E-serials: publishers, libraries, users, and standards, Wayne Jones editor.  Binghamton: The Haworth Press, 1998.  XVI, 363 p.  ISBN 0-7890-0514-X.  £ 43.71.   Pubblicato anche in «The serials librarian», 33 (1998), n. 1/2, 3/4.

Il volume raccoglie una serie di interventi finalizzati a documentare la complessità che caratterizza gli e-serials. Suddiviso in sezioni che analizzano l'evoluzione del fenomeno dal punto di vista dei protagonisti e delle problematiche connesse, puntualizza acquisizioni che, pur maturate alla luce di esperienze verificatesi principalmente dal 1992 al 1997, mantengono il loro valore nonostante l'estrema volatilità dell'ambito di indagine. La bibliografia di ciascun contributo è ricca e ben curata, con riferimenti a documenti spesso disponibili, gratuitamente o a pagamento, in linea.

Il curatore della pubblicazione, Wayne Jones, responsabile della Serials Cataloging Section al MIT, esordisce con una notazione sul termine e-serials scelto per il titolo, rammentando le difficoltà incontrate nel tentativo di designare in modo univoco il materiale in oggetto, indicato altrimenti con vocaboli quali e-journals, e-zines, Internet-based electronic journals, networked electronic journals, networked electronic resources, on-line journals.

La sezione Publishing raccoglie, autrice Amy Friedlander, un contributo sull'esperienza editoriale di «D-Lib magazine» (mensile di networked information e biblioteche digitali, pubblicato sul Web a partire dal 1995 e consultabile gratuitamente.

Amy Friedlander, editor della rivista, si sofferma sul problema del persistent naming delle risorse in linea, nella convinzione che verrà il momento in cui gli URL non saranno più sufficienti per identificare materiale rilevante. Sull'argomento della problematicità del mantenimento e della longevità dei links ritorna un apposito intervento, nella sezione Uniform resource identifiers, di Leslie Daigle, Ron Daniel jr. e Cecilia Preston, in cui si rileva la necessità, pena il proliferare di broken links, dello sviluppo di sistemi di identificazione che, prescindendo da protocolli, host, path negli identificatori, ricorrano invece a elementi (per esempio ISSN) che non dipendono da specifiche tecnologie.

Esperienze dal mondo dell'editoria online sono quella di Harald Joa, che descrive le strategie adottate dalla Scandinavian University Press a partire dal 1996, anno di lancio del «Nordic journal of philosophical logic» sul Web, immaginando gli scenari futuri per "aggregatori" ed editori, e quella di Edward J. Valauskas, che riflette sul ruolo dei peer review electronic journals per la comunità degli studiosi.

Dopo un articolo sul copyright di Erika Link, incentrato sul tema delle licenze per l'accesso a risorse digitali, e uno sul pricing di Bill Robnett, che tenta di costruire un modello relativo alle varie tipologie di prezzi praticate da editori piuttosto che da "aggregatori", giungiamo alla sezione Acquisitions and collection development, che raccoglie un interessante contributo di Ellen Finnie Duranceau, Assistant acquisitions librarian for digital resources al MIT. L'intervento è rivolto idealmente ai bibliotecari dei serials acquisitions departments, che hanno assistito, a partire dal 1996, alla crescita esponenziale del numero dei networked serials e hanno dovuto mettere in gioco una professionalità acquisita nel corso degli anni per poter svolgere un ruolo determinante alla luce della necessità di riorganizzare il workflow.

Accanto a una serie di esempi di come varie organizzazioni (Vanderbilt, Yale, MIT, ecc.) hanno adattato il flusso di lavoro alle nuove esigenze, troviamo le prime soluzioni adottate dal MIT rispetto ai problemi del checking and claiming in the digital world, della gestione delle licenze, dei rinnovi degli e-journals. Nella stessa sezione Cindy Stewart Kaag analizza i vari stadi della gestione delle risorse elettroniche, dalla selezione all'acquisizione.

La sezione Cataloging and metadata raccoglie quattro contributi. I primi due, pur facendo diretto riferimento ad AACR2 e a USMARC, forniscono spunti di riflessione in merito alle problematiche di ordine catalografico connesse ai serials published on the WWW, interessanti anche per l'ambito italiano.

Les Hawkins analizza, attraverso una casistica ben documentata di esempi di registrazioni catalografiche di OCLC, le soluzioni adottate nei confronti di un materiale eterogeneo che, se per certi versi conserva caratteristiche proprie dei seriali a stampa (numerazione del fascicoli, sommario, ecc.), per altri può determinare nei catalogatori non poche perplessità (si pensi, ad esempio, a quando i fascicoli precedenti, rispetto all'ultimo pubblicato, sono organizzati sotto forma di base dati, oppure a quando gli articoli vengono pubblicati sul Web senza alcuna scansione temporale precisa).

Steven C. Shadle si propone di riflettere sulle difficoltà riscontrate nell'applicare un codice catalografico elaborato per materiale a stampa (AACR2) alla catalogazione di periodici elettronici, richiamandosi al modulo 31 del CONSER cataloging manual: Remote access computer file serials per presentare esempi relativamente a problematiche quali l'identificazione del primo fascicolo di un periodico elettronico, del titolo proprio, del formato.

Gregory Wool ripercorre la definizione di "metadati", sottolineando come, sebbene per molti aspetti vi sia continuità tra i "metadati" relativi a documenti cartacei e quelli di documenti in linea, la tecnologia abbia determinato mutamenti strutturali, nuovi elementi da considerare, nuovi paradigmi, nuove funzionalità. Amanda Xu riflette infine sull'utilizzo degli OPAC per la conversione e la visualizzazione di "metadati" relativi a documenti elettronici.

Nella sezione Preservation and archiving Michael W. Day affronta l'argomento della conservazione digitale dei periodici in linea, prospettando soluzioni ai problemi di ordine tecnologico - l'attenzione si focalizza sui concetti di digital refreshing e migration -, di ordine amministrativo (licenze d'uso, diritto d'autore) e gestionale (chi deve conservare? che cosa si deve conservare?) e analizzando il tema dell'intellectual preservation, ossia della valutazione dell'autenticità di un lavoro e della sua integrità in ambito digitale.

Nella sezione Indexing Cathy Rentschler descrive l'esperienza maturata come editor di Library literature, il primo degli indici di H.W. Wilson a includere periodici elettronici già a partire dal 1995, mentre Janice R. Walker presenta, nella sezione Citation, differenti modalità di citazione delle pubblicazioni seriali in linea.

Tra gli esempi di esperienze e progetti nel campo degli e-serials della sezione Local, national and international projects troviamo interventi su The CIC Electronic Journals Collection Project (Mira Geffner, Bonnie MacEwan), OCLC FirstSearch Electronic Collections Online (Chip Nilges), Science Direct di Elsevier (Karen Hunter), Electronic Journal Navigator di Blackwell's (Jane Beddall, Sue Malin, Kim Hallet).