Christopher W. Nolan.  Managing the reference collection.  Chicago: ALA, 1999.  VIII, 231 p.  ISBN 0-8389-0748-2.  $ 47.

La finalità di questo libro è di fornire ai bibliotecari delle linee guida inerenti la gestione e implementazione della reference collection. Secondo la migliore tradizione biblioteconomica anglosassone, il manuale si caratterizza per chiarezza, ordine espositivo e autorevolezza. La filosofia dell'autore può essere sintetizzata nella seguente affermazione: «The real measure of the library's reference collection is not how many volumes it has, but how readily patrons are able to find the information they need».

Il primo capitolo ha un taglio teorico e introduttivo, anche se solo finalizzato a chiarire concetti e una terminologia, che altrimenti, lasciati nell'indeterminatezza, rischierebbero di banalizzare qualsiasi ulteriore riflessione sull'argomento. Di fondamentale importanza la riflessione sui criteri orientativi in base ai quali un'opera, non importa su quale supporto materiale veicolata, debba o meno essere collocata nella reference collection. A questi principi orientativi, tra cui ricordiamo l'autorevolezza, il formato, l'aggiornamento, già approfonditi anche nella letteratura biblioteconomica in lingua italiana, Nolan fa seguire l'esposizione di alcune motivazioni a suo giudizio opinabili e sostanzialmente errate, a volte acriticamente adottate dai bibliotecari addetti al reference: per esempio la complessità nella consultazione dell'opera, tale da richiedere il più delle volte la consulenza del bibliotecario, motivazione insussistente se non accompagnata dal requisito indispensabile della frequente consultazione da parte dell'utenza.

Gli altri capitoli, che possono essere letti e consultati anche non sequenzialmente, costituiscono l'approfondimento e la concretizzazione dei principi esposti nel primo. Nel secondo capitolo l'autore sottolinea la necessità di esplicitare in un documento scritto i criteri relativi ai vari aspetti della gestione: «A policy document that has been discussed and written by staff provides a framework for consistency in collection development. Questions about who is responsible for certain subjects and formats can be answered, expectation about what growth is considered appropriate in these areas can be established, and overly individualistic interpretations of the library's policies can be minimized».

Il terzo capitolo affronta il problema su quali figure professionali debba ricadere la responsabilità della scelta, valutazione e scarto del materiale della reference collection. Il capitolo successivo passa ad analizzare i criteri di valutazione e scelta del materiale bibliografico, ripartendo quest'ultimo in tipologie ormai consacrate dalla letteratura biblioteconomica: enciclopedie, dizionari, bibliografie, indici e abstracts di pubblicazioni periodiche, manuali, statistiche, almanacchi, atlanti e materiale cartografico, guide e repertori, fonti biografiche.

L'autore si sofferma sulle diverse caratteristiche di utilizzo e convenienza economica dei tradizionali supporti rispetto al formato elettronico, sia su CD-ROM che su basi dati in linea. Il capitolo si conclude con una sintetica rassegna delle principali guide alle fonti di reference di area anglosassone.

L'espansione quasi esponenziale delle risorse su formato elettronico ha spinto l'autore a dedicare l'intero capitolo quinto ai criteri di valutazione e selezione di queste: riteniamo che questo sia il contributo più originale di Nolan, che cerca di integrare la problematica delle risorse elettroniche in termini comparativi con le risorse su formato cartaceo, contribuendo a ridimensionare alcuni luoghi comuni largamente condivisi.

Il capitolo successivo cerca di chiarire le problematiche spesso sottovalutate relative alla prassi di carattere amministrativo e contabile, il più delle volte affrontate solo empiricamente dai bibliotecari, senza una adeguata esplicitazione teorica, quali l'ordine di acquisto dei libri, la collocazione fisica degli stessi, la legatura, che nell'ambito della gestione della reference colletion acquisiscono una loro dimensione specifica. Una approfondita riflessione viene riservata alle procedure di scarto del materiale soggetto a obsolescenza e deterioramento fisico, prassi che Nolan considera «a normal part of maintaining a vital, functional collection».

L'ultimo capitolo è dedicato alla gestione della reference collection riferita alle esigenze di biblioteche con un bilancio limitato, oppure, aggiungeremmo noi, di dimensioni medio-piccole. Una bibliografia ragionata conclude l'opera e la rende ulteriormente interessante per un approfondimento teorico degli argomenti affrontati. Segue un indice analitico per argomento.

In conclusione, il libro si rivela ricco di stimoli e suggerimenti per il lettore italiano. Se si può affermare che non introduce un contributo decisamente innovativo all'interno delle problematiche da esso affrontate, si deve però riconoscere a Nolan il merito di studiare la biblioteca e i sistemi bibliotecari non come un insieme di attività e funzioni giustapposte, ma come un tutto olisticamente superiore alle parti, in cui queste devono integrarsi armonicamente e cooperare tra di loro per potere esplicitare al meglio le loro funzioni.