Alain Jacquesson - Alexis Rivier.  Bibliothèques et documents numériques: concepts, composantes, techniques et enjeux.  Paris: Electre - Cercle de la librairie, 1999.  377 p.  (Collection Bibliothèques).  ISBN 2-7654-0716-9.  FF 270.

Tutto quello che avreste voluto sapere sulla biblioteca digitale e non avete mai osato chiedere: MARC, periodici e formati elettronici, progetti di digitalizzazione, e chi più ne ha ne metta. In un'epoca di grandi trasformazioni nella catena dell'informazione, quando l'interazione autori-lettori diventa sempre più complessa, le biblioteche si trovano ad affrontare la loro seconda rivoluzione informatica, dopo OPAC e sistemi di gestione informatizzati. A questo appuntamento le biblioteche arrivano più o meno preparate, spesso trovandosi a gestire una realtà in veloce evoluzione senza i mezzi e le conoscenze adeguati o disponendo solo di una visione limitata del problema.

Un valido strumento per sciogliere molti dubbi e godere di una panoramica generale è costituito dal manuale di Jacquesson e Rivier, il primo manuale completo in lingua francese sull'argomento, un libro che potrebbe rappresentare una tappa fondamentale nell'ideale percorso di (auto?)formazione del bibliotecario digitale.

La nuova biblioteca è esplorata sia nei suoi aspetti tecnici che in quelli gestionali, non senza spunti interessanti di riflessione sul ruolo futuro delle biblioteche.

Partendo dal ciclo di vita del documento elettronico, dal più semplice al più complesso, il volume illustra non solo i vari formati elettronici, ma anche - sia pure in modo elementare - i loro principi di funzionamento, così da aver maggior coscienza delle caratteristiche tecniche del materiale che arriva in biblioteca, ma anche per poter meglio valutare eventuali progetti di digitalizzazione. I principali progetti nazionali sono descritti brevemente (e viene riportata la ormai nota lista di controllo del progetto NDLP della Library of Congress), così come per i periodici elettronici vengono spiegate le peculiarità delle varie case editrici (Springer, Elsevier, Academic Press, ecc.).

L'accento più forte, però, resta sulla delocalizzazione dei documenti e sui conseguenti problemi di gestione e di accesso. La messa a disposizione dei documenti elettronici comporta di fatto una revisione dell'organizzazione e dell'architettura stesse della biblioteca: reti locali e non, torri di CD, ma anche postazioni di lavoro variamente attrezzate, distribuzione dei PC (quanti?) in biblioteca secondo le diverse esigenze di consultazione veloce (per esempio OPAC) o più prolungata (banche dati e/o altri documenti). Inoltre, laddove la biblioteca diventa intermediario nel nuovo circuito dell'informazione, un circuito commerciale che decide prestazioni e costi, si pone in maniera ancora più pressante l'annoso problema delle tariffe. La catalogazione stessa dei documenti, infine, intesa come strumento per il recupero degli stessi, viene messa in discussione (ma forse anche rafforzata) dall'avvento dei motori di ricerca, per molti versi ancora poco affidabili, e dall'uso dei metadati - quasi una sorta di autocatalogazione dei documenti - che possono rendere potentissimi questi strumenti di recupero dell'informazione.

L'aspetto che nasconde le prospettive più interessanti per la professione è però sicuramente quello - assolutamente innovativo rispetto alla biblioteca tradizionale - della delocalizzazione dei documenti. Il triangolo "collezioni-utenti-bibliotecari" non avrà più una pertinenza geografica: la relazione andrà ricreata in altri modi, ad esempio attraverso la messaggeria elettronica. I servizi di reference andranno ripensati completamente, mentre i bibliotecari dovranno costruire un approccio guidato ai documenti per superare le barriere tecniche che la biblioteca digitale crea tra testi e lettori: semplici guide, corsi di istruzione, redazione di liste o repertori di documenti on e offline, adattamento degli strumenti informatici alle esigenze degli utenti, elaborazione di software di ricerca appropriati alle specifiche collezioni digitali, ecc. Il "Nuovo Bibliotecario", insomma, è alle porte: esperto di comunicazione e management dell'informazione, con solide competenze informatiche, o comunque tali da poter dialogare costruttivamente con i tecnici.

E se poi i bibliotecari decidessero di cambiar mestiere?