Library preservation and conservation in the '90s: proceedings of the Satellite Meeting of the IFLA Section on Preservation and Conservation, Budapest, August 15-17, 1995, edited by Jean I. Whiffin and John Havermans.  München: Saur, 1998.  VIII, 181 p.  (IFLA publications; 84).  ISBN 3-598-2180-9.  DM 98.  Distribuito da Ellediemme Libri dal mondo s.r.l.

Questo libro raccoglie gli atti di un convegno tenuto nel 1995 a Budapest dalla sezione dell'IFLA che si occupa di conservazione. I 29 interventi sono organizzati in cinque grosse sezioni tematiche che danno forma alle questioni fondamentali della conservazione in modo composito e sfaccettato fornendo soluzioni e suscitando interrogativi, comunque mettendo in luce una problematica vasta e complessa, spesso affrontata in modo evidentemente inadeguato.

Come viene evidenziato nella prima sezione uno dei principali problemi che la biblioteca deve affrontare nel tentativo di conservare e curare il proprio patrimonio risiede nella sua doppia natura, nell'essere cioè allo stesso tempo spazio di conservazione e luogo privilegiato di accesso alla cultura. Come garantire quindi l'uso di una biblioteca salvaguardandone il contenuto? Le testimonianze rivelano le potenzialità e i limiti degli interventi attuabili, perché qualsiasi scelta deve essere in relazione alla specificità della biblioteca, alla sua disponibilità di mezzi economici e risorse, alla sua natura e scopi scientifici e culturali.

Inoltre, come verrà più ampiamente trattato in seguito, vi è un altro grande pericolo che incombe sulle biblioteche di tutto il mondo, oltre a quelli derivanti dall'usura e dal tempo: quello determinato dall'acidità della carta che col tempo ne provoca l'autodistruzione. Diventa quindi indispensabile attuare degli interventi di "cura", mentre sul fronte della prevenzione il passo fondamentale da fare è quello della promozione della produzione della carta non acida o "permanente".

Nella seconda sezione del libro viene affrontata la questione del recupero delle collezioni nel caso in cui si verifichino incidenti e viene fornito un approfondimento dei problemi causati alle collezioni da agenti biologici, inquinamento o inadeguate condizioni di conservazione, con la testimonianza diretta dei danni che possono essere causati dai disastri ambientali, evidenziando il fatto che qualsiasi danno in realtà si può trasformare in una perdita irreversibile.

La sezione centrale verte intorno ai metodi e ai dilemmi della conservazione di massa e riprende in modo più specialistico la questione del degrado prodotto dalla carta acida con una descrizione e comparazione delle metodologie attualmente utilizzate.

Ciò che appare chiaramente da queste analisi è che le biblioteche e gli archivi necessitano di trattamenti differenziati che si completino reciprocamente, e che è quindi sempre necessaria un'analisi precisa dei bisogni, la conoscenza scientifica dei trattamenti, così come la valutazione delle potenzialità finanziarie, dei tempi e del personale necessari.

Nel capitolo successivo vengono illustrati i progetti e le attività degli organismi promotori, in primo luogo l'IFLA, che fornisce una ricca e varia competenza per la discussione e il coordinamento dei programmi nazionali e internazionali, incoraggia alla ricerca e alla produzione e uso di carta permanente. C'è inoltre l'Unesco con il suo progetto "Memory of the world" per proteggere e promuovere l'eredità documentaria del mondo, mentre a livello europeo si è costituita la European Commission on Preservation and Access (ECPA).

L'altro aspetto su cui si richiama l'attenzione è quello della formazione e della preparazione che riguarda tutte le figure professionali implicate nell'opera di conservazione. Nell'ultima sezione si conclude infine il dibattito con la relazione delle attività legate alla conservazione e alla preparazione degli specialisti.

Ciò che emerge in conclusione è che manca un'adeguata conoscenza del problema. La relativamente recente scoperta dell'acidità della carta ne è l'aspetto macroscopico ma non l'unico. Paradossalmente anche i nuovi supporti utilizzati come soluzione stanno dimostrando di avere vita ancor più breve dei libri stessi, perché la tecnologia cambia rapidamente e diventa obsoleta e i macchinari più recenti sono inadeguati a leggere i formati precedenti rendendo impossibile l'accesso ai documenti così prodotti. Ma quando anche questo non fosse si potrebbe decidere che un libro è veramente sostituibile con il suo solo contenuto?

L'utilità di questo volume consiste soprattutto nel riuscire a suscitare interesse e creare informazione a più livelli sulla problematica della conservazione e sullo stato dell'arte a metà degli anni Novanta anche per chi non è uno specialista ma è comunque una figura professionale coinvolta nella vita della biblioteca, ridistribuendo compiti e competenze, o almeno responsabilità, ai governi, agli amministratori, agli studiosi e ovviamente ai bibliotecari.