è necessario combattere l'immagine obsoleta della biblioteca tradizionale con metodi pubblicitari più moderni. La comunicazione attuata dalle biblioteche svedesi è diventata più aggressiva negli ultimi quindici anni. Questo è dovuto alla generale tendenza del marketing di oggi e al mutamento avviato dal sistema bibliotecario svedese che, negli anni Ottanta, ha cominciato a orientarsi verso una maggiore pragmaticità e ha moderato e attenuato il suo ruolo istituzionale severo e "onnisciente", permettendo l'utilizzo di nuove forme di promozione.

Per un bibliotecario la maggior parte del lavoro di pubbliche relazioni consiste soprattutto nell'organizzare i rapporti con la stampa locale: foto di nuove e interessanti mostre, la notizia di un evento culturale, di commedie per bambini o riunioni di carattere letterario, di recite di poesie o avvenimenti meno tradizionali [2].

A questo riguardo possiamo prendere come esempio la biblioteca pubblica di Västerås, una città a est di Stoccolma. La sala principale è stata allestita con una caffetteria e con zone per la lettura dei giornali. Vi sono, inoltre, mostre di varia natura che stimolano la curiosità del pubblico, come l'esposizione degli oggetti più brutti del mondo o la storia della cravatta.

La collezione di libri è sistemata in una sala che può ospitare più di cento persone; ogni giorno viene organizzata una manifestazione diversa su vari aspetti culturali e della vita quotidiana, coinvolgendo spesso gli stessi utenti. La biblioteca di Västerås, invece di mostrare semplicemente una collezione di libri di cucina, espone i migliori piatti di pesce preparati dagli abitanti del luogo. Ci possono essere conferenze su come sconfiggere l'insonnia, sugli anticoncezionali, su come risolvere i problemi della coppia o su altri argomenti, sempre supportati da brani tratti da libri a disposizione nella raccolta. La biblioteca indirizza i suoi sforzi anche verso gli anziani che non sono mai entrati in una biblioteca e che, in virtù della loro condizione, dispongono di più tempo libero. Gite, giornate di ritrovo e piccole introduzioni al mondo delle biblioteche vengono, infatti, proposte alle associazioni dei cittadini della terza età [15].

Tutte queste iniziative fanno parte di un'unica strategia: cercare di attirare l'attenzione della comunità sull'esistenza di una biblioteca, intesa come luogo di esperienze culturali nuove e interessanti che incoraggia i visitatori a tornarvi con frequenza ed entusiasmo.

9. Conclusioni

La recessione degli ultimi anni ha costituito una minaccia e una sfida per il settore pubblico così come per le biblioteche, tanto che gli enti locali sono stati costretti a introdurre pesanti tagli alle spese, determinando la chiusura delle biblioteche decentrate, la riduzione degli orari di apertura e degli acquisti. Una condizione necessaria per un buon funzionamento della rete bibliotecaria è, invece, il livellamento dello standard di qualità delle biblioteche, senza il quale potrebbe verificarsi il rischio di un collasso della rete di prestito interbibliotecario. La delega su contratto di onerosi servizi a ditte commerciali e a organizzazioni senza scopo di lucro si profila come soluzione ottimale per ridurre notevolmente i costi e mantenere uno standard adeguato di qualità.

Il prolungato vuoto legislativo non sembra aver impedito il progresso del sistema bibliotecario svedese, né d'altra parte può essere provato che questa carenza ne abbia in qualche modo promosso lo sviluppo. È pur vero che durante il boom economico degli anni Sessanta e Settanta le biblioteche hanno potuto amministrarsi senza alcuna legge. In tempo di recessione, tuttavia, la normativa bibliotecaria dovrebbe giocare un ruolo importante nella salvaguardia e tutela delle biblioteche pubbliche, per manifestare valori comunemente accettati dalla società. La legge non può impedire agli enti locali di ridurre i bilanci delle biblioteche, ma deve costituire un punto di riferimento, un orientamento efficace nella pianificazione e coordinamento del sistema bibliotecario attraverso lo sviluppo dell'autonomia locale.

In Svezia si trovano soddisfacenti e attive biblioteche nelle grandi città come nelle più sperdute lande della foresta. Gli edifici adibiti a biblioteca, infatti, sono di alta qualità e funzionali ovunque; i servizi bibliotecari sono offerti anche nelle aree meno popolate e più impervie, poiché il principio dell'accesso equo e libero all'informazione è applicato radicalmente in tutto il paese. La politica culturale svedese è basata, inoltre, sul diritto alla libertà intellettuale. C'è una forte tradizione di rigetto politico, morale, religioso di ogni criterio di cernita del materiale librario.

Nonostante questi meriti di indiscutibile valore c'è un settore in cui le biblioteche pubbliche in Svezia non possono certamente esser considerate all'avanguardia. Questo è proprio l'ambito dell'integrazione dell'information technology. La ragione per cui un sistema bibliotecario sviluppato come quello svedese si trova indietro in questo particolare campo può essere cercata nella mancanza di un coordinamento centrale (da imputarsi principalmente al lungo vuoto legislativo fino alla promulgazione della legge attuale) per l'adozione e lo sviluppo di un sistema informativo unico e condiviso. Le biblioteche pubbliche svedesi, infatti, fin dalla metà degli anni Ottanta hanno introdotto differenti sistemi automatizzati a seconda delle loro possibilità finanziarie [16].

Per quanto concerne l'offerta dei servizi bibliotecari, invece, la Svezia è da ritenersi uno dei paesi più sviluppati in ambito europeo. L'idea secondo cui la biblioteca pubblica attuale si svilupperà come archivio o come museo del libro non ha seguaci in Svezia. La tendenza è sicuramente nella direzione opposta: le funzioni attuali della biblioteca svedese saranno integrate ad altre. Lo sviluppo democratico produrrà la necessità di ulteriori spazi, dove la gente possa uscire dall'isolamento attraverso l'invenzione di nuovi metodi di comunicazione. La biblioteca pubblica svedese è, e continuerà a essere, uno di questi spazi.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] Isa De Pinedo - Giuseppe Vitiello. Note sul sistema bibliotecario scandinavo. «Bollettino AIB», 32 (1992), n. 1, p. 55-65.

[2] Tomas Lidman. Libraries in Sweden. Stockholm: The Swedish Institute, 1989.

[3] Romulo Enmark. Defining the library's activities. Göteborg: Centre for Library Research, 1990.

[4] Barbro Thomas. Sweden. «Scandinavian public library quarterly», 27 (1994), n. 1, p. 27-34.

[5] Sigurd Mohlenbrock. Fornyelse och debatt: om de svenska folkbibliotekens utveckling fran 1930 och framat. Lund: Bibliotekstjanst, 1980.

[6] Lars G. Andersson. Order without law: the Swedish situation. «Scandinavian public library quarterly», 17 (1984), n. 4, p. 107-108.

[7] Folkbibliotek i Sverige. Betakande av folkbiblioteks-utredningen. Stockholm: Statens offentliga utredningar, 1984 (SOU 1984:23).

[8] Jens Thorhauge. New trends in Scandinavian public libraries. Ballerup: Bibliotekscentralens Forlag, 1988.

[9] Ole Berrefjord. Information and democracy: libraries in focus. «Scandinavian public library quarterly», 18 (1985), n. 1, p. 37-42.

[10] Ingemar Ehlin. The market of knowledge and street of information: new libraries at Skara and Sundsvall. «Scandinavian public library quarterly», 20 (1987), n. 4, p. 56-59.

[11] Jes Petersen. Nordic cooperation in the production and distribution of taperecorded and Braille materials. «Scandinavian public library quarterly», 18 (1985), n. 1, p. 52-55.

[12] New methods and new media in library services to multicultural populations: the proceedings of the seminar, Eskilstuna, Sweden, August, 15-17, 1990. Eskilstuna: Eskilstuna stads- och länsbibliotek, 1991.

[13] Lis Byberg. Nordic cooperation on selecting books for immigrants. «Scandinavian public library quarterly», 18 (1985), n. 2, p. 16-21.

[14] Romulo Enmark. Göteborgsprojectktet. «Svensk biblioteks-forskning», 1 (1988), p. 47-48.

[15] Barbro Blomberg. Västerås: forelasarnas Mekka, «Biblioteksbladet BBL», 10 (1987), p. 26-30.

[16] Barbro Thomas. Swedish public libraries to go on-line. «Scandinavian public library quarterly», 19 (1986), n. 4, p. 23-24.


ANDREA VASCO, via Dandolo Silenzi 9, 63017 Porto San Giorgio (AP), e-mail vasco@sapienza.it. Da febbraio a maggio del 1996 ho avuto la possibilità di analizzare il sistema bibliotecario svedese nei suoi vari aspetti e problematiche grazie a una borsa di studio dell'Università di Macerata.In seguito alla visita ho potuto elaborare questo lavoro, reso possibile attraverso l'aiuto e la disponibilità di tutti i bibliotecari incontrati nelle diverse biblioteche, tra cui vanno ricordate: la Biblioteca nazionale di Stoccolma, il Collegio universitario per bibliotecari di Borås, le biblioteche di Norkkoping, Angered, Skelefteä, Gavleborg, Laholm, Västerås, Rinkeby, Skarpnack, Lund, Malmö, Uppsala, Umeå, Göteborg.Un particolare ringraziamento va alla direttrice della Biblioteca di contea e comunale di Linkoping, Anna-Lena Hoglund, che si è dimostrata un valido e indispensabile supporto durante il periodo del mio soggiorno in Svezia.