L'Archivio Magliabechiano della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, a cura di Paola Pirolo e Isabella Truci.  Firenze: Regione Toscana, Giunta regionale, 1996.  303 p.: ill.  (Toscana beni librari; 7).


Fra i compiti dei bibliotecari vi è senza dubbio quello, non secondario, di rendere accessibile tutta la documentazione storico-archivistica della struttura in cui operano, indispensabile per una puntuale ricostruzione delle vicissitudini di una biblioteca. Questa è stata l'ottica in cui si sono felicemente collocate Paola Pirolo e Isabella Truci, compilando con attenzione e competenza il regesto dell'Archivio della Biblioteca Magliabechiana, conservato oggi nella sezione Manoscritti della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, permettendo così di seguire doviziosamente la storia della Biblioteca dal 1635, anno cui risale la prima documentazione sul fondatore Antonio Magliabechi, al 1859, due anni prima, cioè, del decreto di unione della Magliabechiana con la Palatina, che costituirono il nucleo iniziale dell'odierna Biblioteca nazionale. All'interno del fondo archivistico sono individuabili tre gruppi di volumi: il primo (I-XX) copre l'amministrazione dal 1635 al 1818, il secondo (I[21]-XIV[34]) riguarda gli anni 1714-1801, dalla morte di Antonio Magliabechi al bibliotecario Ferdinando Fossi, l'ultimo (35-78) contiene documenti di vario genere dal 1793 al 1859.

L'imponente congerie di materiali, resi ancora più accessibili da un indice dei nomi e dei soggetti, consente le più diverse letture e ricerche. In primo luogo, naturalmente, si possono seguire la nascita e la formazione della biblioteca privata di Antonio Magliabechi, che allo scopo intrattenne fitti rapporti con gli ambienti culturali del tempo. Si possono altresì enucleare e ritagliare alcune personalità importanti per la storia della biblioteca, come la figura di Giovanni Targioni Tozzetti, bibliotecario dal 1738 al 1783, che da un lato si adoperò continuamente per il reperimento dei fondi necessari al sostentamento dell'istituzione, dall'altro gettò le basi per la futura catalogazione del materiale librario, compilando ad esempio gli indici dei manoscritti magliabechiani che si consultano con profitto ancora oggi. Sotto di lui, nel 1747, la Biblioteca fu trasformata da privata in pubblica, ottemperando così alla volontà di Magliabechi, e si verificarono alcune delle acquisizioni più importanti, come le biblioteche di Antonio Cocchi, Giovanni Lami, Niccolò Gamurrini e parte di quelle della famiglia Gaddi e del canonico Anton Maria Biscioni. Da segnalare come i volumi doppi venissero sistematicamente venduti, utilizzandone così il ricavato per l'acquisto di altri libri. A questo periodo particolarmente fecondo ne fece seguito un altro più problematico, soprattutto per la politica granducale di accrescimento dei fondi della Biblioteca Laurenziana, in cui dal 1756 al 1803 operò la fortissima personalità di Angelo Maria Bandini. Questi riuscì a imporre la propria concezione dei compiti delle biblioteche fiorentine, per cui la Laurenziana avrebbe dovuto conservare i codici, mentre la Magliabechiana si sarebbe dovuta occupare del materiale contemporaneo; nonostante una tenace opposizione, quest'ultima fu costretta a cedere alla Laurenziana molti dei manoscritti più antichi e importanti. Comunque, ancora sullo scorcio del XVIII secolo e nei primi anni del successivo, quando furono bibliotecari Ferdinando Fossi e Giulio Perini, proseguì la politica delle acquisizioni - relative soprattutto a opere di carattere scientifico italiane ed europee - e degli scambi, tra cui va segnalato quello imponente con la Biblioteca Imperiale di Vienna, durato dal 1784 al 1786, che consentì l'arrivo di incunaboli assai preziosi.

Il materiale contenuto nell'Archivio Magliabechiano mette dunque in luce un variegato panorama culturale composto da bibliotecari, librai, legatori, eruditi, per il cui studio offre una ricca e preziosa documentazione, da cui non si potrà prescindere ogni volta che ci si occuperà di qualche volume conservato nella Magliabechiana e, più in generale, della storia culturale fiorentina fra Sette e Ottocento.

Paolo Eleuteri, Dipartimento di scienze dell'antichità e del vicino Oriente, Università di Venezia