Salomone Morpurgo e il fondo Ashburnham (con lettere inedite a Ernesto Monaci e a Giosue Carducci)

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Ornella Moroni

Abstract

Nell'articolo si narra la vicenda relativa al rientro dei manoscritti ashburnhamiani in Italia, tutta ricompresa nella Relazione alla Camera dei Deputati, che servì al giovane Parlamento italiano per mettere a disposizione un'ingente somma di danaro per riportare nel luogo da cui, attraverso varie vicende, quella importante raccolta era stata allontanata.
Alla morte del lord, avvenuta nel giugno del 1878, la biblioteca passò, unitamente alle altre proprietà, al figlio maggiore, il nuovo Lord Ashburnham, il quale mise in vendita la biblioteca. Essa fu ceduta in tre blocchi: la collezione "Libri" e l'"Appendice" furono comprate dal governo italiano che poteva contare sulla cifra di 585.000 lire d'oro. Per l'Italia le operazioni d'acquisto furono fatte, per incarico del governo, da Pasquale Villari che volle accanto a sé numerosi uomini di cultura, in particolare il Carducci, il quale ritenne l'occasione che si presentava importantissima per la ricostruzione della storia letteraria italiana antica.
Il 4 dicembre del 1884 il fondo venne depositato presso la Biblioteca Medicea Laurenziana.
Tra coloro che ebbero modo di consultare la raccolta londinese prima che fosse smembrata v'è Salomone Morpurgo, che fu colpito dall'enorme quantità di codici (per la maggior parte italiani) posseduti da Lord Ashburnham, molti dei quali autografi e ricercati da tanti intellettuali in Italia.
Di fronte all'immensità della collezione, lo studioso si rese immediatamente conto del valore culturale di quei testi e, venuto a conoscenza del desiderio dell'Ashburnham di vendere l'intera biblioteca, cercò attraverso una serie di lettere di muovere intellettuali e studiosi per forzare il giovane Parlamento italiano a mettere a disposizione la cifra necessaria per raggiungere un tale risultato:
Egli aveva percepito immediatamente che l'acquisto dei preziosi manoscritti avrebbe costituito un'occasione unica per la corretta rielaborazione dell'intera storia letteraria italiana.
Le lettere dirette a Salomone Morpurgo sono per la gran parte andate disperse; quelle da lui scritte, anche a causa delle leggi razziali, hanno subito la medesima sorte, tranne pochi nuclei presenti in archivi pubblici o privati, non ordinati, per i quali non è stata possibile da parte degli organi governativi fascisti procedere all'eliminazione. Così, corpose raccolte sono presenti nel fondo Monaci di Roma, nell'Archivio di Casa Carducci, nel fondo D'Ancona e in quello Barbi di Pisa. Nell'appendice a fondo articolo si presentano alcune lettere inedite a Ernesto Monaci e a Giosuè Carducci.

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