Kathleen R.T. Imhoff. Making the most of new technology. New York: Neal-Schuman, 1996. XI, 127 p. (A how-to-do-it manual for librarians; 64). ISBN 1-55570-232-5. £ 31.95.


Quali conseguenze ha portato l'automazione nelle biblioteche pubbliche statunitensi? Perché molti bibliotecari, ancora oggi, si mostrano scettici verso le innovazioni tecnologiche? Quali i fattori da considerare e le fasi da seguire nella realizzazione del progetto per l'automazione di una biblioteca? Sono alcuni degli interrogativi ai quali si propone di rispondere questo manuale, incluso in una collana di testi-guida per bibliotecari, di cui sono stati finora pubblicati oltre sessanta volumi in otto anni.

Kathleen R.T. Imhoff, già responsabile di diverse biblioteche americane, oltreché membro delle principali associazioni bibliotecarie degli Stati Uniti e coordinatrice del progetto Free-net per le biblioteche della Florida meridionale (SEFLIN), insiste con appassionata convinzione sulla necessità, per i bibliotecari, di affrontare positivamente le "rapide del cambiamento" in atto nell'universo attuale dell'informazione - come suggerisce la frase di R. Theobald posta significativamente in epigrafe e ripetuta a conclusione del libro - senza rischiare, tuttavia, di venirne travolti. Nonostante sia prioritariamente destinato al decision-maker della biblioteca, il volume riveste un interesse generale, sia per i contenuti e i dati che è possibile trovarvi sulle nuove tecnologie e il loro campo di applicazione in biblioteca, sia per il suo taglio didattico, ma senza troppi tecnicismi, che rende agevole ed invitante la lettura, sia infine per la dovizia di esempi di efficaci realizzazioni nel contesto americano forniti a corredo delle tematiche trattate.

Allo scopo di mostrare gli indubbi vantaggi arrecati ai servizi bibliotecari dai processi continui dell'automazione, la prima parte del manuale offre una sintetica ma interessante panoramica storica sul cammino di trasformazione avvenuto nelle biblioteche degli USA. Dai primi microformati negli anni Quaranta e Cinquanta alla diffusione di macchine fotocopiatrici e fax, dallo sviluppo del formato MARC alla nascita dell'OCLC e al grande successo dei cataloghi in linea, dall'utilizzo della tecnologia digitale per i servizi di document delivery alle ragioni dello straordinario impatto dei CD-ROM, la Imhoff ripercorre la biblioteca elettronica a ritroso nel tentativo di ricostruirne le tappe essenziali e di individuare la futura direzione del cambiamento. La chiave della sfida attuale viene vista nell'interoperability, intesa come sempre maggiore possibilità di accesso, quale che sia il software o database utilizzato, a qualunque tecnologia. In tal senso, un ruolo fondamentale per il miglioramento tanto dell'accessibilità, quanto della selettività dell'enorme patrimonio di risorse informative multimediali oggi disponibili, sembra oggi affidato ai gateways (si fa menzione, a questo proposito, del WebZ di OCLC).

La sezione che segue, incentrata sulla gestione del cambiamento, si apre con una enumerazione delle ragioni più frequenti delle resistenze che lo staff talvolta oppone all'introduzione delle nuove tecnologie: non essere stati coinvolti e resi partecipi dai responsabili; timore di non risultare all'altezza dei nuovi compiti, o di dover subire un appesantimento dei carichi di lavoro; demotivazione, per il venir meno dell'intermediazione diretta con il pubblico, ovvero per il fatto di sentirsi rimpiazzati da macchine self-service, magari anche più efficienti; convinzione che la spesa sia sproporzionata all'effettivo bisogno e/o ai vantaggi ricavabili. La lunga esperienza professionale dell'autrice ci offre, in questa parte, una graziosa casistica della "resistenza passiva" da parte degli anti-cybrarians: lamentele dirette e rimpianti per le vecchie abitudini, continue richieste di direttive, talvolta superflue, sulle nuove procedure, fino a giungere, nei casi peggiori, alla deresponsabilizzazione, con aumento delle assenze per malattia e dei permessi. Occorre perciò ridurre preventivamente al minimo le possibili resistenze psicologiche del personale al progetto di automazione, e a tale scopo l'autrice suggerisce ai responsabili di servirsi di una scheda particolareggiata da riempire con tutti gli elementi per l'analisi del piano.

Dal terzo capitolo in poi, il contenuto del volume si focalizza sui diversi fattori che debbono entrare in gioco nella redazione di un progetto tecnologico. Insieme alle esigenze riguardanti il personale (al cui proposito non mancano cenni sui criteri di selezione, sull'aggiornamento continuo, sulla flessibilità delle mansioni), sono naturalmente messe in primo piano le aspettative degli utenti, anche se, sotto questo profilo, forse appare un po' eccessivo assumere a modello le abitudini dei bambini ai videogiochi tascabili e alla realtà virtuale, o i comforts tecnologici delle famiglie; l'autrice, inoltre, si dilunga, con riferimenti in più di un'occasione fin troppo espliciti, sui più recenti prodotti e servizi dei colossi dell'industria informatica, telematica e cinematografica, e delle grandi società commerciali e di distribuzione, lasciando a volte quasi supporre al lettore che le biblioteche abbiano l'obbligo istituzionale di rincorrere, a dispetto dei limiti del bilancio, ogni novità del mercato per adeguarsi in toto agli avanzati - e costosi - standard della società statunitense.

A dire il vero, ci sembra che, sebbene con uno zelo promozionale per certi versi discutibile, la Imhoff voglia sostenere l'idea, del tutto condivisibile, che la biblioteca pubblica, essendo il luogo dell'accesso gratuito all'informazione di base, deve perseguire come obiettivo socialmente utile il perfezionamento delle tecnologie e cercare di migliorare e potenziare i servizi offerti all'utenza soprattutto in direzione dei meno abbienti. Affinché questi ultimi non rimangano isolati rispetto ai canali informativi, ciò va fatto anche offrendo loro - specialmente alle nuove generazioni, cui il mercato del lavoro impone oggi, a tutti i livelli, una certa dimestichezza con le tecnologie dell'informazione - l'occasione di acquisire nuove competenze tecniche attraverso l'utilizzo di macchine, software, ecc., senza alcun onere economico.

Questa parte del manuale contiene pure alcune pertinenti riflessioni sull'espansione delle funzioni tradizionali della biblioteca grazie ai benefici derivanti dalla convergenza tecnologica e dalla cooperazione interbibliotecaria. Con la connessione alle grandi reti, l'attività di reference vede il proprio orizzonte allargarsi costantemente; la crescente disponibilità di basi di dati a testo completo in linea e la condivisione delle risorse attraverso il networking dei CD-ROM moltiplicano a dismisura il patrimonio delle singole strutture collegate; i programmi educativi interattivi e gli altri prodotti della didattica multimediale, dal canto loro, offrono preziosi strumenti operativi in grado di rivitalizzare la biblioteca come luogo di insegnamento e centro culturale. Considerazioni più dettagliate sono riservate ad altri fattori di grande rilievo per la biblioteca virtuale. In primo luogo, l'evoluzione dei sistemi delle telecomunicazioni in seguito alla diffusione delle linee a fibre ottiche e delle reti integrate ISDN, col conseguente abbassamento dei costi in rapporto alla distanza, nonché il miglioramento della velocità di trasmissione di dati di tipo diverso e della manutenzione stessa delle reti. Un secondo elemento importante è costituito dai progressi nella portabilità dell'informazione, anche grazie alla possibilità di disporre di memoria di massa a sempre minor costo; e qui il riferimento non va solo ai CD-ROM, ma anche ai PDA (Personal Data Assistants) tascabili, oggi in via di integrazione con le tecnologie cellulari; né mancano accenni alle comunicazioni wireless, ai sistemi di riconoscimento della voce e alle tastiere senza filo.

Nell'ultima parte del volume, l'autrice traccia uno schema completo di tutti gli elementi del piano tecnologico e ne offre un concreto esempio di redazione (quello della biblioteca pubblica di San Francisco), per concludere con un diagramma di previsione generale relativo ai potenziali effetti sulle biblioteche di alcune tendenze attuali nel campo dell'automazione. Il lettore forse si sarebbe atteso qualche approfondimento sugli IRS, o sui linguaggi e le strategie di ricerca delle banche dati, ma la scelta di mantenere uno stile divulgativo, da un lato, e la particolare destinazione del libro, dall'altro, possono forse spiegare il prevalere degli aspetti manageriali su quelli tecnici. Il manuale rappresenta comunque un contributo utile per tutti coloro i quali avvertono la necessità di avvalersi di uno strumento progettuale e di avere un'adeguata informazione di base prima di intraprendere il complesso cammino dell'automazione di una biblioteca.

Domenico Ciccarello, Biblioteca del Dipartimento di filologia romanza, Università di Bari