I fondi miscellanei: alcune situazioni concrete

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Giulia Neri

Abstract

Lo studio della documentazione miscellanea è rimasta in secondo piano nel dibattito biblioteconomico di questi ultimi anni, come viene confermato ad esempio dalla mancanza di criteri di catalogazione specifici all'interno degli standard ISBD che non si soffermino esclusivamente sulle singola edizione parte di una miscellanea, ma ricostruiscano la storia di quest'ultima nel suo complesso, attraverso l'illustrazione dei materiali della legatura, delle decorazioni, dei timbri interni, delle note manoscritte, ecc. Ulteriori riflessioni scaturiscono dall'analisi dei metodi conservativi applicati nel corso dei secoli, i quali prevedevano la riunione in box, oppure l'assemblamento degli opuscoli sciolti o, ancora lo smembramento di volumi miscellanei, con conseguenti danni alle legature e alle carte in tutti e tre i casi. L'attento confronto dei fondi miscellanei di quattro importanti biblioteche (l'Angelica, la Casanatense, L'Archiginnasio e la Biblioteca Universitaria di Bologna) ha consentito di individuare i criteri più frequenti secondo cui tali volumi venivano realizzati, ovvero il formato, il contenuto, oppure il medesimo luogo di pubblicazione. Attraverso questo tipo di approccio è possibile ricostruire gli interessi e le esigenze dell'antico proprietario, del legatore o del bibliotecario, valorizzando il volume nel suo complesso e mettendo in luce i tratti che lo rendono un unicum.

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